Il doppio colpo di scena
Qatargate, il giudice Claise ferma Cozzolino e poi lascia le indagini: “Sospetto conflitto di interessi”
Politica - di Redazione Web
E’ stata una giornata di fibrillazioni a Bruxelles sul caso Qatargate. Prima Eva Kaili ha fatto ricorso al Parlamento europeo, tra gli altri, per violazione della sua immunità parlamentare. Poi in giornata il giudice istruttore Michel Claise prima ha disposto il fermo dell’eurodeputato Andrea Cozzolino, poi l’addio alle indagini con un doppio colpo di scena. Secondo il quotidiano belga Le Soir la decisione sarebbe stata presa per un potenziale conflitto di interessi che riguarda il figlio maggiore del giudice, Nicolas, in affari dal 2018 con il figlio dell’eurodeputata Maria Arena, mai indagata ma finita più volte al centro delle vicende riguardanti l’inchiesta di corruzione.
Procedendo con ordine cronologico la giornata si è aperta con la notizia che Eva Kaili ha fatto ricorso al Parlamento europeo, tra gli altri, per violazione della sua immunita’ parlamentare, “essendo stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla commissione Pega, che stava indagando istituzionalmente sull’esistenza di software illegali che monitoravano le attività di eurodeputati e dei cittadini dell’Unione europea”. Lo hanno reso noto i legali dell’europarlamentare greca.
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Dopo le scarcerazioni in successione a maggio dei principali indagati, in giornata arriva prima la decisione di Claise di non lasciare scampo all’eurodeputato Andrea Cozzolino, disponendo per lui il fermo. E poi annuncia la sua rinuncia alla guida del caso. Una decisione improvvisa, arrivata dopo un interrogatorio fiume con il politico campano, e presa “in via cautelare per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro”. L’Ansa riporta, stando ai legali del politico campano Dezio Ferraro e Federico Conte, “a seguito delle osservazioni sollevate” proprio dai suoi avvocati nel corso dell’interrogatorio. Rilievi che farebbero emergere un conflitto d’interessi tra la sfera privata e il lavoro del giudice istruttore: stando a fonti qualificate, il figlio di Claise avrebbe lavorato per uno degli indagati.
Claise ha atteso l’arrivo di Cozzolino a Bruxelles a cui erano stati revocati i domiciliari dopo oltre 4 mesi. Cozzolino era finito nella rete delle indagini dopo le rivelazioni dell’ex collega Pier Antonio Panzeri, ritenuto il deus ex machina dello scandalo di corruzione euro-marocchino-qatariota scoppiato a dicembre. Così l’11 febbraio scorso Cozzolino era stato posto sotto custodia cautelare a Napoli sotto il peso di tre capi d’accusa per corruzione, riciclaggio e partecipazione a organizzazione criminale. L’Ansa sottolinea che nelle confessioni di Panzeri non risultano somme di denaro elargite all’eurodeputato italiano. Bensì una sua generica “azione” per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat in modo “indiretto”. Cozzolino ha sempre respinto le accuse. Anche questa volta, hanno fatto sapere i suoi difensori, “ha risposto a tutte le domande, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar”. Ora “resterà a disposizione delle autorità per il prosieguo delle attività investigative”, che continueranno “con un nuovo interrogatorio davanti alla Polizia giudiziaria” già nelle prossime ore.
Dall’interrogatorio durato 4 ore sarebbero emersi “alcuni elementi” che “potrebbero sollevare domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine”, ha fatto sapere la procura. E per questo il magistrato avrebbe preferito farsi da parte. Su di lui pesano anche le critiche dell’opinione pubblica e di parte della stampa che ha criticato i suoi modi troppo duri nel disporre lunghi mesi in carcere per gli indagati, tra i quali anche l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, trattenuta nella prigione di Haren per oltre quattro mesi lontana dalla figlia di due anni. Ora spunterebbe anche l’ombra del coinvolgimento professionale del figlio con uno degli indagati. Una circostanza personale che troverebbe riscontro anche nella nota diramata dalla procura per annunciare la rinuncia di Claise, nella quale viene evidenziata la volontà del giudice di “mantenere una necessaria separazione tra vita privata e famigliare e responsabilità professionali”.
A confermare questa ipotesi il quotidiano belga Le Soir che ha raccontato il potenziale conflitto di interessi che riguarderebbe il figlio maggiore del giudice, Nicolas, che sarebbe in affari dal 2018 con il figlio dell’eurodeputata Maria Arena, mai indagata ma finita più volte al centro delle vicende riguardanti l’inchiesta di corruzione. Il quotidiano belga riporta alcune dichiarazioni del legale dell’eurodeputato Marc Tarabella, tra gli indagati del dossier. Il figlio di Claise, si legge in un lungo articolo online, ha co-fondato “in quote paritetiche con altri cinque azionisti”, tra i quali Ugo Lemaire, figlio di Arena, “la società Brc&Co, specializzata nella vendita di cbd, la cannabis venduta legalmente”. Una società della quale i due sono ancora oggi co-azionisti. Le informazioni sarebbero state portate alla luce dal legale di Marc Tarabella, Maxim Toeller, costringendo il giudice a lasciare il caso. La rinuncia di Claise “è diventata inevitabile quando, alle 16:04 di lunedì, Toeller ha inviato una lettera direttamente al giudice, informandolo della scoperta e chiedendogli di dimettersi”, si legge nell’articolo. In caso contrario, il legale avrebbe presentato un secondo ricorso, dopo la richiesta di ricusazione presentata a febbraio ma poi respinta dalla giustizia belga. “Siamo sollevati – spiega l’avvocato -. Ci dispiace che il giudice istruttore non si sia ritirato direttamente dal caso. Possiamo ora sperare che sia fatta un’analisi” oggettiva “delle parole del ‘pentito’ Panzeri, nel rispetto della legge e della giustizia”. La situazione, almeno sul piano delle indagini si complica e potrebbe dunque allungare i tempi. A decidere la sorte di Cozzolino, e la possibile richiesta di rinvio a giudizio degli altri sospettati, sarà un altro giudice istruttore.