Ricercava la verità a costo di scontrarsi con un ‘muro di gomma’ come il titolo del film diretto da Marco Risi ispirato proprio alle sue inchieste, quella di Ustica, per svelare i depistaggi e le coperture sul tragico incidente aereo del 27 giugno 1980 sulle acque dell’isola siciliana. Andrea Purgatori, giornalista e autore, si è spento a 70 anni a causa di una grave malattia che non gli ha lasciato scampo. Lascia un patrimonio collettivo di inchieste e ricerca della verità su alcuni dei cold case italiani mai risolti. Il modo con cui Purgatori ha indagato sulle reali cause che portarono all’abbattimento del volo Itavia, con la morte di 81 persone, fotografa il suo essere cronista nel senso più alto del termine.
“Senza Andrea Purgatori, per gli italiani Ustica sarebbe ancora uno splendido isolotto in mezzo al mare”, ha detto Beppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21 e già Presidente della Fnsi, nel ricordare il collega. Purgatori per anni è stato, tra l’altro, al Corriere della Sera dove si è occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, e si è dedicato con tenacia alla strage di Ustica del 1980. “Ma non solo quella, sia chiaro”, prosegue Giulietti. “È amaro pensare che con le regole di oggi sarebbe stato impossibile portare avanti quelle inchieste. Va detto che Andrea non seguì nemmeno le regole di ieri. Perché questo il giornalismo di inchiesta: mettere la ricerca della verità al centro”.
Al Corriere della Sera, da cronista puro, Purgatori si era occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, firmando inchieste e reportage memorabili su alcuni tra i casi più scottanti dell’Italia negli ‘anni di piombo’ come il caso Moro. Ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Da reporter di guerra ha realizzato reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria. È stato autore e conduttore di ‘Uno di notte’ (Rai 1, 1999). Ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (Rai 2 1978/1988); in video ha condotto anche ‘Confini’ (Rai 3, 1996). Purgatori ha scritto anche per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. Per la tv si è occupato di Tangentopoli, del caso Pecorelli, della caduta del muro di Berlino, della morte di Marco Pantani e, più recentemente, di quella dell’ambasciatore Luca Attanasio.
Si occupò tanto anche della vicenda di Emanuela Orlandi. Il 22 aprile scorso, Andrea Purgatori presentava la puntata di Atlantide che si occupava dell’inchiesta aperta in Vaticano sulla misteriosa scomparsa della ragazza con la fascetta. “L’ora della verità” era i titolo della puntata in cui rimise insieme i pezzi su quello che si sapeva fino ad allora sulla scomparsa della giovane. E non è un caso che tra i suoi ultimi lavori si annovera la partecipazione alla docuserie Netflix Vatican Girl. Scriveva Purgatori sul Corriere della Sera l’11 ottobre 2022: “Perché se quello di Emanuela non fu un rapimento su commissione di un potente pedofilo annidato all’interno del Vaticano, di sicuro la sua scomparsa fu usata come strumento di ricatto da chi (un’organizzazione mafiosa?) pretendeva dallo Ior la restituzione di una montagna di denaro che invece di essere riciclato era sparito nel crac da 1.200 miliardi di lire del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (poi «suicidato» a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri), di cui monsignor Marcinkus era corresponsabile. Un ricatto senza mai fornire la prova in vita di Emanuela, ma talmente inconfessabile da costringere il Vaticano a trattare. E così fu. Con una coda di altri ricatti incrociati, documenti falsificati, intrecci internazionali (il killer mancato del papa Ali Agca, la Polonia di Solidarnosc cara a Giovanni Paolo II), e un silenzio lungo quasi quarant’anni e tre pontificati che ha devastato una famiglia che da lì dove tutto è cominciato attende ancora risposte”.
“Un esempio per tutti. Sempre in prima linea nella ricerca della verità sui misteri italiani, nella lotta per sconfiggere i muri di gomma della storia della Repubblica, in difesa della libertà di stampa. Andrea Purgatori è stato un giornalista d’inchiesta straordinario, un eccellente scrittore, autore, sceneggiatore, volto televisivo. La sua scomparsa improvvisa ci lascia attoniti, frastornati”. Lo affermano, in una nota, Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. “Il modo più giusto per onorare oggi la sua memoria – proseguono – è rinnovare l’impegno di tutte le croniste e i cronisti a continuare a indagare sui misteri d’Italia, a raccontarli, a cercare la verità. La Fnsi rivolge un commosso abbraccio ai colleghi de La7 e si stringe alla famiglia di Andrea”.