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Spunta la foto di Prigozhin, il leader della Wagner è in mutande: “E’ qui con noi in Bielorussia”

Spunta la foto di Prigozhin, il leader della Wagner è in mutande: “E’ qui con noi in Bielorussia”

Seduto su una branda in una tenda, in mutande e con la mano alzata in segno di saluto. Così Yevgeny Prigozhin ricompare improvvisamente in uno strano scatto, il primo dopo l’ammutinamento del 24 e 25 giugno. Era praticamente scomparso, qualcuno aveva ipotizzato e ora rispunta nella foto postata su Telegram dalla Wagner. Non è chiaro dove e soprattutto quando sia stata scattata la foto ma secondo quanto riferito dal gruppo stesso sarebbe ad Asipovichy in Bielorussia. “È apparsa una foto di Yevgeny Prigozhin nel campo. Il campo Wagner sul territorio bielorusso a cura del ministero della Difesa bielorusso”, si legge nel messaggio.

La foto sarebbe datata 12 luglio alle 07.24 del mattino ma questo dato viene messo in discussione. Altri canali sostengono che sia stata scattata il 12 giugno, prima dell’ammutinamento della Wagner. E il media bielorusso indipendente Nexta ironizza su Telegram: “Prigozhin ha chiesto a Putin di inviargli dei pantaloni e una giacca”. C’è però un elemento che dà adito a dubbi sull’autenticità di questa fotografia: Prigozhin ha l’anulare della mano sinistra mutilato, e proprio quella mano, nello scatto, è nascosta da uno zainetto. Potrebbe dunque trattarsi di un sosia, o anche, considerata la bassa risoluzione, di un fotomontaggio.

Secondo alcuni Prigozhin potrebbe essere davvero in Bielorussia. Secondo la ricostruzione del progetto investigativo bielorusso Hajun, l’11 luglio il jet era volato in Bielorussia per la terza volta dalla rivolta di fine giugno. Era atterrato alle 19.40 a Machulishchy da dove, alle 20.05, due elicotteri – un Mi24 e un Mi8 dell’aeronautica bielorussa – erano partiti alla volta di Asipovichy. Il giorno dopo, il 12 luglio, giorno dello scatto, i due elicotteri erano tornati a Machulishchy alle 14.27 e 14.30. E due ore e venti minuti dopo, il jet di Prigozhin era riportato per San Pietroburgo, la città russa centro degli affari del capo di Wagner. Prigozhin ha probabilmente ispezionato il campo dove oggi, stando alla tv bielorussa, i combattenti di Wagner stanno addestrando la forza di difesa territoriale locale. E dove anche Putin li avrebbe spediti all’indomani del fallimento della rivolta.

Intanto Putin stesso in un’intervista al quotidiano Kommersant ha detto che “Il gruppo paramilitare Wagner non esiste, almeno dal punto di vista giuridico”. E’ la prima volta che parla del suo incontro al Cremlino con il fondatore della milizia di mercenari Yevgeny Prigozhin, pochi giorni dopo l’ammutinamento del 24 giugno. “Ebbene, la Wagner non esiste!”, ha esclamato Putin rispondendo al giornalista del Kommersant che gli chiedeva se il gruppo rimarrà come una unità di combattimento. “Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private! Semplicemente non esiste!”, ha aggiunto.

E dalla stessa intervista emerge anche un altro dettaglio: Putin avrebbe proposto alla Wagner di continuare a combattere in Ucraina sotto la guida del loro comandante Andrey Troshev. Una proposta che avrebbe fatto al fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin e a un gruppo di suoi combattenti nel corso del colloquio avuto al Cremlino. Putin ha spiegato che “molti di loro” hanno “annuito” alla proposta ma a bloccare tutto è stato lo stesso Yevgeny Prigozhin. “No, i ragazzi non saranno d’accordo con una tale decisione”, sembra aver detto. Vladimir Putin ha aggiunto qualche dettaglio sulla sua offerta alla Wagner. “Avevo proposto loro un altro capo, proponendo Andrei Troshev (nome di battaglia Sedoy), ma i 35 capi militari sono stati persuasi da Prigozhin, che mi ha risposto con un secco no”.