Il sì del 'Sultano'

“Svezia presto nella Nato”, la Turchia di Erdogan dà il via libera: l’Alleanza Atlantica continua ad allargarsi

Esteri - di Carmine Di Niro - 10 Luglio 2023

CONDIVIDI

“Svezia presto nella Nato”, la Turchia di Erdogan dà il via libera: l’Alleanza Atlantica continua ad allargarsi

Sono felice di annunciare che il presidente Erdogan ha concordato di concedere l’ingresso della Svezia nella Nato il prima possibile”. Con queste parole il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al termine dell’incontro trilaterale con i leader di Svezia e Turchia, il premier Ulf Kristersson e il presidente turco Erdogan, ha annunciato il via libera all’ingresso nell’Alleanza Atlantica del paese scandinavo.

Per l’ok serviva infatti l’ultimo sì, quello più difficile da ottenere: quello della Turchia del ‘Sultano’ Recep Tayyip Erdogan. I rapporti tra i due Paesi sono da tempo tesi, col governo di Stoccolma accusato di di “clemenza” nei confronti dei militanti curdi da tempo rifugiati nel paese scandinavo, che Ankara considera terroristi e di cui chiede l’estradizione.

Siamo stati in grado di riconciliare le preoccupazioni della Turchia e della Svezia, ora abbiamo nel testo concordato fatti passi avanti su come implementare la lotta al terrorismo, lavorare insieme come alleati e far sì che le restrizioni sull’export delle armi da Stoccolma ad Ankara siano rimosse“, ha detto Stoltenberg.

Alla Nato verrà creato un Coordinatore speciale per la lotta contro il terrorismo, ha aggiunto il segretario generale dell’Alleanza.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha espresso apprezzamento per l’accordo tra la Svezia e la Turchia. “Accolgo con favore la dichiarazione rilasciata questa sera dalla Turchia, dalla Svezia e dal Segretario generale della Nato, sull’impegno del presidente Erdogan a dare il via libera all’adesione di Stoccolma“, ha scritto in una nota Biden, aggiungendo di essere “pronto a collaborare con il presidente turco e il suo Paese per rafforzare la difesa nell’area euro-atlantica. Non vedo l’ora di dare il benvenuto al Primo Ministro Kristersson e alla Svezia come nostro 32° alleato nella Nato“. Il presidente americano ha poi ringraziato Stoltenberg “per la sua ferma leadership“.

Il via libera turco arriva al termine di una giornata di tensioni diplomatiche tra Ankara, Nato e Unione Europea. Erdogan infatti aveva sostanzialmente posto un ricatto all’Alleanza Atlantica e a Bruxelles: il sì turco all’ingresso della Svezia  nella Nato in cambio della stessa risposta all’adesione del suo Paese nell’Ue.

Per prima cosa, apriamo la strada per la Turchia nell’Unione europea e poi apriamo la via per la Svezia come abbiamo fatto con la Finlandia”, erano state le parole utilizzate da Erdogan.

Un ‘ricatto’ inaccettabile per Bruxelles. A Erdogan aveva risposto a stretto giro la portavoce della Commissione Ue, D”ana Spinant, specificando che si tratta di due temi e due percorsi del tutto paralleli. “Non è una sorpresa dire che i due processi sono separati – aveva detto -. L’Ue ha un processo molto strutturato di allargamento, e i diversi step devono essere soddisfatti da ogni candidato. È un processo che guarda al merito. Questo processo non può essere legato” a quello dell’adesione della Svezia nella Nato. “I due processi non possono che essere separati”, aveva aggiunto Spinant.

Più morbido era stato proprio Jens Stoltenberg. Il segretario generale della Nato si era detto convinto che fosse ancora “possibile avere una decisione positiva” sull’ingresso della Svezia nel corso del summit lituano di Vilnius. “Sostengo le ambizioni della Turchia a diventare un membro dell’Ue. Ma dobbiamo ricordare che la Svezia ha rispettato le condizioni definite a Madrid affinché diventi un membro dell’Alleanza. Le ha rispettate per andare incontro alle legittime preoccupazioni della Turchia ma è importante rispettare le legittime preoccupazioni in termini di sicurezza dell’Alleanza”, erano stata le parole di Stoltenberg.

La Svezia aveva presentato domanda per aderire alla Nato nel maggio del 2022, pochi mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, così come aveva fatto la vicina Finlandia. I due paesi sarebbero dovuti entrare insieme, ma le pratiche erano state separate proprio per l’opposizione della Turchia al governo di Stoccolma, accusato sostanzialmente di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni curde, in particolare del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) che la Turchia (così come la maggior parte dei paesi occidentali) ritiene un’organizzazione terroristica.

10 Luglio 2023

Condividi l'articolo