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Salvatore Parolisi in permesso dopo 12 anni di carcere: “Ho tradito più volte Melania ma non l’ho uccisa”

Salvatore Parolisi in permesso dopo 12 anni di carcere: “Ho tradito più volte Melania ma non l’ho uccisa”

Per la prima volta davanti ad una telecamera, quella del programma di Rai3 ‘Chi l’ha visto?‘, ribadisce quello che per anni ha ripetuto nelle aule di tribunale: lui la moglie Melania Rea non l’ha uccisa.

Parola di Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore dell’esercito in servizio al 235° RAV di Ascoli Piceno, condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, avvenuto il 18 aprile del 2011, col corpo ritrovato due giorni dopo nel bosco delle Casermette a Ripe di Civitella del Tronto.

L’ex militare, che ha scontato 12 dei 20 anni di carcere previsti dalla sentenza di condanna, è stato “intercettato” dagli inviati della trasmissione di Rai3 ‘Chi l’ha visto’ all’esterno del carcere milanese di Bollate, dove è attualmente recluso. Parolisi racconta che gli hanno dato “solo 12 ore di permesso di mer.. dopo 12 anni”: un riconoscimento per la sua da detenuto “modello”. Durante la detenzione Parolisi ha dato una ‘sterzata’ alla sua vita: si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza alla Statale di Milano, dando anche diversi esami, ma nel frattempo ha perso completamente i contatti con la figlia Vittoria, di cui non ha più la responsabilità genitoriale. Oggi la ragazzina vive con i nonni a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, e non porta più il cognome del padre.

Davanti alle telecamere l’ex militare, che secondo le sentenze uccise con 35 coltellate la moglie, parla ovviamente del rapporto con la moglie. “Per me il matrimonio era la realizzazione di un sogno. Ma la verità è che non potevo stare neanche con mia moglie a letto. Quando tornavo a casa spesso la madre dormiva con lei, litigavamo anche al telefono perché lei non veniva da me. Non l’avrei mai tradita, il primo anno ad Ascoli rigavo dritto, ma ho avuto la delusione di non avere un rapporto con lei”, racconta all’inviata del programma condotto da Federica Sciarelli.

Quindi le parole sul suo rapporto-ombra, quello con l’amante, una soldatessa che diventerà centrale anche nell’inchiesta. Si scoprirà infatti che mentre erano in corso le ricerche di Melania, il marito si occuperà di cancellare il profilo Facebook utilizzato per mantenere i contatti e chattare con l’amante.

Per Parolisi dunque “Melania era bellissima, Ludovica era solo una scappatella. Non era la prima che la tradivo, ero sempre fuori casa ma amavo Melania. Non pensavo che Ludovica avesse perso la testa per me, le ho detto un sacco di bugie. Sono stato un verme ma amavo Melania. Le davo una parte del mio stipendio perché non volevo che lavorasse“.

Quindi ribadisce il punto chiave della sua difesa nel processo, ovvero la sua innocenza: “L’ho sempre detto anche al giudice, da uomo, da militare e da padre: datemi l’ergastolo e buttate la chiave se sono stato io, se ho fatto una cosa del genere e me lo provate. Perché a me non l’hanno mai provato“.

Quanto alle speranze di una nuova vita fuori dal carcere di Bollate, l’ex militare non guarda al futuro con positività: sottolinea infatti che gli mancano “4 anni l’anno prossimo, se trovassi un lavoro potrei uscire. Ma chi me lo dà? Guadagno 800 euro, quando sentono il mio nome e cognome scappano“.

Le reazioni dalla famiglia Rea

Non si è fatta attendere la reazione da parte dei familiari di Melania. Subito dopo la messa in onda dell’intervista, il fratello Michele in collegamento telefonico ha commentato duramente le parole espresse da Parolisi. “Dice che amava Melania Rea ma in realtà non l’ha mai amata, rendiamoci contro che lui non è stato presente nemmeno quando è nata la figlia. Le dava 500 euro e basta. Ma questo non è amare una donna, una donna non deve essere legata a quelli che tu le passi ma deve esser libera di fare quello che vuole”, le accuse di Michele Rea.

Quindi la smentita di alcune delle dichiarazioni rese in video dall’ex caporalmaggiore dell’esercito: “Mia madre certamente quando andava da loro non dormiva nel letto con Melania rispettava la loro privacy sicuramente”. Ma soprattutto “tre gradi di giudizio hanno detto che Salvatore Parolisi è il colpevole dell’omicidio di Melania Rea e da lì non si scappa. Nessuno può dire il contrario nemmeno lui, ci sono prove certe”.