X

Crosetto come Tajani, frena l’accordo con Le Pen (e Salvini) in Europa: “Siamo diversi, potremmo entrare nella maggioranza Ursula”

Crosetto come Tajani, frena l’accordo con Le Pen (e Salvini) in Europa: “Siamo diversi, potremmo entrare nella maggioranza Ursula”

Dopo Tajani è il turno di Guido Crosetto. Come il nuovo numero uno di Forza Italia, anche il ministro della Difesa e co-fondatore di Fratelli d’Italia chiude le porte ad un accordo in Europa, in vista del voto del 2024, tra i Popolari (e dunque FI), liberali, Conservatori (con FdI) e il gruppo di Identità e Democrazia che ospita la Lega ma anche Le Pen e l’estrema destra di AdF.

Crosetto lo sostiene in una intervista a Repubblica in cui ribadisce quanto già sottolineato dal vicepremier e ministro degli Esteri Tajani: l’obiettivo alle Europee del 2024 è quello di entrare in maggioranza, superando l’attuale accordo che vede i Socialisti nella ‘maggioranza Ursula’, dal nome dell’accordo che ha consentito l’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea.

Quella che ha eletto la presidente della Commissione Europea è stata una maggioranza tecnica, non politica. Nata per necessità, in vitro, ha messo insieme storie politiche diverse. Questa maggioranza si è sclerotizzata e ha creato uno strano meccanismo, probabilmente involontario: una maggioranza ibrida che non ha più bisogno dei voti dei cittadini ma che raccoglie il consenso in base a opzioni politiche molto diverse e poi lo trasferisce in un unico calderone autoreferenziale”, è il giudizio sull’attuale maggioranza politica in Europa.

Eppure allo stesso tempo il co-fondatore di FdI sottolinea come con la presidente della Commissione Ue ci sia “un rapporto istituzionale corretto e positivo. Saranno poi i popolari a decidere chi sarà il loro candidato alla presidenza della Commissione nel loro congresso che si terrà tra qualche mese“.

Per questo Crosetto sostiene che sia necessario “andare oltre quella maggioranza e superarla perché l’effetto che si è creato è un distacco tra l’Ue e i suoi cittadini e popoli”. L’intenzione di Fratelli d’Italia è quella di “mettere insieme popolari e conservatori. È un’idea rivoluzionaria che obbligherebbe l’intero sistema politico europeo a una evoluzione positiva. Se poi non sarà possibile, se mancheranno i numeri, allora – partendo da questa base – ragioneremo di un allargamento. Ma è inutile farlo o cercarlo oggi. Se servirà, lo si farà. A bocce ferme”.

Da questo scenario, ribadisce Crosetto, restano fuori gli alleati di Matteo Salvini in Europa: i post-nazisti della della Alternative für Deutschland tedesca e il Rassemblement National di Marine Le Pen, che assieme alla Lega fanno parte del gruppo di Identità e Democrazia. “Ad oggi il progetto comprende un’alleanza tra conservatori e popolari. E questo perché si tratta di un progetto politico chiaro. Abbiamo valori in comune e possiamo trasformarli in ricette politiche comuni. Io lo immagino come un percorso serio e tra forze politiche che trovano una loro armonia e un loro equilibrio”, spiega Crosetto. “Noi – aggiunge il ministro della Difesa- apparteniamo ad un altro gruppo e siamo diversi, come è noto. Ed è una scelta, la nostra, fatta tanti anni fa

Quanto a Salvini, la Lega potrebbe entrare nella maggioranza con conservatori e popolari: “Ho sempre detto che la Lega è il partito che più mi ricorda la Csu tedesca”. In questo momento però, come sottolinea nella sua analisi sull’Unità David Romoli, abbandonare gli alleati del gruppo Identità e Decmocrazia significherebbe per il capo della Lega consegnarsi inerme alla potente e molto più forte alleata premier in Italia e presidente dei Conservatori in Europa. Il gruppo di estrema destra nell’Europarlamento promette invece di essere dopo le prossime elezioni molto più forte di quanto non sia ora. In Germania AfD ha conquistato il secondo sindaco, dopo lo shock del primo Comune conquistato nella storia appena pochi giorni fa. Le previsioni accreditano al gruppo di estrema destra un esorbitante 20%. Il Rassemblement National punta a fare il pieno e i riots delle banlieues gonfiano le vele di Le Pen.