Regole violate?
Cuno Tarfusser sotto inchiesta, procedimento disciplinare per il magistrato che vuole riaprire l’indagine sulla strage di Erba
Giustizia - di Redazione
Il sostituto procuratore che ha chiesto alla Corte di appello di Brescia la revisione del processo che ha condannato all’ergastolo i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati della cosiddetta “strage di Erba” in cui morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, ferendo gravemente il marito Mario Frigerio, finisce a sua vola sul banco degli accusati
Un procedimento disciplinare è stato aperto nei confronti di Cuno Tarfusser, con la procura generale della Cassazione che gli contesta di aver depositato la richiesta di revisione “violando il documento organizzativo dell’ufficio”. L’esposto, come riferisce il Corriere della Sera, è stato firmato dal suo capo Francesca Nanni: quest’ultima accusa Tarfusser di aver “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio” quando il 31 marzo scorso depositò di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Perché secondo l’accusa lo avrebbe fatto “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale” (che in caso di dissenso ha l’ultima parola) “la facoltà di richiedere la revisione di sentenze” qualora sopravvengano nuove prove di innocenza.
Tarfusser è disciplinarmente accusato di avere tenuto per mesi, senza alcuna delega del suo capo, contatti con i difensori Fabio Schembri e Paolo Sevesi, legali dei due ergastolani, e di aver ricevuto da essi consulenze scientifiche sulle presunte nuove prove a favore dei coniugi Romano-Bazzi.
Sulla base di queste prove il sostituto pg milanese ha poi scritto e depositato a Nanni (per il successivo inoltro alla Corte d’Appello di Brescia sinora non avvenuto) una richiesta di revisione degli ergastoli inflitti alla coppia per la strage di Erba del 2006.
Tarfusser, ex procuratore di Bolzano, poi sino al 2018 giudice e vicepresidente della Corte Penale Internazionale, è già stato interrogato a Roma nel disciplinare dal sostituto pg di Cassazione Simone Perelli: il magistrato milanese ha rivendicato la propria imparzialità e sostenuto l’assurdità a suo avviso di far dipendere dall’interpretazione di un regolamento interno la sorte dei due ergastolani che ritiene innocenti. Nell’interrogatorio, scrive il Corriere, Tarfusser ha inoltre ribaltato sulla pg Nanni l’accusa di non averla informata, affermando d’averle invece chiesto in una mail il 24 marzo un incontro per parlarle di una cosa delicata e urgente, senza ricevere risposte.
Sullo sfondo c’è ovviamente la questione della revisione del processo: Nanni, in assenza di revisione di parte del processo da parte dei difensori dei coniugi Romano e Bazzi, non ha trasmesso la richiesta alla Corte d’Appello di Brescia, atto che non ritiene ammissibile in quanto redatto a titolo personale da Tarfusser.