Il viaggio in Russia
In missione per conto di Papa Francesco: il cardinale Zuppi vola a Mosca per la pace in Ucraina
Il Presidente della Cei domani e dopodomani a Mosca. Non si sa ancora se incontrerà il Presidente Vladimir Putin. Gli sforzi per la pace della Santa Sede interrotti dopo il viaggio del cardinale a inizio mese a Kiev, dove aveva incontrato Zelensky
Esteri - di Antonio Lamorte
Quasi un mese ci è voluto per il Vaticano, Papa Francesco e Matteo Maria Zuppi per riprendere quel viaggio lasciato a metà, interrotto tra Kiev e Mosca. Il cardinale arriverà questa sera in Russia e ci rimarrà domani e dopodomani. “Scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”, spiegano dalla Santa Sede. A inizio giugno il cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) era stato inviato del Pontefice a Kiev, aveva incontrato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E già allora era stato annunciato un viaggio anche in Russia che però poi non si era concretizzato.
Zuppi resterà a Mosca domani e dopodomani. È accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato. Arriverà nella capitale nei giorni più turbolenti della Federazione, dopo l’ancora misterioso sollevamento e la marcia intrapresa da Yevgeny Prigozhin con i suoi uomini della milizia di mercenari Wagner. Un’avanzata che si è interrotta a 200 chilometri da Mosca, per “evitare un bagno di sangue”, e con il dietrofront e un presunto accordo mediato dal Presidente della Bielorussia Alexandar Lukashenko. Del “cuoco” di Putin si sono perse le tracce, ha rilasciato un messaggio audio in cui smentiva di voler compiere un colpo di stato. Il Presidente ha parlato ieri alla Nazione, ha rivendicato il merito di aver scongiurato un bagno di sangue. Ai mercenari che si erano messi in marcia ha assicurato la possibilità di mettersi al servizio dell’esercito della Federazione o di trasferirsi in Bielorussia.
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La situazione è delicatissima. Zuppi alla vigilia della partenza ha incontrato Papa Francesco – quando era tornato dall’Ucraina Bergoglio era appena stato ricoverato all’Ospedale Gemelli. “I risultati di tali colloqui – informava una nota della Santa Sede alla fine della missione di due giorni in Ucraina – come quelli con i Rappresentanti religiosi, nonché l’esperienza diretta dell’atroce sofferenza del popolo ucraino a causa della guerra in corso, verranno portati all’attenzione del Santo Padre e saranno senz’altro utili per valutare i passi da continuare a compiere sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per una pace giusta e duratura”.
Il cardinale incontrerà il patriarca ortodosso di Mosca Kirill e responsabili del governo russo. Non si sa ancora se incontrerà Vladimir Putin. Zuppi aveva definito un’indicazione positiva, “che abbiamo accolto con riconoscenza”, le parole di apprezzamento per gli sforzi del Vaticano espresse dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. La Santa Sede non intende mediare direttamente la pace, al momento una missione che pare impossibile. Più che altro l’obiettivo è “creare un’atmosfera di pace” che possa smorzare la logica di guerra che pervade ogni trattativa e ogni dialogo tra le parti. Ascoltare e incoraggiare “gesti di umanità”. I primi passi riguardano la mediazione umanitaria, con il rilascio dei prigionieri di guerra e il ritorno in Ucraina dei bambini deportati in Russia – accusa che è costata tra l’altro a Vladimir Putin l’incriminazione per “crimini di guerra” dalla Corte internazionale dell’Aja.
A Zelensky il cardinale aveva consegnato una lettera scritta da Papa Francesco. Non è escluso che non possa fare lo stesso con Putin. Spesso e volentieri negli ultimi tempi Papa Francesco ha evocato le parole di Pio XII nel messaggio ai governanti del 24 agosto 1939, alla vigilia della Seconda Guerra mondiale: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”. Di Zuppi si ricorda spesso la sua cittadinanza onoraria del Mozambico, per aver trattato da protagonista l’accordo di pace raggiunto nel 1992 a Roma.