L’eurodeputata di Forza Italia Alessandra Mussolini, relatrice ombra in commissione Libertà civili al Parlamento europeo del report che analizza la situazione dei Diritti Fondamentali in Unione Europea nel biennio 2022-2023, ha presentato un emendamento per chiedere che gli Stati Ue riconoscano i figli di genitori anche dello stesso sesso, indipendentemente dal mondo in cui sono stati concepiti.
“Considerando che i diritti dei minori sono universali e che ogni minore gode degli stessi diritti senza discriminazione, come il diritto al riconoscimento della filiazione”, si legge nel testo, l’emendamento “esorta gli Stati Membri a registrare gli atti di nascita indipendentemente dal modo in cui il figlio è stato concepito o è nato e dal tipo di famiglia da cui proviene, sia esso figlio di un genitore unico, di una coppia di fatto, di una coppia sposata o di una coppia che ha contratto un’unione registrata, ivi compreso il figlio con due genitori dello stesso sesso o adottato a livello nazionale in uno Stato membro da uno o due genitori”.
“L’utero della donna – ha dichiarato Mussolini – non è di diritto pubblico, è un organo nostro, privato, personale, del nostro corpo. Il diritto può solo lambire l’isola della famiglia. Non possiamo inserirci troppo in quello che è il nucleo familiare, i bambini devono essere difesi da tutto e da tutti”. “Noi siamo in Europa e l’Europa funge proprio da sprone, da stimolo”, ha replicato Mussolini a una domanda sulla compatibilità delle sue posizioni sulle cosiddette famiglie arcobaleno rispetto alle politiche messe in atto dal governo italiano guidato da Giorgia Meloni. “Dalla sua nascita Forza Italia è sempre stato un partito laico, libertario e garantista. Quindi, ci possono essere vari componenti da una parte e dall’altra, ma io credo che la difesa dei minori sia sacrosanta”, ha aggiunto l’europarlamentare.
“Il bambino, quando nasce, è un individuo che va garantito nei diritti. Non può derivare il diritto del minore dal tipo di famiglia, questo sarebbe ingiusto e gravissimo”, ha evidenziato in un punto stampa al Parlamento europeo. Il dossier in discussione, che verrà votato in commissione Libe dopo l’estate e successivamente in plenaria, include altri due emendamenti presentati da Mussolini nella parte dei ‘considerando’ iniziali del testo. Una modifica a favore delle “persone che non riescono a gestire le mestruazioni in maniera dignitosa e salubre” invita gli Stati a “combattere la ‘period poverty’, cioè l’impossibilita’ di potersi garantire un’igiene adeguata attraverso appostiti dispositivi sanitari, azzerando l’Iva su tali prodotti”.