Il conflitto
Guerra in Ucraina, Medvedev parla di “apocalisse nucleare probabile”: Prigozhin torna con un nuovo audio
Esteri - di Redazione
Yevgeny Prigozhin torna a farsi sentire. Sarebbe infatti del capo della brigata Wagner la voce della registrazione audio, lunga una quarantina di secondi, diffusa sul canale Telegram Grey Zone, notoriamente vicino alla Wagner. Restano comunque dei dubbi sull’autenticità della voce, che pure sembra appartenere all’ex “chef” di Vladimir Putin: l’audio infatti non è stato diffuso dai soli canali normalmente utilizzati per trasmettere i messaggi di Prigozhin, in particolare quello considerato ufficiale, il Press-Sluzhba Prigozhina appartenente alla sua holding Concord.
Nel messaggio Prigozhin promette “nuove vittorie al fronte in un futuro prossimo”. “Oggi – continua il messaggio – abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai. Grazie per questo. Voglio che capiate che la nostra “marcia per la giustizia” (come definisce il tentato colpo di stato del 24 giugno, ndr) era diretta a combattere i traditori e mobilitare la nostra società. E penso che abbiamo ottenuto molto di questo. In un prossimo futuro sono sicuro che vedrete le nostre prossime vittorie al fronte. Grazie ragazzi”.
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Nell’audio Prigozhin non fornisce informazioni sui suoi piani futuri e su dove si trovi esattamente: secondo Mosca il leader della Wagner dal 27 giugno è in una sorta di “esilio” a Minsk, nella Bielorussia alleata di Putin che avrebbe avuto un ruolo chiave nel fermare il tentato golpe dei mercenari Wagner lo scorso 24 giugno e giungere ad una ‘mediazione’ tra le parti.
Quanto al riferimento alle “nuove vittorie al fronte in un futuro prossimo”, qui il messaggio di Prigozhin diventa di difficile interpretazione: la compagnia Wagner non è attualmente schierata in prima linea in Ucraina, dunque non è chiaro di quale “fronte” parli Prigozhin.
Dopo il colpo di stato fallito a Mosca, con i suoi miliziani fermi a 200 chilometri dalla capitale, Prigozhin aveva rilasciato una sola dichiarazione: il 26 giugno, il suo servizio stampa aveva pubblicato una registrazione di 11 minuti in cui ha dato la sua versione di quanto accaduto assicurando che non avrebbe “rovesciato il regime”.
L’apocalisse nucleare di Medvedev
A Mosca invece continuano i deliri verbali di Dmitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo e dal 24 febbraio del 2022 ad oggi il ‘falco’ del Cremlino. Su Telegram l’ex presidente russo è tornato a sventolare lo spettro del disastro atomico.
“Un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile – ha scritto il fedelissimo di Putin – Ci sono almeno due ragioni: primo, il mondo è in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi, perché i nostri nemici hanno deciso di sconfiggere davvero la più grande potenza nucleare, la Russia. Sono degli idioti ma è proprio così”. Seconda ragione, conclude, Medvedev, “è piuttosto banale: le armi nucleari sono già state utilizzate sapete bene da chi e dove, il che significa che non ci sono tabù”.
In un articolo pubblicato dal quotidiano Rossiyskaya Gazeta, Medvedev si spinge anche a previsioni sui tempi del conflitto in Ucraina: per l’ex presidente russo la guerra con l’Occidente durerà decenni e l’operazione militare in Ucraina può diventare permanente.
Tornano alle ‘ragioni’ del conflitto contro Kiev, Medvedev ha ricordato che Mosca “ha sempre chiesto solo una cosa: di tenere conto delle nostre preoccupazioni e di non invitare le ex parti del nostro Paese nella Nato”. “Pertanto il nostro obiettivo è semplice: eliminare la minaccia dell’adesione dell’Ucraina alla Nato”, ha proseguito l’ex primo ministro russo, scrivendo che finché ci saranno ostilità attive in Ucraina, il Paese non sarà accettato nella Nato. La Russia è pronta a rendere deliberatamente permanente l’attuale conflitto, perché “è una questione di esistenza della Russia”, ha precisato Medvedev.