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Strage dei migranti in Grecia, l’accusa dei superstiti: “Ci hanno fatti affondare senza tentare di salvarci”

Strage dei migranti in Grecia, l’accusa dei superstiti: “Ci hanno fatti affondare senza tentare di salvarci”

La Guardia costiera greca non ha fatto alcun tentativo di salvataggio, ha acceso solo i riflettori”. Questo il racconto riportato da uno dei migranti sopravvissuto alla strage in Grecia, a largo di Pylos nella notte tra il 13 e il 14 giugno. Parole che ripercorrono il dramma vissuto da 750 persone circa che erano partite da Tobruk dirette verso le coste italiane. Per un giorno intero i migranti a bordo sono stati in balia delle onde, con il motore rotto e la disperazione a bordo che aumentava di ora in ora. E la cornaca di tutto questo è registrata indiretta dagli attivisti di Alarm Phone.

E da queste testimonianze disperate che emergono nuove pesanti responsabilità a carico della Grecia, come riportato da Repubblica. I migranti accusano le autorità greche di non essere non essere intervenute in aiuto del peschereccio segnalato da Frontex già alle 9.47 del mattino. Avrebbero persino ritardato il soccorso dei migranti caduti in acqua dopo il folle tentativo di trainare il peschereccio con una fune. “Quando ho visto questa scena, ho cercato di allontanarmi a nuoto – continua il racconto al telefono di uno dei migranti – Avevo paura che mi facessero annegare. Ho nuotato per 30, 45 minuti. Poi ho visto le luci di una nave commerciale in lontananza e l’ho raggiunta a nuoto con altri sopravvissuti. Siamo convinti che la Guardia costiera ci abbia fatto naufragare ma non sappiamo se sia stato intenzionale o se è stato un errore”. E il racconto coincide con quello di altri messi a verbale negli interrogatori fatti dai magistrati greci.

Sono 104 i sopravvissuti al naufragio che attualmente sono praticamente reclusi in un campo di detenzione mentre il mare continua a restituire corpi, ancora troppo pochi rispetto a quanti ne sono ancora dispersi. I superstiti descrivono l’unità intervenuta a tarda sera come “Uomini vestiti di nero, con cappucci neri, su una nave militare senza bandiera”. Sarebbero stati loro ad aver agganciato una cima facendo oscillare la barca. Un’operazione risultata poi disastrosa: la barca si è rovesciata ed è immediatamente caduta giù a picco. I migranti sopravvissuti per quella disgrazia puntano il dito contro le autorità greche. Molti di loro sono stati portati in salvo al porto di Kalamata da una nave privata e non da mezzi della Guardia Costiera.

E in questo contesto ricostruire la verità è complicato dalle versioni diverse fornite invece dagli agenti della guardia costiera, alcune delle quali smentite da fotografie e filmati che testimoniano che, al di là dei desideri dei migranti, quella nave carica di 750 persone non era in grado di poter navigare e dunque, a rigor di logica, andava soccorsa. Altre indagini potranno chiarire cosa è successo e perché l’aiuto non è stato dato.