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Scomparsa Kata, prelevato Dna dagli occupanti dell’ex Hotel: il cerchio si stringe su un sospettato

Scomparsa Kata, prelevato Dna dagli occupanti dell’ex Hotel: il cerchio si stringe su un sospettato

Continuano le ricerche della piccola Kataleya, la bimba di 5 anni, di origini peruviane, scomparsa nel nulla il 10 giugno dall’ex Hotel Astor di Firenze. Gli investigatori non stanno lasciando inesplorata nessuna pista nonostante le incongruenze, a partire dal momento esatto della scomparsa di Kata. E si fa avanti l’ipotesi che chi ha preso Kata possa essere ancora tra gli occupanti dell’albergo. Una ipotesi salita alla ribalta delle cronache dopo che la Procura di Firenze ha ordinato il prelievo del Dna da tutti gli inquilini. Giorni scorsi la stessa operazione era stata fatta con alcuni oggetti di Kata.

E’ La Nazione a ricostruire cosa è accaduto e a rilanciare l’ipotesi che il cerchio si stia stringendo intorno a un sospettato tra le 150 persone che occupano quello stabile. E si cerca di individuare quel qualcuno prima che possa scappare. Prudente la nota diffusa dai Carabinieri: “Gli accertamenti sul dna degli occupanti rientrano nelle normali attività investigative specifiche per le ricerche di persone scomparse, finalizzate semplicemente a cristallizzare la eventuale presenza di soggetti estranei agli occupanti dell’Astor rispetto ai reperti acquisiti durante i sopralluoghi”. Massimo riserbo da parte degli investigatori sulle indagini.

Intanto sono stati portati via alcuni reperti e individuate targhe. Tutti i video delle telecamere di sorveglianza sono stati comparati con le più avanzate tecnologie per non lasciarsi sfuggire nessun dettaglio, nemmeno il più piccolo. Tutto per capire cosa sia successo in quell’ora e trequarti che va dall’ultimo avvistamento di Kata (che lascia alcuni amichetti e, fatti pochi passi indietro rientra in albergo) e l’allarme. Intanto emerge una certezza che scardina ogni dubbio: i profili genetici dei genitori di Kata corrispondono precisamente con quelli della bimba. E questo toglie tutti i dubbi che ci possa essere stato uno scambio di persona e che dunque il rapimento passa essere legato a una rivendicazione di paternità. Resta in piedi ancora la pista del rapimento legato a rivendicazioni sul racket degli affitti all’interno dell’ex hotel Astor.