Il sommergibile disperso
Ritrovamenti tra i detriti del Titan, la Guardia Costiera: “Sembrano resti umani”
Il materiale trasportato in un porto degli Stati Uniti per le analisi. Arrivati in Canada altri resti del sommergibile. La scoperta a una settimana dalla fine delle speranze
Esteri - di Redazione Web
Sembrano essere resti umani. Li ha ritrovati la Guardia Costiera che ha fatto sapere del ritrovamento tra i detriti del sommergibile Titan imploso a quasi 4.000 metri di profondità nell’Oceano Atlantico. A una settimana dalla fine dell’ossigeno e dal rinvenimento di alcuni detriti del sottomarino della OceanGate sparito nel nulla domenica 18 giugno, durante un’immersione alla scoperta del relitto del Titanic, emergono alcune tracce. Erano cinque le persone a bordo, nessuna speranza per loro. Per l’analisi dei materiali i resti saranno trasportati verso un porto negli Stati Uniti.
Lo ha fatto sapere la stessa Guardia Costiera. Tramite i test si vuole non solo risalire alla natura dei materiali scoperti ma anche alle cause dell’accaduto, per prevenire futuri episodi simili. I resti erano “accuratamente raccolti dai rottami sul luogo dell’incidente”. Il sommergibile era prodotto dall’azienda OceanGate, del Ceo Stockton Rush, anche lui a bordo durante la missione. 250mila dollari il prezzo del biglietto. Lo scafo era angusto, pochi metri di spazio in cui non si poteva stare seduti e neanche in piedi. Il sommergibile era comandato da un gamepad per videogiochi.
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A bordo con Rush anche il magnate britannico Hamish Harding, il miliardario pakistano Shahzada Dawood e il figlio 19enne Suleman Dawood e il pilota ed esploratore francese Paul-Henri Nargeolet. I contatti con il sottomarino erano stati persi un’ora e 45 minuti dopo l’inizio della discesa. La notizia aveva fatto il giro del mondo, per cinque giorni si erano affannate le ricerche e si era sperato di salvare l’equipaggio.
La campagna di ricerca aveva coinvolto per prime le Guardie Costiere degli Stati Uniti e del Canada ed era stata seguita passo per passo dai media di tutto il mondo. Alcuni rumori, riconducibili a colpi, erano stati captati dai sonar mercoledì scorso. Avevano fatto sperare. Una corsa contro il tempo considerando l’autonomia di 96 ore di ossigeno nelle scorte del sottomarino. Il ritrovamento dei rottami che si riteneva appartenessero al Titan si era verificato a quattro giorni dalla scomparsa. Il sommergibile è probabilmente imploso, schiacciato dalla fortissima pressione che avrebbe ucciso all’istante tutti i passeggeri. A una settimana dal ritrovamento resta questa la principale ricostruzione.
“C’è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita del Titan e per contribuire a garantire che una simile tragedia non si ripeta”, ha affermato Jason Neubauer della Guardia Costiera. I ritrovamenti hanno coinciso con l’arrivo in Canada di alcuni resti del sommergibile recuperati dalla compagnia canadese cui appartiene anche la Polar Prince, la nave madre del Titan. Anche su questi resti saranno condotte indagini.