Il leader Wagner a Minsk
Putin ringrazia l’esercito dopo il quasi-golpe di Prigozhin: “Avete fermato una guerra civile”
Esteri - di Redazione
Vladimir Putin torna a parlare in pubblico. Dopo i cinque minuti video trasmessi nella serata di lunedì, lo Zar si è rivolto questa mattina al personale militare riunito al Cremlino dopo quanto accaduto nel fine settimana in Russia, col “golpetto” tentato dalla brigata Wagner di Yevgeny Prigozhin.
Putin ha incontrato personalmente in Piazza della Cattedrale al Cremlino i militari e le forze dell’ordine che hanno contributo a fermare il tentato colpo di Stato dei mercenari: una folla notevole, oltre 2mila persone, tra cui anche il ministro degli Affari interni. “Avete sostanzialmente fermato una guerra civile, agito in modo corretto e coordinato”, ha dichiarato il capo dello Stato russo, dimostrandosi grato ai propri soldati.
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Lo Zar all’inizio del suo discorso ha anche chiesto di onorare con un minuto di silenzio i morti nella rivolta del battaglione Wagner andata in scena lo scorso 24 giugno scorso: si tratta degli aviatori sui velivoli militari russi che sono stati abbattuti dalla milizia di Prigozhin. “I veri difensori in tempi difficili hanno ostacolato i disordini, il cui risultato sarebbe stato il caos”, li ha lodati Putin.
🚨🇷🇺 Fuoriprogramma di #Putin: annunciato un discorso a sorpresa del presidente russo in presenza dei soldati in uno dei cortili principali del Cremlino. pic.twitter.com/OmrGKQzd0j
— Dario D’Angelo (@dariodangelo91) June 27, 2023
L’esercito di Mosca e il popolo russo non sono stati dalla parte degli ”ammutinati”, ovvero dei mercenari del gruppo Wagner, giunti sabato a duecento chilometri dalla capitale secondo quanto riferito dallo stesso Prigozhin, ha quindi aggiunto Putin. “Le persone che sono state attratte dalla ribellione hanno visto che l’esercito e il popolo non erano con loro. Il dispiegamento rapido e preciso delle forze dell’ordine ha permesso di fermare lo sviluppo estremamente pericoloso della situazione nel Paese e di prevenire vittime civili”, ha sottolineato ancora il numero di Mosca nel suo discorso.
Prigozhin volato a Minsk
Con la situazione tornata apparentemente alla normalità in Russia, il suo “rivale” Yevgeny Prigozhin è invece sbarcato in Bielorussia. L’ex “chef” e leader della Wagner è infatti atterrato stamani a bordo di un jet privato all’aeroporto militare di Machulishchi, vicino la capitale Minsk.
È quanto annunciano i media ucraini i quali, citando i dati di Flight Radar, riferiscono che il veicolo è arrivato alle 6:40, ora locale, da Rostov sul Don.
Proprio da Minsk arrivano le parole di Lukashenko, il presidente bielorusso che avrebbe avuto un ruolo chiave nella “trattativa” tra Mosca e la Wagner. L’autocrate di Minsk ha dichiarato che le persistenti tensioni tra il gruppo paramilitare Wagner e l’esercito russo sono state gestite male, portando lo scorso fine settimana allo “scontro” tra le due parti. “La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così”, ha dichiarato Lukashenko ai giornalisti, citato dall’agenzia di stampa statale Belta. Aggiungendo: “Non ci sono eroi in questa storia”, anche perché il presidente bielorusso non nasconde che “è stato doloroso assistere agli eventi che si sono verificati nel sud della Russia. Non solo per me. Molti dei nostri cittadini li hanno presi a cuore. Perché la Patria è una”.
Mosca intanto procede a “disarmare” la Wagner. Come riporta l’agenzia di stampa Tass, sono in corso i preparativi per il trasferimento dell’equipaggiamento militare pesante di Wagner alle truppe russe. L’indagine sul gruppo è però chiusa: verrà infatti archiviata dalle autorità russe l’incriminazione avviata dopo la rivolta dei mercenari al soldo di Prigozhin. Una decisione legata all’ordine dato alle truppe di fermare l’avanzata verso Mosca: secondo quanto reso noto dal Fsb, il Servizio di sicurezza federale, è stato stabilito che i partecipanti alla rivolta hanno posto fine alle loro “azioni criminali”.