Siamo alla gran rissa

La sinistra attacca Santanché e Delmastro, la destra Conte e Speranza: è rissa

Il ministro Nordio, dopo mesi di sonno, si è svegliato e vorrebbe fare una leggina che renda applicabile l’articolo 111 della Costituzione...

Editoriali - di Piero Sansonetti

8 Luglio 2023 alle 14:30 - Ultimo agg. 4 Marzo 2024 alle 10:04

Condividi l'articolo

La sinistra attacca Santanché e Delmastro, la destra Conte e Speranza: è rissa

Siccome nessuno ha il coraggio di riformare davvero la Giustizia – da decenni – la Giustizia torna ciclicamente a diventare terreno di scontro furioso. Anche perché in Italia un ruolo assai rilevante nella battaglia politica lo giocano le organizzazioni dei magistrati (essenzialmente l’Anm) le quali non sono disposte a cedere neppure un millimetro del loro potere. Né di vedere messi in discussione i meccanismi che cementano l’alleanza tra loro e l’informazione.

E così siamo di nuovo alla gran rissa. La sinistra, trascinata dai Cinque Stelle, attacca su Santanché e Del Mastro. Vuole mandarli a casa. I governativi rispondono con note ufficiose di palazzo Chigi (novità assoluta nella storia politica italiana) che minacciano la magistratura scoprendo (sorpresa) che talvolta pezzi di magistratura guidano l’opposizione (ma non se ne erano accorti quando stavano all’opposizione?). Poi si viene a sapere che il ministro Nordio, dopo mesi di sonno, si è svegliato e vorrebbe fare una leggina che renda applicabile l’articolo 111 della Costituzione (che prevede che l’indagato sia informato in forma rapida e riservata) e dunque impedisca ai giornali di sguazzare nelle informazioni illegalmente fornite loro da qualche Pm.

E questo manda in bestia i magistrati e i giornalisti (e naturalmente i 5 Stelle, che dei magistrati sono espressione) che aprono un fuoco di sbarramento perché pensano che il linciaggio è l’anima della giustizia. Intanto il Parlamento decide una commissione di inchiesta sul Covid per mettere sotto accusa Giuseppe Conte e Roberto Speranza. I giustizialisti dei 5 Stelle e di sinistra si convertono in cinque minuti, diventano garantisti e parlano di “plotone di esecuzione” e di “giustizia politica”, prendendo a prestito il vocabolario di Berlusconi . E di nuovo Conte, per giustificare la richiesta di dimissioni di Santanché, ricorda quante volte la Meloni, dall’opposizione, chiese dimissioni di ministri (spiegandoci così che il suo modello politico è il capo del governo).

Poi c’è la partita dell’abuso d’ufficio dove i rovesciamenti di fronte tra giustizialisti e garantisti è quotidiano. In tutto questo nessuno pensa alla possibilità di ridurre l’uso del carcere, soprattutto dell’ergastolo, e magari di abolire trattamenti contrari alla Costituzione e alla carta universale dei diritti, come il 41 bis, o di abolire reati strampalati e sgrammaticati come il concorso esterno in associazione mafiosa. In questa rissa generale, dicono che Nordio stia pensando al colpo gobbo: avviare davvero la legge costituzionale per la separazione delle carriere. Voi credete che lo farà? Io ci credo pochissimo.

8 Luglio 2023

Condividi l'articolo