«Diciamo le cose chiaramente: quel ragazzo minorenne non avrebbe dovuto trovarsi alla guida dell’auto, e non era la prima volta che giudava senza patente. Ora bisogna lasciare lavorare la giustizia perché gli agenti usano la violenza legittima dello Stato e si trovano ad esercitarla in condizioni molto difficili». Non l’ha detto l’ultimo agente di un sindacatino di polizia di estrema destra francese. No. L’ha detto l’ex al Corriere della sera ministro degli Interni, Manuel Valls. Socialista.
Quello che nel 2017 si è intitolato la legge che riduce i casi in cui può esser considerato responsabile di omicidio il poliziotto che uccide.
L’ha detto mentre le periferie di molte città francesi sono in fiamme perché un diciassettenne Nahel è stato ucciso da un poliziotto martedì scorso, probabilmente perché non s’è fermato all’alt. È in questa Francia, in cui vengono prese posizioni di questo genere da politici illustri – anche da politici socialisti (il partito socialista francese è sepolto attorno all’1%) – che ronde di gente vestita di nero si proclama in assetto di «autodifesa» e grida «Ici on est chez nous», «Questa è casa nostra». Bastoni, passo militare, braccio destro alzato, le ronde sono state filmate a Lione, Marsiglia, Chambéry e Lorient.
Gridano «Bleu, blanc, rouge» blu, bianco e rosso i colori della bandiera e «la France aux Français», la Francia ai francesi. A Lione hanno marciato indisturbati a un passo dalla sede del Comune. Ad Angers sono comparsi tra i militanti del gruppo Red, Rassémblement des Etudiants de droite, militanti d’Alvarium, l’organizzazione xenofoba disciolta nel 2021. Hanno tentato di sprangare chi partecipava alla manifestazione contro la violenza della polizia, vietata dalla prefettura e poi dispersa. A Lorient, trenta persone incappucciate hanno portato alcuni ragazzi scelti da loro e li hanno consegnati alla polizia dicendo che sono stati loro a partecipare ai riot dell’altra notte. A Chambéry le strade risuonavano del grido: gridando «Francesi svegliatevi, questa è casa vostra».
Stessa scena di giorno e di notte. Di giorno decine di persone col viso coperto da fazzoletti neri si sono presentate davanti a negozi dicendo di voler proteggere i commercianti dalle aggressioni con lo slogan come “francese svegliati, tu sei a casa qui”. Anche tra i manifestanti apparsi sugli Champs Elyseés si sono visti militanti di estrema destra che si rivolgevano a gruppi di ragazzi neri urlando “vi faremo sanguinare”. Centinaia di persone hanno inneggiato al sindaco di Hay-les-Roses, si sono riunite sotto casa sua dopo che s’è diffusa la notizia di un attacco due notti fa. «Grazie di essere venuti a testimoniare il vostro sostegno alle migliaia di politici locali» ha detto il sindaco Vincent Jeanbrun.«È la democrazia stessa ad essere attaccata – ha proseguito – noi sindaci siamo attaccati, i professori sono aggrediti, le forze dell’ordine e di sicurezza sono prese a bersaglio, anche i nostri medici o i nostri postini non entrano più in certi quartieri».
Esaspera il clima la guerra delle collette. Oltre a quella per il poliziotto che ha sparato a Nahel aperta dal commentatore dell’estrema destra Jean Messiha, sul web è uscita un’altra raccolta fondi per la famiglia dell’agente. L’hanno aperta i colleghi motociclisti dell’Haute-de-Seine e ha raggiunto già 60mila euro. Così la somma di entrambe attualmente supera il milione di euro per l’agente in detenzione preventiva nel carcere della Santé mentre quella per la famiglia di Nahel ha raccoltomolti meno soldi. Sul tema è intervenuto il ministro della Difesa Eric Dupond Moretti. «Non credo che sia un gesto pacificatore”, ha commentato ricordando che l’iniziativa è stata promossa da Jean Messiha, ex portavoce della campagna di Eric Zemmour, e parlando di “strumentalizzazione».