Aveva 76 anni
È morta Jane Birkin, icona del cinema e della moda che fece sognare e scandalizzare
Dalla parte nel cult "Blow-Up" di Antonioni alla hit censurata "Je t'aime ... moi non plus" con Serge Gainsbourg. Aveva cancellato il tour estivo. È stata ritrovata morta in casa a Parigi
Cinema - di Redazione Web
Addio a un’icona, parola abusata di questi tempi, questa volta però azzeccata. Perché questo è stata Jane Birkin, cantante e attrice, musa e star della moda. È morta oggi all’età di 76 anni. Sarebbe stata ritrovata senza vita nella sua casa di Parigi. Legata in una relazione a Serge Gainsbourg, madre di Charlotte Gainsbourg, ha ispirato come una musa e scandalizzato con la sua sensualità, ha promosso grandi marchi ed è stata censurata.
Jane Mallory Birkin era nata il 14 dicembre 1946 a Marylebone, centro di Londra, a nord di Oxford Street, da una fammiglia attiva nell’industria tessile. La madre Judy Gamble si faceva chiamare Campbell ed era attrice e cantante. Il padre David era stato comandante della Marina e coinvolto in questioni spionaggio. Il fratello Andrew divenne sceneggiatore. Birkin aveva 17 anni quando se ne andò a Londra per fare l’attrice.
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La Londra della “Swinging London”, di fervore sociale e creativo. Moda, musica, cinema, pubblicità, politica. Birkin sposò il compositore John Barry, la coppia ebbe la figlia Kate e divorziò nel 1968. L’attrice bucò lo schermo nella scena della lotta nel film cult Blow-Up di Michelangelo Antonioni. Si trasferì in Francia e lavorò a Slogan, l’altro protagonista era l’attore e cantante francese Serge Gainsbourg. La relazione divenne la più mediatica e chiacchierata degli anni ’70, in Francia ma non solo, fece audience e scandalo soprattutto con la famosissima Je t’aime … moi non plus, uscita nel 1969.
Era stata scritta un paio di anni prima, avrebbe dovuta cantarla Brigitte Bardot con la quale Gainsbourg aveva avuto una relazione. Birkin cantava e ansimava e gemeva, la canzone rimandava a un rapporto sessuale tra due persone. Scandalo, liberazione sessuale ed erotismo disinibito. Fu censurata nel Regno Unito e anche in Italia. La storica trasmissione “Top of the Pops” si rifiutò di mandare in onda il brano che arrivò al numero uno della classifica. È diventata comunque una hit, tutt’ora molto nota al grande pubblico di diverse generazioni. Charlotte nacque nel 1971, la coppia si lasciò nel 1980. Birkin continunò a recitare per gli anni Ottanta, Novanta e Duemila. Anche in La Piscina con Alain Delon, in Una donna come me con Brigitte Bardot, in I baroni della medicina con Michel Piccoli e in Assassinio sul Nilo con Mia Farrow e Bette Davis.
Col registra francese Jacques Doillon ebbe una relazione e una figlia, Lou, anche lei modella, cantante e attrice, nata nel 1982. Birkin ispirò anche la borsa di Hermès che porta il suo nome, intorno alla cui nascita si sono alimentate diverse leggende. È diventata un accessorio “must have” ma per pochi, di lusso. L’attrice arrivò a sconfessarla nel 2015 per le partiche crudeli inferte ai coccodrilli per la produzione di borse. La casa di moda la seguì facendo sapere di aver implementato i controlli negli allevamenti. Birkin ha diretto anche un film, Boxes, e si è impegnata in diverse cause umanitarie, soprattutto con Amnesty International.
La prima figlia, Kate, diventata fotografa, è morta tragicamente nel 2013. A Paris Match nel 2017 l’attrice aveva raccontato della leucemia che aveva scoperto: “Mi sono resa conto che mi restavano solo dieci anni di vita”. Aveva sofferto nel 2021 un ictus dal quale si era ripresa rapidamente. La figlia Charlotte Gainsbourg le aveva dedicato il documentario Jane by Charlotte. Birkin lo scorso maggio aveva cancellato un tour per motivi di salute: “Sono sempre stata una grande ottimista, e mi rendo conto che ho ancora bisogno di un po’ di tempo per poter esibirmi di nuovo sul palco e con voi”.