Le polemiche sugli esami
Maturità, la traccia ‘contro’ Bianchi fa infuriare l’ex ministro: “Sconcezza e scorrettezza infinita”
Cultura - di Redazione
Un anno fa la sua ultima maturità da ministro, oggi ritorna nell’esame ma come oggetto di una delle tracce di attualità studiante dal Ministero dell’Istruzione guidato dal suo successore, Giuseppe Valditara. È il caso di Patrizio Bianchi, a dir poco furente per quello che considera un gesto “inaudito e offensivo nei miei confronti e nei confronti dei ragazzi e delle famiglie”, una vicenda “di una sconcezza e scorrettezza infinite. Un attacco diretto nei miei confronti senza motivo. Non ci vedo nemmeno un pensiero politico, ma solo l’incapacità di cogliere il senso e il valore di quanto accaduto in questi anni“.
La questione è ovviamente la traccia con oggetto Bianchi: tra le proposte vi è la lettera inviata all’ex ministro sugli esami di Maturità, scritta da esponenti del mondo accademico e culturale durante il periodo della pandemia di Covid-19 in cui si invitava Bianchi a reintrodurre le prove scritte per gli studenti.
“Lei sarebbe orientato a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta”, scrivevano a dicembre 2021 un gruppo di docenti e professori universitari all’allora titolare del ministero dell’Istruzione. “Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti – si legge – in quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione. È nell’interesse della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione. Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni. Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno); ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti”.
Per Bianchi la traccia, così come struttura, è “un attacco diretto nei miei confronti senza motivo. Non ci vedo nemmeno un pensiero politico, ma solo l’incapacità di cogliere il senso e il valore di quanto accaduto in questi anni”, si sfoga l’ex ministro in una intervista a Repubblica.
Secondo il professore la traccia è “anomala, provocatoria e totalmente fuori luogo”, oltre ad essere “scritta in modo tale da far passare me come una burletta, cosa che non sono stato. La trovo pretestuosa dal punto di vista politico, perché vuole colpire tutti quelli che hanno lavorato per il bene della scuola. Ed è stato fatto un errore anche dal punto di vista educativo”.
Bianchi rivendica l’operato svolto al Ministero durante la drammatica fase della pandemia di Covid-19, ricordando anche che era l’esecutivo di cui faceva parte ad aver ripristinato la prova scritta “prendendomi anche qualche critica”. E sottolinea, paradosso, come il suo successore Valditara abbia scelto a sua volta di far svolgere agli studenti alluvionati dell’Emilia Romagna l’esame esclusivamente in forma orale: “Pur con alcune critiche – sottolinea Bianchi – non mi verrebbe mai in mente di sottolineare che ha scelto un esame burletta”.
La risposta di Valditara
Alla polemica ha fatto seguito la risposta del ministro Valditara. Sentito dal Corriere della Sera, dice di “non capire” e di “non vedere la polemica”, sottolineando che “anche io ho tolto gli esami scritti per gli studenti delle zone alluvionate. E per questo sono stato anche criticato”.
Il problema, come fatto notare da Bianchi e dallo stesso Corriere al ministro, è che l’appello citato nella traccia è del dicembre 2021 e da nessuna parte nel testo c’è scritto che nel giugno del 2022 poi gli scritti si sono fatti. Qui arriva una risposta che lascia interdetti: “Non so – dice Valditara – io credo che gli studenti lo sanno che poi gli scritti si sono fatti. Loro erano in quarta superiore lo scorso anno, certo che lo sapevano, sono sicuro che se lo ricordano. E’ come se uno studente non sapesse che Leopardi è uno scrittore dell’Ottocento. Diciamo di più: sapere che cosa è successo lo scorso anno fa parte dello svolgimento”.
Quanto alla scelta di una traccia sul predecessore, Valditara spiega di aver scelto i testi “ai primi di aprile”. “Io ho stima di Bianchi, sono stati i suoi predecessori a togliere gli scritti, a causa della pandemia, e gli dò atto di averli reintrodotti. Non avevo un intento offensivo. Penso invece che bisogna abituare i ragazzi ad interrogarsi sul tipo di scuola che vorrebbero e sulle scelte che si fanno”, conclude il ministro.