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Il ricatto del grano, Kiev: “Bombardate strutture per i cereali nel porto di Odessa”. Mosca: “Nuovi attacchi in Crimea”

Il ricatto del grano, Kiev: “Bombardate strutture per i cereali nel porto di Odessa”. Mosca: “Nuovi attacchi in Crimea”

Sono ore concitate quelle nel conflitto tra Ucraina e Russia. Lunedì 17 l’Ucraina ha attaccato il ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea – una regione ucraina che i russi occupano dal 2014. Nello stesso giorno è scaduto l’accordo sul grano che consentiva agli ucraini di continuare a trasportare grano in sicurezza attraverso il Mar Nero e poter continuare le sue esportazioni. Dopo l’attacco i russi hanno ufficializzato la loro intenzione a non rinnovare l’accordo. Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato l’intenzione di procedere con l’export “anche senza la Russia”. Giorgia Meloni ha sottolineato che “La Russia usa il grano come un’arma”. E’ ormai chiaro che è proprio intorno al grano che si sta combattendo la lunga guerra in Ucraina. In questo scenario il cardinal Zuppi, è stato inviato negli Stati Uniti dal Papa per cercare una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina. E’ atterrato ieri a Washington: oggi incontrerà il presidente Usa Joe Biden.

Intanto la tensione sale soprattutto nei territori della regione di Odessa, zona chiave rispetto agli accordi sul grano. Le autorità locali hanno lanciato l’allarme: “Le operazioni di combattimento della difesa aerea continuano”, ha dichiarato su Telegram Sergiy Bratchuk, funzionario dell’amministrazione regionale di Odessa. Secondo il comando operativo ucraino per il sud del Paese, “il nemico sta attaccando le regioni meridionali con veicoli aerei senza pilota”, ha dichiarato su Telegram. Il sud dell’Ucraina è bersaglio di “attacchi di droni”, ha riferito il governatore regionale Oleg Kiper sullo stesso social network, invitando la popolazione a rimanere nei rifugi fino a quando l’allerta aerea non sarà revocata. L’allerta aerea era in vigore dalle prime ore di martedì in tutto il Paese, nelle regioni di Odessa, Mykolaiv (sud), Kherson (sud) e Zaporizhzhia (sud), così come a Donetsk (sud-est), Kharkiv (est), Dnipropetrovsk (centro-est), Poltava (est), Kirovograd (centro) e Cherkassy (centro).

La città costiera di Odessa, nell’Ucraina meridionale, è stata colpita da droni russi nelle prime ore di oggi, meno di 24 ore dopo l’attacco sferrato dall’Ucraina contro il ponte di Crimea. Lo riferisce l’emittente televisiva statunitense “Cnn”, che riporta la testimonianza diretta di suoi inviati sul campo: l’allarme e i sistemi antiaerei di Odessa si sono attivati attorno alle 2 di stamattina, ora locale, e la città è stata scossa da almeno quattro esplosioni, apparentemente localizzate nell’area del porto. L’attacco russo su Odessa ha danneggiato alcune strutture portuali della città chiave per l’esportazione del grano ucraino, ha annunciato l’esercito di Kiev. “I detriti dei missili abbattuti e l’onda d’urto dell’abbattimento hanno danneggiato le infrastrutture portuali”.

Intanto il governatore della Crimea, Sergei Aksenov, ha riferito dell’attacco ucraino con droni respinto dalle forze armate russe mentre il ministero della Difesa di Mosca ha precisato che “le forze di difesa aera hanno abbattuto 17 aerei senza pilota, mentre 11 sono stati eliminati grazie alla guerra elettronica”. Aksenov, assicurato che non ci sono state vittime, ha ringraziato i militari e ha chiesto ai residenti di mantenere la calma. Ieri, due persone erano morte in un attacco contro il ponte di Kerch, che unisce la Crimea al territorio russo, definito di natura «terroristica» dal presidente russo Vladimir Putin e attribuito da Mosca alle forze ucraine.

La questione del grano è fondamentale per la guerra in Ucraina. Gli accordi hanno infatti consentito all’Ucraina di portare avanti le sue esportazioni che si aggirano intorno alle 33 tonnellate di prodotti agricoli che ha consentito alla nazione di non finire in una crisi alimentare esplosiva. I russi hanno dichiarato che l’interruzione dell’accordo non è legato all’esplosione del ponte di Crimea ma al fatto che non sono stati rispettati alcuni punti del patto che prevedono maggiori tutele per l’export russo. In realtà non ci sono sanzioni sui prodotti russi ma il commercio è stato comunque danneggiato dai timori degli importatori.

Per capire gli effetti del mancato rinnovo dell’accordo basta vedere i numeri: L’accordo dell’anno scorso contribuì a calmierare i prezzi. Secondo l’Onu, il 47% dell’export agricolo ucraino è andato a Paesi ad alto reddito come Spagna, Italia e Olanda; il 26% a Paesi “di reddito medio” come Cina e Turchia; il 27% a “Paesi poveri” come Egitto, Kenya e Sudan. Da tempo l’Ucraina si sta procurando vie alternative al Mar Nero, dai treni al Danubio. E che il grano sia importante per tanti equilibri, che possono toccare anche l’Italia, lo sa bene anche Giorgia Meloni che il 27 sarà alla Casa Bianca. Basti pensare che solo un anno fa la “rivolta del pane” in Tunisia mosse molte persone a migrare verso l’Italia. E proprio la Tunisia è una nazione chiave nella gestione della politica migratoria del Governo Meloni.