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Auto esplosa in tangenziale, il dramma di Fulvio che sogna di lavorare in Ferrari: “Non vogliamo martiri della ricerca”

Auto esplosa in tangenziale, il dramma di Fulvio che sogna di lavorare in Ferrari: “Non vogliamo martiri della ricerca”

Pochi attimi di cui ancora non si è riuscito a ricostruire la dinamica esatta dell’esplosione dell’auto sulla tangenziale di Napoli avvenuta venerdì 23 luglio. Ciò che è certo è che le fiamme sono divampate all’improvviso e hanno completamente travolto i due passeggeri a bordo: Fulvio Filace, 25 anni, laureando in ingegneria meccanica e Maria Vittoria Prati, 66 anni ricercatrice dell’Istituto Motori del Cnr. Fulvio stava svolgendo lo stage prima della laure a cui era prossimo dopo tanto studio. Entrambi sono stati potati al Centro Grandi Ustionati del Cardarelli in gravi condizioni. Nessuno ha potuto chiedere loro cosa fosse successo perché dall’incidente sono in coma farmacologico.

Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che il giovane fosse alla guida dell’auto che in un secondo momento è risultata essere un prototipo. Mentre la sua famiglia spera di avere presto buone notizie sulla sua salute, chiede agli investigatori di fare chiarezza: “vogliamo sapere la verità ed avere giustizia perché i sogni di un ragazzo non possono interrompersi a 25 anni”, ha detto il cugino Fabio, intervistato da Il Mattino. “Vogliamo capire cosa non ha funzionato su quell’automobile e se questa complicazione poteva essere, in qualche modo, evitata o prevenuta”. In poche parole: sono stati rispettati gli standard di sicurezza per un esperimento del genere?

“Fulvio ha studiato tantissimo in questi anni e spesso lo vedevo sui libri a quella scrivania di Nonno Enzo a cui eravamo tanto legati – ha scritto in un post su Facebook il cugino Fabio il giorno dopo l’incidente – Sognava di lavorare in Ferrari, di affermarsi, di trovare l’indipendenza che ha provato a costruirsi negli anni consegnando pizze il sabato sera e uscendo sempre meno con gli amici. I suoi sogni non possono finire così. Per conseguire gli ultimi crediti all’università sta rischiando di dare come credito la sua vita”.

Secondo quanto riportato, Fulvio sarebbe stato alla guida dell’auto. Sarebbe riuscito ad uscire da solo dall’abitacolo per mettersi in salvo e chiamare aiuto subito dopo l’esplosione. Ha riportato ustioni di terzo grado sul 70% del suo corpo. Per il momento “la preoccupazione principale riguarda le ustioni che hanno ricoperto la maggior parte del corpo di Fulvio” e che è ancora in prognosi riservata. L’unico conforto per i familiari è sapere che almeno gli organi interni non sono stati danneggiati “e questo dato può offrire buone speranze per una ripresa più veloce”, continua Fabio con la speranza che il cugino possa riprendersi completamente da questo brutto momento.

“La vettura era un prototipo del progetto sperimentale denominato ‘Life Save’ – ha raccontato ancora il cugino Fabio al Mattino – una sperimentazione tra realtà universitarie, istituti di ricerca e progetti sostenuti dagli strumenti finanziari della Comunità Europea per realizzare tecnologie ecosostenibili e di minore impatto ambientale”. Ma la passione per i motori di Fulvio non possono renderlo un “martire della ricerca”. Fabio è convinto che “la tecnologia debba progredire e andare avanti ma è contrario al fatto che un ragazzo di 25 anni possa diventare un martire dell’innovazione”. Al Mattino la famiglia, addolorata, ha spiegato: “Bisogna distinguere tra una sperimentazione realizzata in sicurezza e, invece, un progetto che ha messo a rischio la vita di Fabio e di altre persone”. Un drammatico incidente che poteva capitare anche ad altri studenti o ricercatori.