La protesta
Perché gli attori di Hollywood stanno scioperando, salta la trattativa e 160mila incrociano le braccia
Il sindacato SAG-AFTRA ha annunciato l’interruzione immediata del lavoro di 160mila tra attrici e attori. Il più grande sciopero da quarant'anni a questa parte. È la prima volta dagli anni Sessanta che attori e sceneggiatori non protestavano contemporaneamente
Cinema - di Redazione Web
Piuttosto clamoroso l’atto di protesta dei membri del cast di Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan: sono andati via dal tappeto rosso con l’inizio della protesta. A Hollywood è esploso infatti il più grande sciopero di attori da quarant’anni a questa parte. La situazione è più unica che rara: era dagli anni Sessanta che attori e sceneggiatori non protestavano contemporaneamente. Il sindacato SAG-AFTRA ha annunciato l’interruzione immediata del lavoro di 160mila tra attrici e attori. La protesta è scattata dopo che ieri mattina era scaduto il termine per la rinegoziazione del contratto collettivo.
SAG-AFTRA voleva raggiungere un accordo per il rinnovo con i rappresentanti delle aziende di produzione cinematografica. Il sindacato puntava a ottenere migliori condizioni di lavoro, compensi più alti per gli attori con un nuovo sistema di calcolo dei diritti d’autore e la garanzia che i nuovi software di intelligenza artificiale che generano video e riproducono volti, voci e movimenti non saranno utilizzati per rimpiazzarli. Lo sciopero prevede che gli attori non partecipino nemmeno a proiezioni di film, interviste e apparizioni televisive.
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Proprio i proventi del diritto d’autore rappresentavano il grosso dei compensi per gli attori di medio e basso livello, che sono la maggior parte degli iscritti al sindacato. Fino a ora il sistema dei diritti si è basato sul concetto di replica che con le piattaforme streaming non esiste più. Lo sciopero degli attori si aggiunge a quello degli sceneggiatori che va avanti da inizio maggio e che ha bloccato la scrittura di nuovi copioni e interrotto le riprese di film e serie tv già in corso.
“Dopo più di quattro settimane di trattativa, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l’associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming – tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros Discovery – non si è mostrata disponibile a offrirci un accordo equo“, si legge nel comunicato della Sag-Aftra.
Di segno completamente opposto il comunicato rilasciato dagli Studios verso l’1 di notte, appena il tavolo è saltato: “Siamo profondamente delusi dal fatto che la Sag-Aftra abbia deciso di abbandonare la vertenza. È stata una scelta del sindacato, non nostra. Ha respinto la nostra offerta di un aumento storico dello stipendio minimo e dei diritti d’autore, tetti molto più alti ai contributi pensionistici e sanitari e una protezione rivoluzionaria dall’intelligenza artificiale”.