La presentazione
A Thousand And One, il film della Rockwell: “Perquisiti, sfrattati e usati: la mia New York inospitale coi neri”
Una madre e un figlio alla ricerca della felicità nella Grande Mela di Giuliani e Bloomberg che hanno reso la vita più difficile agli afroamericani.
Cinema - di Chiara Nicoletti
Lo scorso gennaio ha vinto il Gran Premio della Giuria all’edizione 2023 del Sundance Film Festival, la manifestazione gestita dal Sundance Institute di Robert Redford. L’opera prima della regista statunitense A. V. Rockwell, A Thousand And One presentato alla 69esima edizione del Taormina Film Festival, è finalmente nelle sale e vede protagonista la cantante Teyana Taylor, conosciuta come coreografa per Beyoncé in Ring the Alarm e attrice nel sequel de Il Principe Cerca moglie.
Il film percorre due decenni nella vita di Inez (Taylor), un’orfana passata attraverso il sistema di affidamento minorile di New York e cresciuta per strada che decide di affrontare le responsabilità della maternità e rapisce Terry, 6 anni, dalla sua casa adottiva, fuggendo con lui ad Harlem, dove fa tutto il possibile per creare una casa sicura e stabile, mentre la città cambia rapidamente intorno a loro. A Thousand And One parla di un rapporto molto intenso tra una madre e un figlio e la loro ricerca della felicità ma allo stesso tempo, a fare da sfondo c’è New York che A.V. Rockwell definisce «il terzo protagonista, il cattivo senza volto, che stabilisce il tono della storia e ciò che Inez e il figlioletto Terry devono vivere».
A Roma dopo la presentazione a Taormina Film Fest, Rockwell e Taylor descrivono la loro New York, quella in cui entrambe sono cresciute e che si vede cambiare nel film il cui inizio coincide con l’avvio del mandato di Rudolph Giuliani a sindaco nel 1994: «Il film racconta le misure prese da Giuliani e come queste hanno influenzato la città e poi come l’arrivo di Bloomberg, nel 2001, post 11 settembre, cambierà le cose e genererà le avversità che i due devono affrontare». Di Giuliani Rockwell dice: «Anche se comunità emarginate e personaggi come Inez e Terry avrebbero dovuto beneficiare della sua visione e della sua promessa, sono stati in gran parte trascurati o addirittura presi di mira».
Nel film Rockwell rende evidente quanto le manovre di Giuliani vanno a impattare sulla vita di madre e figlio e soprattutto sull’adolescenza di Terry: era l’anno infatti in cui le politiche di “fermo e perquisizione” autorizzavano la polizia a mettere le mani ovunque su qualsiasi persona ritenuta sospetta. Dopo il suo acclamato cortometraggio Feathers del 2018, su una giovane studentessa nera vittima di bullismo in una scuola maschile, con A Thousand And One Rockwell sta cambiando la narrativa nella rappresentazione delle donne di colore sul grande schermo e così facendo, mostrandole forti e indipendenti ma fragili allo stesso tempo, contribuisce a cambiare le cose per tutti i personaggi femminili al cinema. A questo proposito, nelle note di regia confessa: «Inez è anche il tipo di eroina che avrei voluto vedere di più sullo schermo. Volevo vedere una donna di colore che vive la vita alle sue condizioni, indipendentemente da ciò che la società le offre».
Una storia personale per Rockwell? «Lo è stata nel senso che volevo raccontare la New York in cui sono cresciuta, di quando ero bambina e poi rivederla con gli occhi dell’adulta per capire quello che è successo. È stata un’opportunità per me di raccontare cosa vuole dire essere una donna di colore a NY, allora come oggi, in cui è difficile andare avanti. Inez rappresenta tante donne che ho conosciuto e con cui ho lavorato». «Anche se sono una madre – si affretta ad aggiungere – ho avuto modo di vedere tutto il dolore che c’è nei rapporti familiari, tra genitori e figli, soprattutto quando ci sono delle mamme single e mi piaceva l’idea che questa storia potesse essere terapeutica per tante persone che vivono questa situazione».
Concorda Teyana Taylor che ha amato molto il suo personaggio: «Essendo di New York mi sono identificata molto con Inez. Brooklyn, il Bronx, Queens, ha girato dappertutto, ma è una ragazza di Harlem. Quando ho letto la sceneggiatura, è stato fantastico. Ho sentito il personaggio. Ho sentito Inez». Sulle azioni del suo personaggio poi l’attrice e cantante sintetizza così: «Questo film parla di una donna davvero forte che deve prendere la decisione sbagliata per le giuste ragioni».
Per tutto l’incontro, A.V. Rockwell non smette di sottolineare quanto New York sia cambiata in peggio e data questo cambiamento negativo dalle politiche di Bloomberg del 2005 che hanno portato ad una estrema gentrificazione: «Anche se ci sono un certo numero di registi noti per aver realizzato grandiose odi e lettere d’amore alla città, alla fine ho deciso di fare un film su come New York ha spezzato il cuore a me e ai miei coetanei». Con registi noti, Rockwell si riferisce a colleghi come Martin Scorsese o Spike Lee e precisa: «Quando penso al fatto di essere una regista newyorkese, sono onorata di avere come riferimento autori come Scorsese o Lee ma volevo far vedere la città in una luce un po’ diversa rispetto a come è stata descritta da loro».