Si cercano due giovanissimi
L’assurda morte di Frederik, ucciso di botte in strada: arrivato in Italia su un barcone, aveva preso la licenza media
Cronaca - di Rossella Grasso
La speranza che aveva nel cuore doveva essere enorme per spingerlo a intraprendere quel viaggio a cui non tutti sopravvivono. Frederick Akwasi Adofo lasciò il Ghana a 32 anni, 11 anni fa. Ha attraversato il deserto, è stato rinchiuso in un lager libico e poi è salito su un barcone di trafficanti di esseri umani che ha rocambolescamente superato il Mediterraneo. E ce l’ha fatta, è arrivato in Italia, precisamente a Pomigliano d’Arco. Ma lì nulla ha potuto contro la violenza senza senso di un gruppo di balordi che nella notte tra domenica e lunedì lo hanno pestato a morte senza un perché. Gli hanno spappolato l’addome con calci e pugni. E lui non ha potuto nulla.
I carabinieri stanno vagliando le telecamere di videosorveglianza della zona che potrebbero aver ripreso i responsabili di quell’assurda violenza. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera si tratterebbe di due ragazzi giovanissimi che potrebbero non vivere lontano dal luogo dell’aggressione, via Principe di Piemonte. I balordi avrebbero iniziato a colpire Frederik perché immigrato, senza fissa dimora che sopravviveva chiedendo l’elemosina in strada. Motivazioni raggelanti che sarebbero emerse dalle prime testimonianze degli abitanti della zona, ancora sconvolti per quell’assurdo omicidio.
La storia di Frederick la conoscevano in tanti. Prima il viaggio estenuante dal Ghana attraverso il Sahara e il Mediterraneo. Poi il miracoloso arrivo in Italia dove è stato accolto in un albergo cittadino con alcuni migranti. Con la Caritas era riuscito anche a conseguire la licenza media. Ci stava provando ad avere una vita migliore ma a volte il destino è beffardo. Era senza casa, non sapeva dove andare e cosa fare. Così nella periferia di Pomigliano d’Arco aveva iniziato a frequentare il parcheggio di un supermercato, dove chiedeva ai clienti qualche spicciolo in cambio dell’aiuto con il carrello. E gli abitanti nella zona accettavano di buon grado il suo aiuto. “Volevamo bene a Frederik – racconta un avventore del supermercato al Mattino – Era gentile e sempre sorridente. Mai nessun problema con lui.
Ma qualcuno ricorda che già qualche mese fa sono iniziati i problemi per lui. Un gruppetto di giovanissimi lo aveva preso di mira: qualcuno gli gettava delle pietre mentre dormiva, un’altra volta lo avevano colpito a bastonate sulla testa. Scene raccapriccianti. Spesso gli abitanti della zona lo soccorrevano e lo accoglievano nelle loro case per aiutarlo. Poi il dramma intorno alle 2 di notte tra domenica e lunedì quando il gruppetto di balordi ha iniziato a pestarlo per poi darsi alla fuga lasciandolo agonizzante. Frederik non è morto sul colpo: ha strisciato per diversi metri per poi entrare nel cortile di un palazzo. Solo alle 8 del mattino seguente uno degli abitanti del palazzo si è accorto di lui nascosto dietro un’auto. Era ancora vivo. Subito ha chiamato i soccorsi e portato all’ospedale di Nola. Ma per lui non c’è stato nulla da fare, è morto poco dopo. La storia di Frederik ha scosso fortemente tutta la popolazione. Il sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, ha dichiarato che “la laboriosa, generosa e accogliente comunità pomiglianese è affranta”, annunciando che “il Comune pagherà le spese del funerale”. E sui social continuano a moltiplicarsi i messaggi di cordoglio per quell’assurda morte.