Mancava poco per lasciare la strada, due giorni appena. E invece l’aggressione mortale d parte di due balordi hanno stroncato la sua vita prima che potesse provare a risalire in alto, in quella vita che era stata già abbastanza crudele con lui. Frederick, 43enne Ghanese massacrato di botte a Pomigliano d’Arco in mezzo alla strada dove dormiva domenica notte, era stato convocato dagli assistenti sociali del Comune. Mercoledì aveva l’appuntamento con una mediatrice culturale e avrebbe avuto l’occasione di riorganizzare la sua vita. Secondo quanto raccontato dal Corriere della Sera, gli sarebbe stato anche offerto un alloggio.
A poche ore dal violento pestaggio sono stati fermati i presunti aggressori: due sedicenni che lo avrebbero colpito con calci e pugni ripetutamente e senza pietà verso un uomo che era finito a terra sotto i colpi, immobile, e forse dal corpo provato già dai danni dell’alcol di cui purtroppo era finito per esser dipendente. Un subdolo amico per dare sollievo alle sue pene quotidiane e che lo aveva già ridotto male. Una violenza inaudita che ancora non trova una spiegazione, se mai ce ne può essere una. Venerdì davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Napoli, si terrà l’udienza di convalida del provvedimento di fermo notificato dai carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano d’Arco ai due sedicenni accusati di essere gli autori dell’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. L’individuazione dei due presunti responsabili dell’omicidio – entrambi di Pomigliano – è giunta dopo l’analisi dei video dei sistemi di videosorveglianza e dei loro social da parte dei carabinieri.
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In tanti a Pomigliano conoscevano Frederick, ognuno a modo suo gli voleva bene. Era arrivato lì nel 2012 dopo aver attraversato il Sahara, poi essere finito in un lager libico e infine aver attraversato il Mediterraneo a bordo di uno dei tanti barconi che sfida la sorte inseguendo la speranza. Insieme ad altri migrandti era stato accolto in un albergo del centro. Si trasferì nel Comune di Casalnuovo in attesa di ottenere lo status di rifugiato. Trovò anche un lavoro con cui per un periodo è riuscito anche ad affittare casa. Poi dopo un paio d’anni perse il lavoro e finì nuovamente in strada insieme ai suoi demoni.
Già nel 2021 fu segnalato mentre dormiva in strada. Il Corriere della Sera racconta ancora che gli assistenti sociali e vigili urbani lo trovarono in coma etilico. Fu soccorso e poi portato in una pensioncina a carico del Comune. Poi la guerra in Ucraina e l’arrivo dei profughi diedero priorità a loro nell’accoglienza. Frederick fu accompagnato in una casa famiglia di Napoli da cui però decise di scappare. Ed è così che lo ritrovarono a Pomigliano, a dormire sulla panchina vicino al supermercato dove aiutava le persone con le buste in cambio di qualche moneta. Su quella stessa panchina oggi ci sono i messaggi di una intera comunità basita per quanto accaduto. All’appuntamento per ottenere un tetto non ci è potuto mai andare. Di lui resta la foto che in tanti stanno postando e ripostando sui social che lo ritare in classe, quando è riuscito a prendere la licenza media. Dietro di lui, sulla lavagna la scritta “un braccio, due braccia”. Forse quelle braccia che avrebbero potuto stringerlo forte al petto.