La deportazione dei profughi

Meloni regala altre due navi alla Libia per far deportare meglio i profughi

Con tanto di cerimonia all’arsenale militare di Messina consegnate le ennesime motovedette alla guardia costiera libica, in mano ai trafficanti

Politica - di Angela Nocioni - 24 Giugno 2023

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Meloni regala altre due navi alla Libia per far deportare meglio i profughi

Continuiamo a fornire motovedette e denaro ai trafficanti libici, ben piazzati ai vertici della guardia costiera della Libia, che continuano a fare affari d’oro con la tratta dei migranti. Anche ieri: due belle motovedette consegnate a Messina con tanto di cerimonia e protocollo. Dentro l’arsenale militare, così da evitare contestazioni.

Sono state consegnate alla delegazione tecnica della Guardia Costiera libica – così recitano le agenzie – due unità navali Classe Currubia “dopo le operazioni di refitting e rimessa in efficienza da parte delle maestranze dell’Agenzia Industrie Difesa.  La cerimonia di consegna delle imbarcazioni, preceduta dalla firma del verbale ufficiale, ha avuto luogo alla presenza dei rappresentanti della Direzione generale della Politica di vicinato e dei negoziati di allargamento della Commissione Europea, della Direzione centrale dell’Immigrazione e Polizia delle Frontiere, delle commissione tecnica libica, dell’Agenzia Industrie Difesa e della Guardia di Finanza”. Una bella festicciola.

A cosa servono le motovedette ai libici? A due operazioni. A far finta di pattugliare il mare davanti alle coste libiche: farsi dare soldi dai gruppi di trafficanti che gestiscono le varie rotte per far finta di non vedere i barconi e lasciarli passare. E a fermare talvolta alcuni barconi o ad intervenire a volte, rare volte, in caso di affondamento sotto costa e a riportare i migranti indietro in territorio libico dove saranno rinchiusi e torturati prima di provare a ripartire. La sorpresa è che il Pd ha votato per la prima volta (tutti d’accordo, roba mai vista) contro il rifinanziamento degli aiuti alla guardia costiera libica, ossia ai suddetti trafficanti. Inversione a U sulla linea Minniti che gli accordi con la Libia impostò, (la destra si limita a copiarlo).

Dal 2017 una sconfessione da parte del Pd della linea Minniti non era mai accaduta. Voto avvenuto in Commissione esteri e giustizia. L’emendamento è stato bocciato dai voti della destra e dall’astensione dei cinque stelle. Da notare come si schierano poi concretamente i cinque stelle in parlamento quando c’è da decidere qualcosa. Dentro i 5s non sono tutti contenti di questa penosissima posizione. C’è chi si vergogna come un ladro per l’astensione. Ma non lo dice in pubblico per i soliti timori che hanno tutti i cuor di leone eletti nelle liste di quel partito di non essere mai più candidati se mostrano di non comportarsi come da ordine di scuderia ricevuto.

Ieri il deputato M5s Arnaldo Lomuti, componente della Commissione Esteri di Montecitorio, intervenendo in Aula in discussione generale sulle missioni militari all’estero, ha detto: “Abbiamo chiesto al governo di proseguire il nostro supporto alla guardia costiera libica a condizione che venga rivisto il Memorandum Italia-Libia del 2017 in modo da garantire il rigoroso e pieno rispetto dei diritti umani dei migranti, il libero accesso dell’Onu ai centri che li ospitano e la loro progressiva chiusura. La nostra richiesta è stata rifiutata dal governo”. E così lui forse pensa pure d’aver fatto bella figura.

Ma, a parte che tutti attendiamo una bella spiegazione delle ragioni dell’astensione di giovedì in Commissione – e vediamo cosa si inventano stavolta – vorremmo anche sapere dal deputato Lomuti e dal suo partito perché tengono tanto a “proseguire il supporto”, come dicono loro, a una banda di trafficanti. Il deputato Lomuti e i suoi colleghi leggono i giornali e quindi sapranno chi sono i politici con cui il governo Meloni fa accordi in Libia. Sapranno che il 7 giugno a palazzo Chigi è stato ricevuto con picchetto d’onore Imad Trabelsi.

Sapranno che di lui, attuale ministro dell’Interno libico, Amnesty international dice: «uno dei peggiori violatori di diritti umani e del diritto umanitario internazionale». Con il ministro Matteo Piantedosi il trafficante Trabelsi – lo dicono le Nazioni unite che trattasi di trafficante – s’è incontrato il 21 febbraio al Viminale, dopo averlo ricevuto a Tripoli il 29 dicembre del 2022. Presenti il prefetto Lamberto Giannini e il Generale Giovanni Caravelli. Trabelsi, capobanda della parte sud occidentale della Libia, capo della milizia di Zintan e già schedato dall’Onu come uno dei capi del traffico di persone, è stato ricevuto in pompa magna a palazzo Chigi insieme al resto della delegazione del Governo di unità nazionale (Gun) della Libia.

Ricevuti dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Con sessione plenaria alla presenza dei membri dei due governi, incontri bilaterali e firma di memorandum d’intesa. Di sostanzioso in quell’incontro c’erano due miliardi di euro, via Eni. I libici tengono nei lager i migranti, li torturano prima che prendano il largo verso le nostre coste. Noi facciamo loro arrivare altri due miliardi di euro. E anche due belle motovedette appena rimesse a posto per loro. Perché continuino a gestire i rubinetti del transito di barconi e barchini in quei duemila chilometri di costa interamente in mano ai trafficanti usati dalle varie bande libiche come strumento di pressione per farsi dare soldi, soldi, soldi tanti soldi europei con la promessa che a incarcerare i migranti ci penseranno loro. Prima che partano verso l’Italia.

Se abbiamo fatto bene i conti dovrebbero essere in tutto già 24 mezzi dati dall’Italia alle milizie, esclusi i battelli gonfiabili a chiglia rigida che il governo di Tripoli ha da poco fatto arrivare fino a Bengasi, in accordo con Haftar. A breve invece consegna di altre 4 navette inaffondabili prodotte dal cantiere di Adria, dal costo di 2.5 milioni l’una, finanziate interamente dall’Unione europea.

24 Giugno 2023

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