Il nuovo prefetto Dicastero
Bergoglio contro Ratzinger: “Immorali quelle condanne”
Il cambio di passo e di prospettiva non potrebbero essere più radicali. E infatti sui social i profili cattolici più conservatori gridano immediatamente allo scandalo e all’accusa di “modernismo” contro papa Francesco.
Editoriali - di Fabrizio Mastrofini
Papa Francesco nomina un nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, che diventa allo stesso tempo Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione teologica internazionale. La novità è clamorosa. E non sta nel non rinnovare il primo mandato al gesuita cardinale Ladaria, attuale Prefetto. La novità è nella lettera pubblicata contestualmente alla nomina, nella quale Francesco chiede una svolta rispetto al passato per quanto riguarda le modalità di lavoro e di intervento e lo fa in modo assai brusco.
Infatti al nuovo capo-dicastero, l’argentino Víctor Manuel Fernández, finora arcivescovo di La Plata, il papa indica a chiare lettere quali sono, a suo avviso, le priorità da seguire. “Il dipartimento che presiederai (il nuovo prefetto entra in carica a metà settembre, ndr) – scrive il papa – in altri tempi è arrivato ad usare metodi immorali. Erano tempi in cui più che promuovere la conoscenza teologica si perseguitavano eventuali errori dottrinali”. E aggiunge: “Quello che mi aspetto da te è senza dubbio qualcosa di molto diverso”.
Che cosa lo specifica subito dopo. “Lo scopo principale del Dicastero è quello di ‘custodire la fede’. Per non limitare il significato di questo compito, bisogna aggiungere che si tratta di ‘accrescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione, affinché la sua luce sia un criterio per comprendere il senso dell’esistenza, soprattutto di fronte agli interrogativi sollevati dal progresso della scienza e dallo sviluppo della società”. Questi interrogativi, ripresi in un rinnovato annuncio del messaggio evangelico, “diventano strumenti di evangelizzazione”, perché permettono di entrare in dialogo con la situazione attuale “in un contesto che non ha precedenti nella storia dell’umanità”.
Il Papa vuole anche che non ci si accontenti di “una teologia da tavolo, con una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto”. Il “criterio fondamentale” – indica la lettera – è “presentare in maniera convinta un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno”. Le priorità indicate sono nella linea del documento che riforma la Curia romana, entrato in vigore un anno fa, e che mette al primo posto l’annuncio del Vangelo piuttosto che la difesa e la salvaguardia dell’ortodossia, come in passato. E papa Francesco aveva anche anticipato questa linea riferendosi all’importanza del volume “Etica teologica della vita”, promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita di mons. Paglia, che apre al dibattito libero tra i teologi morali.
Il cambio di rotta è netto rispetto agli anni in cui il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede è stato il cardinale Ratzinger (dal 1981 fino all’elezione a papa nel 2005), distintosi per le condanne di numerosi teologi. E’ proprio contro quella linea che se la prende Francesco. Dopo Ratzinger si sono succeduti il cardinale americano Levada per 7 anni – un mandato e mezzo – e poi i cardinali Muller e Ladaria, entrambi per un solo mandato di cinque anni. Ora alla scadenza del quinquennio di Ladaria, papa Francesco ha deciso di nominare un argentino, con un curriculum di tutto rispetto, essendo stato anche Rettore dell’Università cattolica.
Il nuovo prefetto compie 61 anni il 18 luglio e come specifica la Sala stampa vaticana “tra libri e articoli scientifici, ha più di 300 pubblicazioni, molte delle quali tradotte in varie lingue. Questi scritti mostrano un’importante base biblica ed un costante sforzo di dialogo della teologia con la cultura, la missione evangelizzatrice, la spiritualità e le questioni sociali”. Il cambio di passo e di prospettiva non potrebbero essere più radicali. E infatti sui social, in particolare su Twitter, i profili cattolici più conservatori gridano immediatamente allo scandalo e all’accusa di “modernismo” contro papa Francesco. Tra l’altro con la riforma della Curia il Dicastero per la dottrina della fede ‘scala’ al terzo posto nella struttura organizzativa, dopo la Segreteria di stato e il Dicastero per l’evangelizzazione.