La guerra
Salta l’accordo sul grano ucraino, stop russo al trattato nel giorno dell’attacco di Kiev in Crimea
Esteri - di Carmine Di Niro
Non ci sarà alcun rinnovo per l’accordo sul grano ucraino, il “trattato” in scadenza lunedì 17 luglio che fino ad oggi aveva permesso alle navi ucraine di attraversare in sicurezza il Mar Nero ed esportare grano e altri cereali nonostante la guerra. Lo ha annunciato Dmitri Peskov, il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, che ha detto quindi “stop” all’accordo.
“La Russia ha notificato oggi ufficialmente alle parti turca e ucraina, nonché al Segretariato delle Nazioni Unite, la sua obiezione alla proroga dell’accordo“, ha confermato Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, con il Cremlino che ha già inviato le sue obiezioni ufficiali all’estensione dell’accordo sul grano del Mar Nero ad Ankara, Kiev e alle Nazioni Unite.
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L’accordo era stato stipulato nel luglio dello scorso anno, quando il conflitto in Ucraina era iniziato da quattro mesi, con la mediazione fondamentale dell’Onu e della Turchia, venendo rinnovato due volte e permettendo di rimuovere dai porti ucraini quasi 33 milioni di tonnellate di cereali.
Soltanto venerdì scorso, 14 luglio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva assicurato che l’accordo sarebbe stato rinnovato per una terza volta dopo aver parlato col suo omologo di Mosca Vladimir Putin.
Il portavoce dello ‘Zar’ parlando con i giornalisti ha sottolineato che l’accordo è stato sospeso perché i requisiti posti dalla Russia nell’ambito dell’iniziativa del Mar Nero non sarebbero stati rispettati. “La parte relativa alla Russia di questi accordi non è stata ancora eseguita. Pertanto (l’accordo sul grano) viene sospeso“, ha detto Peskov ai giornalisti, salvo poi aggiungere che non appena saranno soddisfatte le richieste di Mosca, la Russia “tornerà immediatamente all’attuazione di questo accordo”.
#Peskov: The agreements on the “grain deal” have actually been terminated, it has been stopped. Russia will immediately return to the “grain deal” as soon as the agreements concerning it are fulfilled. pic.twitter.com/2KgeGaW7ZR
— NEXTA (@nexta_tv) July 17, 2023
Il riferimento è alle richieste delle scorse settimane del regime di Mosca: il Cremlino sosteneva che non fossero stati rimossi “gli ostacoli” alle esportazioni russe di cereali e fertilizzanti.
Peskov ha invece negato che l’attacco ucraino al ponte di Crimea abbia influenzato la decisione di Mosca di sospendere la sua partecipazione all’accordo sul grano. “No, questi eventi non sono assolutamente correlati tra loro“, ha detto rispondendo alla domanda se l’attacco contro il ponte possa influenzare la posizione russa sul trattato.
Sulla questione dell’accorso sul grano va registrato l’intervento della Germania. La vice-portavoce dell’esecutivo Christiane Hoffmann, intervenendo oggi in conferenza stampa, ha inviato Mosca a nome dell’esecutivo a rendere possibile il prolungamento dell’accordo sul grano ucraino e a non far ricadere le conseguenze di questo scontro “sui più poveri del pianeta“. Il governo tedesco auspica anche che l’accordo venga d’ora in poi prolungato sul lungo periodo e non più, ogni volta, per tempi brevi.
“Nonostante l’annuncio di oggi” del Cremlino sulla fine dell’accordo sul grano, “credo che il presidente russo Putin voglia che questo ponte umanitario continui“, ha invece dichiarato il presidente turco Erdogan, grande sponsor dell’accordo, in una conferenza stampa prima di partire per una missione nel Golfo. “Parlerò con Putin non appena tornerò dal mio viaggio. Parleremo di tutto questo in Turchia ad agosto“, ha aggiunto poi Erdogan, riferendosi alla visita del leader russo in programma il mese prossimo.
L’Ucraina è da anni uno dei principali esportatori al mondo di grano e altre derrate alimentari: come conseguenza dei primi mesi di invasione russa, le esportazioni erano state bloccate provocando così una crisi alimentare grave in vari paesi del mondo, in particolare in Africa e Medio Oriente. Enormi quantità di grano e altri cereali, pronti per per l’esportazione, erano inoltre marcite nei primi mesi del conflitto per il blocco dei porti ucraini.