La storia e il caso Manson

Chi è Leslie Van Houten, l’angelo della morte della Family di Charles Manson

Quando nel ‘69 fu arrestata, ventenne, faceva parte della Family di Manson da pochi mesi. Coinvolta negli omicidi dei coniugi La Bianca, non fu lei a togliere loro la vita. Ma per amore del santone maledetto, si prese ogni colpa

Editoriali - di David Romoli - 13 Luglio 2023

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Chi è Leslie Van Houten, l’angelo della morte della Family di Charles Manson

Leslie Van Houten è uscita ieri dal carcere dopo 53 anni. La libertà sulla parola le era stata negata per 22 volte, e nelle ultime tre occasioni erano stati due diversi governatori della California a porre il veto nonostante il parere favorevole del California Parole Board. Stavolta il governatore Gavin Newsome, che nel 2019 aveva bloccato la liberazione, ha deciso di non opporsi, pur dicharandosi “deluso dalla liberazione” perché “dopo 50 anni le famiglie delle vittime ancora risentono delle conseguenze”.

Quando fu arrestata nel dicembre 1969 aveva vent’anni e faceva parte della Famiglia di Charles Manson dal 1968. Secondo una delle principali testimoni nel processo contro la Famiglia per due stragi e numerosi omicidi, la ragazza di buona famiglia di Altadena, sobborgo di Los Angeles, era nel gruppo “una leader”. Charles Manson, l’ex detenuto guru della Famiglia, era stato arrestato in ottobre. Leslie Van Houten era rimasta nel ranch Barker, uno dei rifugi della comune hippie asssassina, per continuare a cercare l’ “abisso senza fondo”, secondo la profezia di Manson l’accesso a una specie di regno del sottosuolo con tanto di alberi magici e un lago le cui acque potevano donare la vita eterna.

La Family avrebbe dovuto aspettare lì la fine dell’apocalisse profetizzata dal guru per poi uscire ed ereditare la terra. Con questi presupposti la sfida processuale sulla lucidità e sulla capacità di intendere e di volere della Van Houten, come delle tante altre ragazze della comune, appare un po’ paradossale: sempre sotto effetto dell’Lsd e di altre sostanze allucinogene, completamente soggiogate da Manson, che idolatravano come una divinità o quasi, di lucido le assassine adolescenti non avevano proprio niente.

Van Houten non aveva partecipato alla strage più efferata ordinata da Manson, quella della notte dell’8 agosto a Cielo Drive, nella quale furono massacrate 5 persone tra cui l’attrice Sharon Tate, moglie incinta di Roman Polanski. Lei e un altro adepto, Clem Grogan, furono invece aggiunti ai 4 di Cielo Drive, Tex Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian, due giorni dopo, il 10 agosto con la missione di uccidere i coniugi Leno e Rosemary La Bianca. Manson li aveva scelti a caso, o forse a decidere la loro sorte era stata una coincidenza: erano vicini di casa del produttore discografico Phil Kaufman, che Manson, suo ex compagno di detenzione, considerava colpevole di non aver lanciato la sua carriera di aspirante rockstar.

A Manson la strage di Bel-Air non era piaciuta. Troppo caos, troppa macelleria inutile. Stavolta accompagnò i killer di persona, entrò in casa con Watson, li legò e incappucciò, poi se ne andò dopo aver dato l’ordine di finirli a Watson, Krenwinkel e Van Houten. Leslie tenne ferma Rosemary La Bianca mentre Patricia “Katie” Krenwinkel la accoltellava a morte. Watson insistette però perché anche lei affondasse la lama sul cadavere e Leslie lo fece per 16 volte. Poi, mentre Watson si faceva una doccia, le due ragazze scrissero sul muro, con il sangue delle vittime “Rise”, “Death to Pigs” e “Helter Skelter”, la canzone dei Beatles che secondo Manson veicolava la profezia dell’imminente Armageddon. Le due hippie sbagliarono il titolo, scrissero “Healter Skelter”.

Sullo stomaco di Leno La Bianca Watson incise la parola “WAR”. La missione di morte di quella notte non avrebbe dovuto fermarsi lì. Mentre i tre killer uccidevano i La Bianca, Manson e gli altri davano la caccia a un’altra vittima, l’attore libanese Saladin Nader, colpevole di aver avuto una breve relazione con Linda Kasabian. Non lo trovarono anche perché Linda, che sarebbe poi stata la principale accusatrice di Manson, li indirizzò su una falsa pista.

Al processo Leslie Van Houten fu una delle più collaborative finché si trattava di identificare i partecipanti ai diversi delitti. Ma fu una delle più chiuse e determinate nel negare ogni coinvolgimento di Manson. In aula apparve ancora assolutamente succube, imitando il guru in ogni cosa, giurando di aver agito senza alcun ordine o partecipazione del santone maledetto. Si accusò di un omicidio mai avvenuto. Disse di aver inferto lei i colpi mortali a La Bianca, sarebbe stata pronta ad accusarsi di tutti i delitti se il suo avvocato non lo avesse impedito e accusò lo stesso avvocato di aver suggerito la linea di difesa, da lei respinta, che accusava Manson.

Proprio per la morte del suo avvocato, secondo voci mai confermate vittima di una vendetta della Famiglia ma più probabilmente per infarto, il processo dovette essere ripetuto nel 1977: Leslie Van Houten era diventata nel frattempo la più giovane condannata a morte nella storia degli Usa ma la condanna era stata commutata in ergastolo dopo che la California, nel 1972, aveva abolito la pena capitale. In quel secondo processo l’imminente scarcerazione sembrò per un attimo possibile: senza un movente per il crimine, con un’imputata all’epoca del delitto molto alterata dall’Lsd e dall’allucinata dimensione in cui viveva la comune di Manson, una parte della giuria riteneva che Leslie non fosse in possesso di vera facoltà di giudizio. Fu necessario un terzo processo, nel quale venne aggiunto tra i capi d’imputazione il furto di una piccolissima somma, per poter confermare l’ergastolo.

Nei primi anni 70 il procuratore Vincent Bugliosi, che rappresentava l’accusa, riteneva che le ragazze di Manson sarebbero state scarcerate sulla parola dopo 15-20 anni. Per molte non è stato così: Susan Atkins è morta in carcere nel 2009, Katie Krenwikel e Tex Watson stanno scontando l’ergastolo. Leslie Van Houten è uscita solo ieri. Manson è morto in carcere nel 2017. Col tempo la morbosa e mai sopita attenzione nei confronti del “diavolo” Manson si è spostata sulla tribù femminile feroce e assassina ma anche fragile e vittima che obbediva ai suoi ordini.

Nel 2016 la giovanissima scrittrice Emma Cline ha ottenuto un successo straordinario in tutto il mondo con Le ragazze, ispirato proprio alle relazioni tra le quasi bambine della Famiglia. Nello stesso anno e sullo stesso argomento American Girls, di Alison Ummiger, è altrettanto bello e profondo. Nell’immaginazione partecipe di quei libri c’è forse la verità di Leslie Van Houten più che nelle cronache sanguinose di quell’agosto 1969 nel quale l’innocenza del controcultura hippie fu persa una volta per tutte.

13 Luglio 2023

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