Il conflitto Russia-Ucraina
Zelensky si scaglia contro la Nato: “L’Ucraina merita rispetto”
Dal summit dell’Alleanza a Vilnius: «Saremo in grado di estendere un invito a Kiev quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte»
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Denuncia l’“indecisione” e la “debolezza” dei 31. Chiede una data certa per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. È un Volodymyr Zelensky furioso quello che è sbarcato ieri Vilnius per il tanto atteso vertice Nato. Definirlo irritato, è un eufemismo. Non fa nomi, il presidente ucraino. Ma i “frenatori” sono noti a tutti: Stati Uniti e Germania.
“È inaudito e assurdo che non ci sia un calendario né per l’invito né per l’adesione dell’Ucraina alla Nato e che si aggiungano strane formulazioni sulle condizioni anche solo per l’invito”, scrive Zelensky, sul suo canale Telegram, nel quale dice anche che l’incertezza sul futuro di Kiev nell’Alleanza incoraggia la Russia a continuare la guerra. “Rispettiamo i nostri alleati -scrive il leader ucraino prima del suo arrivo a Vilnius-. E apprezziamo sempre una conversazione aperta. Ma anche l’Ucraina merita rispetto”. E ancora: “Sembra che non ci sia disponibilità né a invitare l’Ucraina alla Nato né a renderla membro dell’Alleanza. Ciò significa che c’è ancora la possibilità che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia da negoziare con la Russia. E per la Russia, questo si traduce in una motivazione per continuare il suo terrore. L’incertezza è debolezza. E ne discuterò apertamente al vertice”.
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“Oggi/domani a Vilnius, la Nato potrà: riconquistare la propria agenzia e determinare autonomamente la propria strategia di sviluppo, ignorando le minacce e i divieti della Federazione Russa; correggere gli errori fatali del vertice di Bucarest del 2008, quando le porte aperte si sono rivelate non del tutto aperte; correggere la comprensione di cosa sia una guerra moderna e cosa dovrebbe essere un complesso militare-industriale collettivo; fissare chiaramente il futuro obbligatorio dell’Ucraina nell’unica alleanza militare capace”, gli fa eco un tweet il consigliere ucraino Mykhailo Podolyak. “Ma per questo, la Nato collettiva deve smettere di avere paura della responsabilità…”, aggiunge Podolyak.
“Il futuro dell’Ucraina è nella Nato” ma “saremo in grado di estendere un invito all’Ucraina ad aderire all’Alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”. È il passaggio del testo del comunicato del vertice di Vilnius appena diffuso relativo all’adesione di Kiev, così come anticipato dal segretario generale Stoltenberg. “Riaffermiamo l’impegno che abbiamo assunto al vertice di Bucarest del 2008 sul fatto che l’Ucraina diventerà membro della Nato – si legge nel paragrafo 11 – e oggi riconosciamo che il percorso dell’Ucraina verso la piena integrazione euro-atlantica è andato oltre la necessità del piano d’azione per l’adesione. L’Ucraina è diventata sempre più interoperabile e politicamente integrata con l’Alleanza, e ha compiuto progressi sostanziali nel suo percorso di riforma. In linea con la Carta del 1997 su un partenariato distintivo tra la Nato e l’Ucraina e il Complemento del 2009, gli alleati continueranno a sostenere e rivedere i progressi dell’Ucraina in materia di interoperabilità, nonché le ulteriori riforme del settore democratico e della sicurezza necessarie. I ministri degli Esteri della Nato valuteranno regolarmente i progressi attraverso il programma nazionale annuale adattato. L’Alleanza sosterrà l’Ucraina nel compiere queste riforme nel suo cammino verso la futura adesione. Saremo in grado di estendere un invito all’Ucraina ad aderire all’Alleanza – si sottolinea – quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”.
Belle parole ma nessuna data. L’ira di Zelensky non si è placata. “Credo a tutti sia chiaro, anche al presidente Zelensky, che nel mezzo di una guerra non ci può essere l’adesione, ma hanno fatto dei reali progressi e l’Alleanza fisserà le altre riforme, riguardo alla loro sicurezza e la loro democrazia, che sono necessarie per proseguire il cammino” verso la Nato. A dichiararlo è il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, intervistato da Abcnews dopo le proteste del presidente ucraino. D’altro canto, la dichiarazione finale racconta anche di una spaccatura interna alla Nato e nella Nato dell’Europa. Nel primo pomeriggio, per provare a forzare la mano a Biden, i ministri degli Esteri dei Paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia) avevano sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui invitano la Nato a sostenere in maniera concreta il processo di integrazione dell’Ucraina nella Nato.
“Non possiamo lasciare”, si legge nella dichiarazione, “che la Russia raccolga i frutti dell’aggressione. Il futuro dell’Ucraina e del suo popolo è nella famiglia euro-atlantica. L’Unione europea lo ha confermato concedendo all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’Ue. Siamo impegnati nel continuo rafforzamento delle capacità di autodifesa dell’Ucraina”, si legge nel testo. “Ad oggi, dall’inizio dell’assalto su vasta scala della Russia, gli aiuti promessi all’Ucraina ammontano a più di 8,5 miliardi di euro e il nostro sostegno durerà quanto necessario. Allo stesso tempo, dobbiamo creare un quadro affidabile e permanente per garantire il futuro dell’Ucraina, colmando le lacune nel percorso dell’Ucraina verso la futura adesione alla Nato”.
Come non bastasse, il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, in un’intervista al Times, ha dichiarato che la Nato dovrebbe eliminare i suoi limiti alla creazione di basi permanenti vicino ai confini della Russia perché il trattato sottostante con Mosca sarebbe, a suo dire, “morto”. Secondo l’agenzia di stampa statale russa Tass, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, avrebbe commentato parlando di presunti “tentativi precedenti della Nato di dispiegare le sue infrastrutture militari vicino ai confini della Russia”. “Questo è stato uno dei motivi che hanno portato alla situazione attuale. Sembra che gli europei non si rendano conto di questo errore”, ha dichiarato Peskov a quasi un anno e mezzo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.
A Vilnius una delle “star” del vertice è il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. “Gli incontri tra di noi in precedenza sono stati una sorta di giro di riscaldamento ma ora stiamo iniziando un nuovo processo”, ha affermato il presidente turco durante un incontro con l’omologo americano. “Questo nuovo processo è un processo di cinque anni, lei si sta preparando alle nuove elezioni per cui le auguro buona fortuna”, ha detto Erdogan a Biden prima di iniziare l’incontro come si apprende da un video diffuso dalla tv di Stato turca Trt. “Non vedo l’ora di incontrarla nei prossimi cinque anni”, ha risposto Biden a Erdogan, che lunedì ha accettato di avviare il processo di ratifica dell’ingresso della Svezia nella Nato da parte della Turchia. Per poi aggiungere: “Voglio ringraziarla per la sua diplomazia, il suo coraggio per portarla avanti e per la sua leadership”. Del rispetto, inesistente, dei diritti umani e delle minoranze in Turchia da parte del “sultano” neanche un accenno. Il “mondo libero” si è riunito a Vilnius.