“Impegni personali” della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Così fonti di Palazzo Chigi hanno motivato la decisione di far slittare l’atteso Consiglio dei Ministri convocato per le 17 di giovedì 22 giugno e che aveva al centro importanti provvedimenti che tengono banco nella maggioranza.
A partire dalla nomina del commissario per l’alluvione in Emilia Romagna, fino alle nuove norme del Codice della Strada fortemente volute dal ministro dei Trasporti e Infrastrutture, il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
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Tutto saltato e rinviato a martedì prossimo alle 18. Nel pomeriggio si terrà solo un CdM lampo, presieduto dal vicepremier Antonio Tajani e con all’ordine del giorno l’esame di alcune leggi regionali: i dossier caldi resteranno fuori dalla discussione, in attesa del vertice di martedì 27 giugno.
Meloni in fuga dopo il faccia a faccia, quello sì confermato, alle 16 nella sede del governo con la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola.
Una mossa, quella della premier, che ha stupito anche gli altri componenti della maggioranza, che appare in evidente fibrillazione. Prima il pasticcio sul Mes: il parere tecnico del Ministero dell’Economia lo esalta invece di bersagliarlo offrendo così l’appiglio per non ratificare la riforma osteggiata dal partito della premier e dalla Lega del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Italia che, come noto, è rimasto l’unico Paese europeo a non aver ratificato il Fondo salva-Stati europeo.
Subito dopo il provvidenziale ritardo dei due senatori di Forza Italia in commissione Bilancio al Senato, Claudio Lotito e il ronzulliano Dario Damiani che determina la bocciatura del parere sugli emendamenti al dl Lavoro della relatrice Paola Mancini, di Fratelli d’Italia.
Sul Mes oggi è andata in scena l’ennesima figura barbina della maggioranza. In commissione Esteri della Camera i partiti del centrodestra si sono assentati, il provvedimento che prevede la ratifica dell’intesa di modifica del trattato istitutivo del Mes è stato approvato con i soli voti delle opposizioni di Partito democratico, Terzo Polo e +Europa. Presenti, ma astenuti, i deputati del Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi Sinistra. “La destra non ha avuto il coraggio di venire in commissione”, è stato il commento della deputata Dem Lia Quartapelle. “Questa destra è così: abbandonano la barca appena devono prendersi la responsabilità di decidere per l’Italia”.