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Yulia e Anna, le gemelle uccise dai missili russi mentre mangiavano una pizza: 11 le vittime a Kramatorsk

Yulia e Anna, le gemelle uccise dai missili russi mentre mangiavano una pizza: 11 le vittime a Kramatorsk

Stavano mangiando una pizza al ristorante, il Ria Pizza di Kramatorsk, in Ucraina godendosi forse quell’ultimo baluardo di normalità in due anni di guerra quando all’improvviso missili russi gli sono piombati addosso. Per tutto il giorno si sono rincorsi i numeri e il bilancio delle vittime che per ora è fermo a 11 ma che potrebbe continuare tristemente a salire. Sono almeno 60 le persone rimaste ferite. Tra le vittime ci sono almeno 4 minori tra cui un ragazzo di 17 anni e Yulia e Anna Aksenchenko, due gemelle di 14 anni. Si continua a scavare tra i detriti con la speranza di trovare ancora qualche sopravvissuto e intanto i volti sorridenti delle due ragazzine sono già diventate un altro simbolo di questa drammatica guerra, nel suo volto più feroce: quello della morte che piomba addosso ai civili.

I soccorritori hanno messo in salvo 7 persone tirate fuori miracolosamente dalle macerie. Ria Pizza è uno dei pochi locali di Kramatorsk ad essere aperti. Qui si riuniscono spesso giornalisti, fotografi e militari per mangiare un boccone e fare una pausa da tanta sofferenza che vedono tutti i giorni. Qui martedì sera c’erano anche le due gemelle 14enni, Yulia e Anna: erano andate a mangiare una pizza, alla ricerca di un po’ di normalità. Quella che tanto ucraini non sanno più cos’è. A casa non sono più tornate, sono state uccise dai missili russi mentre mangiavano una pizza. Da civili che vivono in una città.

“L’attacco ha colpito un’area pubblica, dove i civili vivono e fanno la spesa. Questo è un altro tragico esempio di attacchi indiscriminati contro i civili in questa guerra. Tutti gli attacchi contro persone e infrastrutture civili sono inaccettabili. Nel corso di questa guerra abbiamo assistito a diffusi attacchi missilistici in tutta l’Ucraina e oggi nessuno è al sicuro. Msf condanna fermamente l’inaccettabile violenza a Kramatorsk e chiede una adeguata protezione per i civili”, denuncia Christopher Stokes, capomissione di Medici senza frontiere in Ucraina.

Il controspionaggio dello Sbu, il servizio segreto civile ucraino, poche ore dopo l’attacco avvenuto alle 19.30 di martedì, ha arrestato il collaborazionista che avrebbe aiutato all’individuazione del posto da colpire senza pietà. Si tratta di un dipendente della società locale di trasporto del gas. Nel pomeriggio di ieri, qualche ora prima dell’attacco, ha inviato un video della pizzeria e si presume anche le coordinate geografiche per azionare il sistema di lancio dell’Iskander, il micidiale missile balistico a corto raggio. Per l’intelligence ucraina è un agente addetto a operazioni speciali per conto del principale dipartimento delle forze armate russe. “Il 27 giugno ha ricevuto l’ordine di verificare che la pizzeria fosse aperta e di registrare con un filmato la presenza dei clienti. Ha così girato un video della struttura e del parcheggio adiacente, poi lo ha mandato all’intelligence militare russa”. Sarebbe stato il collaborazionista stesso a spiegarlo alle autorità, durante l’interrogatorio.

Ma Mosca, come sempre, respinge le accuse. Il ministero della Difesa russo, attraverso il portavoce, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Interfax, ha affermato che l’obiettivo colpito nel bombardamento a Kramatorsk non era civile ma un “punto di dispiegamento temporaneo del personale di comando della 56/a Brigata di fanteria motorizzata delle forze armate ucraine”. Quello che è certo è che altri civili sono rimasti vittime di questa guerra.