“Gli stracci sono dei rifiuti – aveva spiegato Pistoletto – e la Venere, che viene dalla storia e dalla bellezza, li rigenera e di colpo gli stracci diventano opera d’arte e ritornano a vivere”. Così Michelangelo Pistoletto aveva spiegato il senso di quell’opera che già lo aveva resto celebre in passato, ma collocata in piazza Municipio a Napoli il 28 giugno in versione gigante. L’istallazione è stata data alle fiamme all’alba del 12 luglio: intorno alle 5 del mattino è scattato l’allarme e in poche ore era completamente distrutta. Una notizia che ha lasciato attoniti in tanti e subito l’artista si è detto pronto a rigenerare quell’opera che proprio questo vuole raccontare al mondo: la sfida dell’arte nel ‘rigenerare’ e rendere migliore anche gli stracci. E subito è arrivata la reazione anche dell’artista che all’AdnKronos ha detto: “Pronto a rigenerare la Venere, con il suo messaggio non è distrutta affatto”.
“Ora questa Venere, già esposta in città diverse volte, è diventata così grande perchè è stata considerata un’icona del nostro tempo ed è presentata in una dimensione iconica per il luogo in cui si trova”, aveva spiegato lo stesso Pistoletto al momento in cui l’opera fu presentata alla città. L’operazione è stata presentata nell’ambito del programma ‘Napoli contemporanea’ voluto dal Comune di Napoli e a cura di Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e i musei per lanciare la provocazione a cittadini e turisti. La grande statua bianca raffigurante venere con la montagna di panni è stata collocata nello spazio aperto della piazza completamente e fruibile per tutti, come già successo in precedenza in altre città.
“Ora questa Venere, già esposta in città diverse volte, è diventata così grande perchè è stata considerata un’icona del nostro tempo ed è presentata in una dimensione iconica per il luogo in cui si trova”, aveva continuato Pistoletto. L’artista è considerato tra i massimi esponenti dell’arte povera italiana nata in Italia a metà degli anni ’60 e caratterizzata dall‘uso di materiali come terra, legno, ferro, stracci, plastica e scarti industriali. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo, dal Louvre di Parigi alla Tate modern di Londra, al Reina Sofia di Madrid al Moma e al Metropolitan di New York. Alcune sue opere tra le più significative fanno parte della Collezione Farnesina, a cominciare dall’Etrusco allo specchio, imponente statua dorata che accoglie i visitatori all’ingresso d’onore del Ministero. L’arte di Pistoletto accompagna inoltre gli eventi più importanti organizzati alla Farnesina, quando l’imponente tavolo specchiante a forma di Mar Mediterraneo, “Love Difference”, nella Sala delle Conferenze Internazionali, accoglie ospiti provenienti da tutto il mondo, disposti intorno al tavolo sulle sedie, che fanno parte dell’installazione, provenienti dai diversi paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, per sottolineare i temi di transnazionalità, diversità culturale e integrazione.
L’opera è andata in fiamme all’alba ma poche ore dopo gli investigatori già seguono la pista dell’incendio doloso con l’uso di liquido accelerante. Sul posto sono stati infatti rinvenuti due barattoli che saranno analizzati. Verranno analizzate anche le immagini di videosorveglianza per capire cosa sia successo. Le fiamme avevano rapidamente avvolto l’installazione fatta di abiti dismessi su una struttura d’acciaio con accanto la statua della Venere in resina che si è completamente sciolta. “Dalla Fondazione Pistoletto mi hanno detto che c’era una sorta di gara sui social di gente che invitava a bruciare l’opera“, ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, parlando cn i giornalisti a poche ore dal rogo che ha distrutto la Venere degli stracci di Pistoletto. “Viviamo in una società in cui questi atti di violenza gratuita sono all’ordine del giorno – sottolinea – lasciamo che le forze dell’ordine facciano il loro lavoro. Ho sentito il questore e loro sono pienamente impegnati”. Il primo cittadino dice di non condividere l’idea di sorvegliare costantemente le opere d’arte e i luoghi di cultura. “Bisogna fare una scelta – spiega – se vogliamo sorvegliare tutto quello che abbiamo, dobbiamo vivere in una società sorvegliata. Io non credo nelle società sorvegliate, credo nella sorveglianza sociale. Dobbiamo vincere questa battaglia non mettendo una guardia in ogni angolo della citta’, ma facendo crescere la grande civiltà di Napoli”. E il primo cittadino ha annunciato subito che l’opera si rifarà: “la città non molla”. E annuncia che, dopo aver sentito lo stesso Pistoletto, l’opera sarà rifatta, magari anche grazie all’aiuto di una raccolta fondi.
Della gigantesca opera resta solo la struttura metallica e qualche vestito. Delle transenne arancioni in plastica, su cui sopra campeggia il cartello “sequestro penale” interdicono l’area. Sono tanti i curiosi che si fermano nei pressi di quello che resta dell’opera e scattano qualche foto. Qualcuno ha lasciato dei fiori e anche bigliettini. Su di uno di essi si legge “In memoria di quella Napoli che ha partorito artisti e filosofi. Rip”. Intervistato dall’AdnKronos, Pistoletto non si è detto stupito del rogo: “non mi stupisce, mi spaventa perché mi mette davanti a una situazione drammatica del nostro tempo. Un tempo in cui si continua a rispondere a qualsiasi proposta di bellezza, di pace e di armonia con il fuoco e con la guerra. Mi sembra quasi l’eco di quello che sta succedendo nel mondo dove c’è gente che dà fuoco da tutte le parti”. E ancora: “ci sono fuochi ben più gravi, ben più pericolosi che consumano la vita delle persone. Questa Venere rappresenta – dice Pistoletto – la rigenerazione, rappresenta la possibilità che ci sia un’armonia tra gli estremi, ovvero tra la bellezza e la brutalità. Purtroppo vediamo che la brutalità risorge continuamente”. Per contrastare questa tendenza, secondo Pistoletto, “bisogna continuare ad andare avanti con pazienza e far capire che proprio anche chi brucia alla fine viene bruciato“. Pistoletto si dice “molto contento della solidarietà che viene da parte del sindaco che ha avuto delle sollecitazioni di molta gente a Napoli”. Il primo cittadino partenopeo, Gaetano Manfredi, ha infatti annunciato la volontà di rifare l’installazione. “Io sono pronto – afferma Pistoletto – se questo avviene, a rigenerare la Venere la quale con il suo messaggio non è distrutta affatto. Anzi, si potenzia e si mette in evidenza la sua necessità che è quella di creare un equilibrio e un’armonia”. L’azione di distruzione dell’opera d’arte “suscita non solo sdegno ma necessità di proseguire verso una strada diversa, che è la strada dell’armonia”, conclude.