Decreto lavoro

Il lavoro secondo la Meloni: meno tutele, più precarietà

Voucher, contratti a termine e misure spot per l’assunzione a tempo indeterminato dei giovani: ci troviamo davanti a un testo contraddittorio. E le misure per aumentare il potere d’acquisto delle retribuzioni hanno carattere transitorio

Politica - di Cesare Damiano - 27 Giugno 2023

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Il lavoro secondo la Meloni: meno tutele, più precarietà

Il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante “misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, è stato varato nel corso del Consiglio dei ministri tenutosi il 1° maggio. Data non casuale e giudicata “provocatoria” dai sindacati. Il provvedimento presenta una serie di misure che potremmo definire “non lineari”: una porta alla diminuzione delle tutele per le persone che versano in condizioni di povertà; un’altra aumenta il potere d’acquisto delle retribuzioni; un’altra ancora aumenta la precarietà dei lavoratori, soprattutto per le categorie più fragili come i giovani e le donne e in settori dove le condizioni economiche e normative dispongono di garanzie minori.

Esaminiamo, allora, i punti essenziali del provvedimento: l’istituzione di un nuovo strumento di contrasto della povertà; la definizione di norme sulla sicurezza del lavoro e sui percorsi formativi scuola-lavoro; l’adozione di misure che ampliano la flessibilità/precarietà della prestazione: contratti a termine più accessibili e ampliamento dei voucher; una ulteriore diminuzione del cuneo fiscale per la seconda metà del 2023.

Contrasto alla povertà
Il nuovo Assegno di Inclusione (AdI) dal 2024 è riconosciuto solo se il cittadino in condizione di povertà, anche se occupabile , (ISEE non superiore a euro 9.360) abbia nel proprio nucleo familiare componenti con disabilità, minorenni o con almeno sessant’anni di età.
Per tali cittadini il beneficio economico consiste in una integrazione del reddito familiare fino alla soglia di euro 6.000 annui, più una ulteriore integrazione per i nuclei familiari residenti in abitazione in affitto fino ad un massimo di 3.360 euro all’anno.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha calcolato che dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari sinora beneficiari del reddito di cittadinanza, circa 400.000 (il 33,6 per cento) rimarranno esclusi dal nuovo assegno di inclusione. Per gli occupabili (età 18 – 59 anni, con ISEE familiare non superiore a euro 6.000 annui), dal 1° settembre 2023 si introduce lo Strumento di attivazione (SdA). In caso di partecipazione ai programmi formativi e a progetti utili alla collettività, l’interessato riceve un beneficio economico pari a 350 euro (al massimo per 12 mensilità). Le nuove misure che sostituiscono il Reddito di Cittadinanza, restringendo di molto la platea, consentono al Governo un notevole risparmio di risorse non sui soggetti forti, ma su quelli più deboli.

Sicurezza del lavoro e dei percorsi formativi scuola-lavoro
Viene istituito un Fondo per il sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche privati, deceduti a seguito di infortuni occorsi durante le attività in alternanza scuola-lavoro. È prevista una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per l’anno 2023. Va anche segnalata l’estensione delle tutele INAIL a studenti e professori: una misura che coinvolge circa 10 milioni di cittadini. Questi due interventi, estremamente positivi e accettati dal Governo, sono stati richiesti dal Consiglio di Amministrazione dell’INAIL, quello stesso che insieme a quello dell’INPS è stato sottoposto a un violento e immotivato spoils system.

Contratti a termine
I contratti a tempo determinato potranno avere una durata superiore a quella ordinaria di 12 mesi, nei casi previsti dai contratti collettivi. In assenza di questi e, in ogni caso, fino al 30 aprile 2024, le “parti” potranno individuare le “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva” per prorogarne la durata. Infine, anche la sostituzione di altri lavoratori potrà giustificare l’apposizione di un termine superiore a quello ordinario. Vengono così meno le attuali causali connesse alle esigenze “temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività” o quelle “connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria”.

Nelle considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia, presentate lo scorso 31 maggio si afferma: “Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate. In molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate: la quota di giovani ancora precaria dopo cinque anni resta al 20 per cento”. Per di più, il fenomeno dei contratti a termine in Italia già ora interessa oltre 3 milioni di lavoratori e secondo i dati forniti nelle note trimestrali sulle tendenze dell’occupazione realizzate da Istat, Ministero del Lavoro e Inps, relative al terzo trimestre 2022, tra i nuovi contratti a tempo determinato oltre il 31 per cento prevede una durata lavorativa fino a un mese soltanto.

A questo allargamento delle maglie sui contratti a termine si aggiungono i voucher per prestazioni occasionali che vengono elevati a 15.000 euro annui per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento. Nella legge di bilancio 2023 il limite era già stato elevato da 5.000 a 10.000. La stessa relazione tecnica alla legge di bilancio aveva evidenziato che “ferma restando la domanda di lavoro, il maggior ricorso ai Contratti di Prestazione Occasionale farà diminuire, verosimilmente, assunzione di altra natura (lavoro a tempo determinato, lavoro stagionale)” Ovvero, questa scelta favorisce una dequalificazione dei rapporti di lavoro e delle tutele.

Il Cuneo contributivo
Il taglio del cuneo fiscale sulla quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore, è incrementato di 4 punti percentuali, per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 30 novembre 2023. L’onere stimato è di 4.064 milioni di euro per l’anno in corso. E’ di tutta evidenza che si tratti di una misura che va nella direzione auspicata di aumento del potere di acquisto di salari e stipendi, ma ha il difetto di avere carattere transitorio: si tratta di una misura una tantum.

Altre misure. Detassazione lavoro notturno e festivi per dipendenti di strutture turistico-alberghiere
Si prevede che, per il periodo dal 1° giugno 2023 al 21 settembre 2023, a favore dei lavoratori del comparto del turismo con un reddito fino a 40.000 euro, sia riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario effettuato nei giorni festivi. Gli oneri di tale previsione sono stimati in 54,7 milioni di euro. Una soluzione che non ha precedenti, che mette a carico della fiscalità generale uno strumento che interviene nelle dinamiche di mercato tra domanda e offerta di lavoro del settore turistico.

Vengono introdotte misure di Welfare aziendale limitatamente al periodo d’imposta 2023. Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati solo ai lavoratori dipendenti con figli a carico nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000.

Non si può ignorare il carattere discriminatorio di tale misura che plafona a 280 euro il tetto di coloro che non hanno figli. Nel complesso, come abbiamo già osservato, ci troviamo di fronte a misure contraddittorie: da un lato più precarietà con voucher e contratti a termine e, dall’altro, incentivi (spot) per le assunzioni a tempo indeterminato dei più giovani. E, ancora, il miglioramento delle buste paga che prosegue sulla strada intrapresa dal Governo Draghi, accanto al drastico taglio di risorse per i più poveri.

27 Giugno 2023

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