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Guerra Ucraina, Kiev ammette l’attacco al ponte in Crimea: Capi Azov a casa, lo schiaffo a Mosca

Guerra Ucraina, Kiev ammette l’attacco al ponte in Crimea: Capi Azov a casa, lo schiaffo a Mosca

Continuano i bombardamenti dell’artiglieria russa che nelle ultime ore hanno ucciso almeno 8 civili e ne hanno feriti 13 a Lyman, nella regione ucraina di Donetsk. Almeno 10 città e villaggi erano stati bombardati. La città di Lyman è un nodo ferroviario chiave nella regione orientale. L’esercito ucraino ha dichiarato nel suo aggiornamento militare quotidiano di aver respinto i tentativi di assalto delle truppe russe vicino alla cittadina.

Intanto per la prima volta il ministero della Difesa ucraino ha riconosciuto la responsabilità di Kiev nell’attacco al ponte di Crimea dell’8 ottobre 2022. La vice ministro della Difesa Hanna Malyar nel 500mo giorno della guerra ha pubblicato su Telegram un elenco delle azioni più importanti messe a segno dall’esercito, tra queste proprio l’attacco al ponte: “273 giorni da quando è stato effettuato il primo attacco sul ponte di Crimea per interrompere la logistica dei russi”, ha scritto. Il ponte di Crimea fu fatto saltare in aria con esplosivo portato da un camion bomba.

Il comandante del battaglione Azov, Denys Prokopenko, che la Turchia ha consegnato con altri quattro alti ufficiali ucraini al presidente Zelensky violando gli accordi presi con Mosca, ha promesso che con i suoi compagni rilasciati faranno “tutto il possibile per porre fine alla guerra”. Durante una conferenza stampa, al loro ritorno in Ucraina, ha detto che intendono tutti ripartire per il fronte: “Per questo siamo tornati in Ucraina, questo è il nostro obiettivo principale”. Lo riporta l’agenzia Unian. Secondo l’accordo tra Mosca e Ankara, i cinque comandanti dell’Azov – che la Russia considera organizzazione terroristica – erano stati rilasciati a condizione che rimanessero in Turchia, sotto la protezione del presidente Erdogan, fino alla fine del conflitto. Al termine della sua visita in Turchia, Zelensky ha annunciato il rientro a Kiev con i cinque comandanti, protagonisti della resistenza dell’Azovstal a Mariupol, poi conquistata dai russi. Mosca ha reagito con durezza, denunciando che sia Ankara, che Kiev hanno violato gli accordi.

E intanto, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha scritto su Telegram che i leader della Nato dovrebbero discutere della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia al vertice a Vilnius, in Lituania, la prossima settimana: “Dopotutto, la stragrande maggioranza dei membri dell’Alleanza si troverà nella zona di impatto diretto” se dovesse accadere qualcosa nello stabilimento”, ha indicato. Accusando l’Ucraina di “danni sistematici” all’impianto, Zakharova ha affermato che ” dovrebbe esservi dedicata l’attenzione principale del vertice Nato. Vilnius si trova a circa 1.000 chilometri dalla centrale nucleare.