Non hanno cambiato niente i video dei respingimenti arbitrari e alla deriva nell’Egeo della Guardia Costiera e neanche la più grande strage di migranti nel Mediterraneo di sempre. Kyriakos Mitsotakis si è confermato primo ministro della Grecia, il partito di centrodestra Nuova Democrazia ha vinto le elezioni che si sono svolte domenica scorsa. Il Presidente avrà la maggioranza assoluta in Parlamento, una forza che gli permetterà di governare da solo. Si era votato già a maggio e già a maggio Nuova Democrazia aveva vinto nettamente ma senza conseguire la maggioranza assoluta.
A maggio Nuova Democrazia aveva ottenuto il 40,7% dei voti contro il 20% di Syriza. Aveva però ottenuto soltanto 146 seggi, non la maggioranza assoluta dei 300 seggi che compongono il parlamento unicamerale della Grecia. Mitsotakis, in virtù della nuova legge elettorale da lui approvata che prevede un premio di maggioranza per il primo partito, aveva deciso di non formare un governo di coalizione, gli altri partiti non erano in grado di formare un governo e nuove elezioni erano state indette per ieri, domenica 25 giugno. I risultati, con il 99,62% dei voti scrutinati e il 52,83% di affluenza.
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Nea Dimokratia 40,52% dei voti e 158 seggi (su 300). Il partito di sinistra Syriza guidato da Alexis Tsipras al 17,84% e 48 seggi. I socialisti del Pasok l’11,85% dei voti e 32 scranni, i comunisti del Kke il 7,69% delle preferenze e 20 seggi. Il partito Spartiates (Spartani) ha superato la soglia di sbarramento ottenendo il 4,64% e 12 seggi – aveva ottenuto l’appoggio dell’ex membro di Alba Dorata Ilias Kasidiaris, attualmente in carcere, dove sta scontando una pena di 13 anni per aver partecipato all’associazione criminale ormai sciolta. La formazione di estrema destra nota per le sue posizioni anti-migranti, Soluzione Greca, al 4,48% (rispetto al 3,7% del 2019) e 12 seggi. Superano per la prima volta la soglia di sbarramento anche il partito Niki (Vittoria), con il 3,69% e 10 seggi e il Partito Rotta di Libertà di ispirazione antisistema con il 3,17% dei voti e otto seggi. Resta fuori dal parlamento Mera25, il partito fondato dall’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. “Il nostro mancato ingresso è il minimo. La cosa peggiore è il canto funebre della sinistra che non è riuscita a impedire la trasformazione della rabbia in una corrente di estrema destra“.
La vittoria di Mitsotakis e di Nea Demokratia era ampiamente attesa. “Sento forte il mio dovere nei confronti del Paese”, ha commentato a caldo Mitsotakis. “Sarò il premier di tutti i greci, le grandi riforme procederanno con rapidità”. Il Presidente ha conquistato grande popolarità grazie ai risultati economici ottenuti nel suo mandato. La disoccupazione rispetto al picco del 2015, quando era al 27,5%, è più che dimezzata. È poco sopra l’11%. Il governo ha aumentato pensioni e salario minimo e ha ripagato in anticipo i prestiti del Fondo Monetario Internazionale contratti durante la crisi dei debiti sovrani. La crescita però è stata definita disuguale da diversi osservatori. Il deficit è ancora alto.
La campagna elettorale nelle ultime settimane si era concentrata soprattutto sulla questione migranti dopo il naufragio al largo di Pilo in cui sono morte centinaia di persone, uno dei più gravi disastri degli ultimi anni nel Mediterraneo. Mitsotakis ha difeso l’operato della Guardia Costiera, sotto i riflettori per il mancato soccorso, e attaccato gli scafisti, “feccia umana”. Entrati in parlamento anche altri partiti anti-migranti come Niki e Soluzione Greca. Già ieri sera alcuni uomini con il volto coperto hanno attaccato con pietre e molotov gli uffici del Movimento Socialista Panellenico (Pasok) presso la via Charilaou Trikoupis, nel quartiere ateniese di Exarchia.