Il Presidente USA
“Xi Jinping è un dittatore”: la clamorosa uscita di Biden dopo le prove di disgelo di Blinken in Cina
A un giorno dall'incontro del segretario di Stato con il Presidente cinese, un vertice definito "molto buono". L'intervento di Biden a un evento di raccolta fondi in California. Le interpretazioni
Esteri - di Redazione Web
Prove di disgelo, colloqui per allentare le tensioni. E l’incontro tra il segretario di Stato USA Antony Blinken e il Presidente cinese Xi Jinping si era chiuso con una dichiarazione che reclamava un risultato “molto buono”, perché “sono stati fatti progressi e raggiunti accordi su alcuni temi specifici”. Parole sicuramente vaghe, comunque significative: la rivendicazione di uno sforzo a non trasformare una rivalità in un conflitto. Erano quasi cinque anni che un segretario di Stato americano non visitava la Cina, un viaggio storico. A neanche un giorno dalla storica missione il Presidente Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione clamorosa, ha definito il suo omologo cinese “un dittatore”.
È successo in occasione di un evento pubblico, una raccolta fondi in California. Ha parlato del grande imbarazzo nel quale si sarebbe trovato Xi Jinping dopo l’abbattimento del pallone spia cinese che da giorni sorvolava il territorio statunitense “Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato – ha continuato Biden citato dalla Reuters – quando ho abbattuto quel pallone con dentro due vagoni pieni di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì. Questa è una di quelle cose che causano grande imbarazzo nei dittatori: non sapere che qualcosa è successo”.
Il Presidente americano non è certo nuovo a uscite molto dure. Era il marzo del 2021 quando aveva definito il Presidente russo Vladimir Putin un assassino. “Lo penso”, aveva risposto in un’intervista alla ABC. La dichiarazione era arrivata all’indomani della diffusione di un report dell’intelligence americana che accusava il Presidente russo di aver autorizzato operazioni per condizionare le elezioni, per favorire la rielezione di Donald Trump. A metà marzo 2022, a quasi un mese dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in un discorso per il Saint Patrick’s day a Capitol Hill, Biden aveva definito il Presidente russo “un dittatore omicida”, un “puro criminale”.
A un giorno dal faccia a faccia tra Blinken e Xi Jinping i toni tra Washington e Pechino tornano dunque a farsi tesi. L’uscita di Biden ha sorpreso un po’ tutti. La questione del pallone spia cinese, un giallo nei primi giorni per l’identificazione dell’oggetto misterioso, e gli scambi di visite tra funzionari statunitensi e taiwanesi, contribuì ad aumentare le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Blinken in Cina aveva incontrato anche Wang Yi, il direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari Esteri del Partito Comunista Cinese (Pcc).
I punti al centro della visita erano quelli delle aspre e centrali contese tra Washington e Pechino: la rivalità tecnologica, le sanzioni americane contro i giganti digitali cinesi, il commercio, la repressione della minoranza musulmana degli uiguri in Cina, i diritti umani in Tibet e Hong Kong, le rivendicazioni di Pechino nel Mar Cinese meridionale, i rapporti con la Corea del Nord, i cittadini statunitensi ingiustamente detenuti. Su tutti i temi, però, spiccava quello della contesa su Taiwan. “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan, rimaniamo contrari a qualsiasi modifica unilaterale allo status quo da entrambe le parti. Continuiamo ad aspettarci la risoluzione pacifica delle divergenze tra le due sponde dello Stretto”.
Sia gli Stati Uniti che la Cina hanno l’obbligo di gestire questo rapporto in modo responsabile – ha detto Blinken in un punto stampa – in questo modo serve i migliori interessi degli Stati Uniti, della Cina, anzi del mondo. Ho avuto un’importante conversazione con il presidente Xi Jinping e ho avuto discussioni sincere, sostanziali e costruttive con le mie controparti, il direttore Wang Yi e il consigliere di Stato Qin Gang. Apprezzo l’ospitalità offerta dai nostri ospiti. In ogni incontro, ho sottolineato che l’impegno diretto e la comunicazione sostenuta ai livelli senior è il modo migliore per gestire responsabilmente le nostre differenze e garantire che la concorrenza non si trasformi in conflitto. E ho sentito lo stesso dalle mie controparti cinesi. Siamo entrambi d’accordo sulla necessità di stabilizzare maggiormente la nostra relazione”.
L’emittente statale China Central Television aveva riferito le parole di Xi Jinping all’ospite: “Nessuna delle due parti può modellare l’altra secondo i propri desideri, tanto meno privare l’altra del suo legittimo diritto allo sviluppo”. Pechino “spera sempre che le relazioni Cina-Usa siano sane e stabili e che i due paesi possano superare tutte le difficoltà e trovare il modo giusto per per andare d’accordo tra loro, caratterizzato da rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti. Si spera che gli Stati Uniti adottino un atteggiamento razionale e pragmatico e vengano incontro alla Cina e mettano in atto azioni per stabilizzare le relazioni e migliorare la situazione dei rapporti sino-americani”.
Blinken e Xi Jinping avevano concordato di portare avanti lo sforzo diplomatico con ulteriori visite di funzionari statunitensi nelle prossime settimane. Lo stesso Biden aveva descritto come fossero “sulla buona strada” le relazioni tra i due Paesi. Le interpretazioni più quotate che al momento spiegano l’uscita sorprendente e clamorosa di Biden sono principalmente due: quella di un messaggio di insoddisfazione per il vertice Blinken-Xi; quella della clamorosa gaffe del presidente americano.