Aveva 94 anni

È morto Milan Kundera: addio all’autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, scrittore che ha segnato il 900

Era nato a Brno, si era trasferito in Francia e non rilasciava interviste. Le sue opere sono state tradotte in tutto il mondo. Puntualmente candidato, non ha mai vinto il Premio Nobel per la Letteratura

Cultura - di Redazione Web - 12 Luglio 2023

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È morto Milan Kundera: addio all’autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, scrittore che ha segnato il 900

Lo scrittore Milan Kundera è morto a 94 anni. A dare la notizia l’emittente Ceska Televize, la televisione ceca. Romanziere e saggista ceco, ogni anno puntualmente candidato al Premio Nobel per la Letteratura senza mai riuscire a vincerlo, Kundera si era ritirato da tempo in una vita lontana dai media. Non rilasciava interviste. Si era trasferito in Francia nel 1975. Era malato da tempo. Alcuni dei suoi romanzi hanno segnato la letteratura del Novecento, è letteralmente esploso con L’insostenibile leggerezza dell’essere, un best seller mondiale. Le sue opere erano state tradotte in una quarantina di lingue.

Kundera era nato a Brno il primo aprile 1929. Il padre Ludvík Kundera era un noto pianista, direttore dell’Accademia musicale di Brno, la Jamu. Lui aveva studiato la musica e si era appassionato alla poesia. Si era laureato alla Scuola di Cinema, la FAMU. Fu espulso dal Partito Comunista dopo alcune sue critiche alle politiche culturali nel Paese, era stato riammesso nel 1956 con la “destalinizzazione”. Fu di nuovo espulso nel 1970 e lasciò il posto di docente dopo che due anni prima si era schierato apertamente a favore della “Primavera di Praga” che aveva difeso il “socialismo dal volto umano” sperimentato da Alexander Dubcek. Con la “normalizzazione” seguita all’invasione sovietica lo scrittore considerato uno dei simboli della Primavera era diventato un bersaglio.

Le sue opere vennero proibite in Cecoslovacchia, quelle già diffuse ritirate dal commercio e dalle biblioteche. Dopo la pubblicazione de Il libro del riso e dell’oblio, gli venne tolta la cittadinanza cecoslovacca. Il presidente francese François Mitterrand si impegnò a fargli ottenere quella francese nel 1981. Kundera si era infatti trasferito nel 1975 in Francia, dove insegnava alle università di Rennes e di Parigi: viveva tuttora nel paese d’Oltralpe con la moglie Vera Hrabanková. I suoi romanzi più recenti li aveva scritti direttamente in francese. Non aveva concesso i diritti di traduzione in lingua ceca fino al 2006. In Italia le sue opere sono state pubblicate da Adelphi.

Del 1984 il suo romanzo più celebre di tutti: L’insostenibile leggerezza dell’essere. Un capolavoro ambientato intorno al 1968 che racconta le vite di quattro protagonisti, due uomini e due donne, legati da diverse relazioni amorose. Memorabili gli sforzi dei personaggi per liberarsi dei vincoli e delle frustrazioni che condizionano l’esistenza e la critica del “kitsch” come “dittatura del cuore”. Altra opera che rifletteva un uomo sempre in bilico tra due mondi, da una parte e dall’altra della Cortina di Ferro. Con quell’opera Kundera era riuscito dove non erano riusciti giornali e altri media: far conoscere porzioni di realtà della parte di mondo legata all’Unione Sovietica anche a chi non era un abituale lettore di romanzi. Una condizione che non aveva mai smesso di rincorrerlo negli anni. Al 1950 risaliva il documento ritrovato nel 2008 secondo cui Kundera aveva denunciato alla polizia che Miroslav Dvorácek, disertore dell’esercito cecoslovacco, si trovava nel dormitorio universitario. Il ragazzo venne arrestato e condannato ai lavori forzati. Kundera aveva sempre negato quella delazione. “Sono sconvolto da questa storia che non mi aspettavo, che fino a ieri non conoscevo, e che soprattutto non è mai successa”. Da quel momento smise di rispondere a domande sul suo passato in Cecoslovacchia.

Non aveva mai frequentano l’opposizione ceca che aveva riparato all’estero. Kundera era apparso pubblicamente nel 27 gennaio 1984, quando fu ospite di Bernard Pivot, conduttore e critico letterario di “Apostrophes”, all’epoca il programma culturale più seguito della televisione francese. Con la moglie aveva formato la “coppia più silenziosa di Parigi”, com’era stata definita. Ha pubblicato in tutto dieci romanzi: sei in ceco e quattro in francese. In La Lentezza criticava anche il modello di sviluppo del mondo occidentale. Lo scrittore tornava saltuariamente in Repubblica Ceca. Il primo ministro Andrej Babis nel 2018 aveva raccontato di averlo incontrato e di avergli proposto la restituzione della cittadinanza. La cittadinanza gli venne restituita nel 2019, in occasione del suo novantesimo compleanno, dall’ambasciatore di Praga a Parigi, Petr Drulak. L’ultimo romanzo che ha pubblicato è stato La festa dell’insignificanza, pubblicato nel 2013. “L’ambizione della mia vita è unire la serietà delle domande alla leggerezza della forma”.

12 Luglio 2023

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