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In Molise prove d’intesa Schlein-Conte e di alleanze per il futuro: Pd e 5 Stelle uniti, Renzi va a destra

In Molise prove d’intesa Schlein-Conte e di alleanze per il futuro: Pd e 5 Stelle uniti, Renzi va a destra

Non sarà come la “foto di Narni”, lo scatto che immortalò assieme l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte con gli ex leader di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio in occasione delle elezioni regionali in Umbria, ma quella di giovedì in Molise è stata la prima iniziativa comune tra lo stesso Conte, oggi leader pentastellato, e la nuova segreteria Dem Elly Schlein.

Il contesto è il sostegno al candidato unico alla presidenza della piccola Regione, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, avvocato 45enne espressione proprio dei 5 Stelle.

Conte e Schlein in occasione delle recenti amministrative, rivelatesi un mezzo flop per i Dem e un sostanziale disastro per i grillini, si erano spesso “sfiorati” in diverse tappe elettorali senza mai comparire assieme, neanche nelle città in cui il candidato era comune, come nel caso di Brindisi.

Uno scenario cambiato giovedì, dove i due sono stati assieme a Campobasso per tirare la volata a Gravina, atteso al voto domenica 25 e lunedì 26 giugno.  Nessun palco comune, ma un incontro tra i due leader in un bar del capoluogo: 40 minuti di confronto col candidato governatore Gravina e il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Abbiamo pensato, siccome il tempo stringe, di rendere più efficaci i nostri interventi, di distribuirli – aveva detto Conte a L’Aria che tira, su La 7 -. Lei farà il suo intervento a Termoli, dove io sono stato ieri, e io a Isernia e Campobasso. Stiamo lavorando in uno spirito di squadra“.

Una sfida complicata: il favorito è infatti lo sfidante Francesco Roberti, 56 anni, sindaco di Termoli. Che sia il favorito lo attesta anche la corsa dei vari ministri in Molise, tutti pronti ad intestarsi la possibile vittoria elettorale. Elezioni, quelle molisane, che saranno le prime anche senza la presenza di Silvio Berlusconi: al suo posto ci sarà Matteo Renzi. Italia Viva ha deciso infatti di sostenere Roberti, impossibile infatti una coalizione con gli odiati grillini.

Ne è convinto anche Donato D’Ambrosio, coordinatore regionale di Italia Viva. “Non ho mai avuto dubbi: Roberti è persona ragionevole, pragmatica, ha fatto bene come sindaco, è un’alleanza molto naturale”, dice a Repubblica parlando di “modello da esportare”, anche se “non sono Renzi io”. La virata a destra dei renziani nel voto locale comunque non è una novità: era già successo in Calabria, a Palermo e a Genova.

Sullo sfondo per il Partito Democratico di Schlein resta il tema a dir poco divisivo delle alleanze, di un “campo largo” delle opposizioni al governo Meloni. Carlo Calenda, leader di Azione, su questo punto si tira fuori.  Nessun coinvolgimento in un possibile fronte di forze alternativo alla destra con un M5S “antitetico su quasi tutto” e un Pd a trazione Schlein visto come “molto distante”, spiega all’AdnKronos.

Intervista da Domani, la segretaria Dem invece ribadisce quanto già detto in Direzione al Nazareno: l’opposizione è divisa e non può presentarsi di fronte agli italiani sostenendo di essere un’alternativa all’attuale maggioranza di governo.

Schlein spiega dunque che non solo è possibile trovare un comune denominatore per non sembrare un’Armata Brancaleone ma che è “necessario. Dopo la sconfitta subita a settembre 2022, e dopo quelle delle regionali e ai ballottaggi delle comunali, io sento questa responsabilità. Spero che la sentano anche gli altri. Servono sinergie. Sulla difesa della sanità pubblica: se un governo non mette le risorse sufficienti neanche per combattere l’inflazione vuol dire che sceglie di tagliare i servizi alle persone, e di lasciare ancora più in ginocchio chi non può permettersi la sanità privata“.

Su questo terreno – argomenta la leader Pd – sono convinta che si può lavorare con le altre forze d’opposizione. Il Pd oggi ha una piattaforma chiara: limitare il lavoro a termine, il governo Meloni va nella direzione opposta. Serve una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata. Serve il salario minimo, perché sotto una certa soglia si chiama sfruttamento. Anche sull’attuazione del Pnrr ci può essere un forte convergenza, sugli investimenti al Sud, in quelli nell’economia sociale e della cura“. Di tutte le cose non ce n’è una su cui le altre forze non sono d’accordo: “Allora è un dovere morale verso l’Italia costruire un’alternativa alla destra. Partendo non dalle differenze ma dalle cose che abbiamo in comune”.