Gli emendamenti del governo
La marcia indietro di Meloni, salta la flat tax per i dipendenti: nella delega fiscale meno tasse su tredicesime e straordinari
Economia - di Redazione
Il governo Meloni si rimangia la sbandierata flat tax incrementale per tutti i dipendenti. Il provvedimento, uno dei cardini della delega fiscale, è infatti in “stand by”. È quanto emerge dagli emendamenti alle delega, sei governo e 5 dei relatori, depositati in commissione Finanze alla Camera,
La commissione ha fissato per domani alle 12 il termine per presentare gli emendamenti, iniziando in mattinata l’esame degli emendamenti e tornerà a riunirsi alle 19 per proseguire l’esame.
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Tra le proposte del governo, come riferisce l’Ansa, c’è quella di un’aliquota agevolata su premi di produttività oltre una determinata soglia, sugli straordinari e le tredicesime mensilità.
L’emendamento del governo non indica l’aliquota dell’imposta sostitutiva, si dovrà attendere infatti i decreti attuativi. Tuttavia, come sottolinea il Corriere della Sera, dato che la flat tax incrementale sui redditi per i lavoratori autonomi introdotta dall’ultima legge di bilancio in via sperimentale per il solo 2023 ha l’aliquota del 15%, si può ipotizzare che sarà la stessa applicata alla tassazione delle tredicesime, così come per gli straordinari superata una certa soglia, ancora da individuare.
Fuori dai giochi invece la flat tax incrementale per i dipendenti. Il comma che la prevedeva viene infatti sostituito con “l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito di un’imposta sostitutiva Irpef e delle relative addizionali, in misura agevolata sui premi di produttività, sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia e per i redditi riconducibili alla tredicesima“. Per il regime incrementale resta ferma “la complessiva valutazione, anche a fini prospettici”: insomma, il governo prova a non dichiarare “morta” la proposta.
Un emendamento prevede quindi una rateizzazione delle tasse per ottenere “una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto”. Il riferimento è alla scadenza di novembre, quando tocca appunto al secondo acconto all’unica soluzione Irpef e alle imposte degli autonomi e dei professionisti.
Il governo interviene poi anche su altri campi. Come nell’introduzione “con finalità di contrasto al mercato illecito e di tutela della salute” del divieto di vendita a distanza, anche da fuori dai confini nazionali, dei prodotti da inalazione senza combustione e delle sigarette che si fumano senza combustione.
Altro emendamento riguarda quindi lo stop al superbollo, il contributo dovuto dai possessori di auto di potenza superiore a 185 Kw, battaglia nota di partiti come Lega e Fratelli d’Italia. Una tassa che costa 20 euro per ogni Kw oltre i 185: secondo i dati di Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, dalla sua introduzione il superbollo è costato circa 1,2 miliardi di euro agli automobilisti italiani.
Emendamenti e proposte che però cozzano con un problema chiave: la mancanza di coperture economiche per i provvedimenti. Ad evidenziarlo in una nota è il deputato del Pd Virginio Merola: per l’esponente Dem l’impianto complessivo “manca completamente di coperture, ovvero si dice in modo generico che si ricorrerà al taglio delle spese fiscali ( detrazioni, deduzioni e crediti di imposta) e alle entrate da crescita economica“. Inoltre nella riforma “non c’è una forte e precisa posizione per combattere l’evasione fiscale e il mercato nero“, aggiunge Merola. “Si promette una riduzione delle tasse per tutti, con la flat tax. Si punta sul concordato preventivo per riscuotere le tasse, così si potrà trattare quante tasse pagare. Insomma, si fotografa la situazione esistente senza dare priorità al lavoro dipendente e ai pensionati che già oggi pagano l’ 85 % dell’Irpef. Abbondano i regimi sostitutivi che sottraggono risorse alla base imponibile Irpef , l’unica imposta realmente progressiva“.