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Lo schiaffo della destra ai lavoratori, emendamento per affossare la proposta delle opposizioni sul salario minimo

Lo schiaffo della destra ai lavoratori, emendamento per affossare la proposta delle opposizioni sul salario minimo

Una destra, quella meloniana, che di “sociale” ha poco se non nulla. Dopo la battaglia sul Reddito di cittadinanza, cancellato o quasi dall’esecutivo, questa volta l’affondo è sul salario minimo.

La maggioranza ha infatti depositato in commissione Lavoro alla Camera un emendamento soppressivo degli otto articoli della proposta di legge sul salario minimo adottata come testo base, progetto che aveva unito tutte le opposizioni (tranne i renziani di Italia Viva) per istituire un salario minimo a 9 euro orari.

Entro mercoledì 19 luglio la Commissione Lavoro della Camera dovrebbe votare e, visti i numeri della maggioranza di destra, l’emendamento abrogativo dovrebbe passare. Il testo comunque, sottolinea Repubblica, approderà comunque all’Aula, essendo tra quelli ‘assicurati’ alle opposizioni: è già calendarizzato per il 28 luglio, ma con un mandato al relatore per non farlo arrivare a destinazione.

Una battaglia politica, più che sul merito del provvedimento. Fonti di maggioranza evidenziano di aver “preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre”.

Immediata e dura la protesta delle opposizioni, che avevano finalmente trovato un terreno comune di battaglia sul salario minimo. “Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro”, ricorda la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo. Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri. La maggioranza ci ripensi e approvi con noi questa proposta”, aggiunge la leader Dem.

Dello stesso avviso il presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte: “Blaterano di ‘patriottismo’ ma lo fanno valere solo per difendere i loro ministri dalle dimissioni e tutelare i loro privilegi. Non a favore degli italiani che – due su tre – chiedono un salario minimo legale. Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani”. Conte ha commentato l’emendamento “confezionato in fretta e furia per sopprimere la nostra proposta sul salario minimo legale che darebbe a milioni di cittadini il diritto a una paga dignitosa”.

Per Matteo Richetti, capogruppo di Azione, “la risposta della maggioranza non si è fatta attendere; sul salario minimo bloccano la legge e la loro controproposta è: nulla, i lavoratori sottopagati possono attendere“.