La segretaria dem
Elly Schlein: “M5s? Ora ricostruiamo l’identità del partito, il Pd è unito e compatto”
L'estate militante della segretaria dem, contro le modifiche al concorso esterno e scettica sulla separazione delle carriere. La battaglia sul salario minimo: "È inaccettabile che la destra volti la faccia da un’altra parte. Il salario minimo è una misura su cui le opposizioni hanno unito le forze per chiedere che non si scenda sotto i 9 euro l’ora, altrimenti è sfruttamento e non può essere legale"
News - di Antonio Lamorte
Per Elly Schlein la “pace fiscale” di Salvini è un condono, la ministra Santanchè deve dimettersi, il ddl Nordio sulla Giustizia è “una montagna che ha partorito un topolino”, la condanna di Patrick Zaki un verdetto scandaloso per il quale la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani dovrebbero riferire in Aula. La segretaria del Partito Democratico ha rilasciato una lunga intervista a tutto campo a Il Corriere della Sera. Oggi sarà a Palermo, come la premier Giorgia Meloni, in occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci in cui morirono il giudice Borsellino e gli agenti della sua scorta. La segretaria parteciperà alla marcia delle cosiddette “agende rosse”.
È il salario minimo la proposta sulla quale la leader dem è più concentrata e combattiva al momento, un tema che ha raccolto grande attenzione a livello mediatico. Le opposizioni, con l’eccezione di Italia Viva, hanno trovato un accordo sulla proposta di legge che vorrebbe portare la soglia minima a 9 euro lordi all’ora da applicare ai lavoratori dipendenti e anche a quelli con contratti meno stabili come lavoratori subordinati e autonomi. Il ministro degli esteri e presidente di Forza Italia Tajani l’ha definita una misura da Unione Sovietica. “È inaccettabile che la destra volti la faccia da un’altra parte. Il salario minimo è una misura su cui le opposizioni hanno unito le forze per chiedere che non si scenda sotto i 9 euro l’ora, altrimenti è sfruttamento e non può essere legale. L’emendamento soppressivo non è un dispetto a noi, vuol dire calpestare i diritti di tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che, dai dati Istat, sono poveri anche se lavorano”.
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Nessuna apertura alle parole di Nordio sulle modifiche al concorso esterno in associazione mafiosa, d’altronde in linea con la sinistra storica, tra l’altro ridimensionata dalla stessa premier Meloni. “La preoccupazione è comprensibile, se si vuole andare a ritoccare strumenti come il concorso esterno che hanno una valenza giurisprudenziale nel contrasto alle mafie e che sin qui hanno dimostrato la loro efficacia. Si spacciano come liberali, ma poi nella maggioranza c’è chi vuole indebolire alcuni presidi di legalità e gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, dall’innalzamento del tetto al contante, alle modifiche al codice degli appalti”.
Per Schlein, con le replice sul ddl Giustizia e le reazioni delle ultime settimane sui casi Santanchè, Delmastro, La Russa, “il governo ha aperto uno scontro istituzionale molto pericoloso con la magistratura. Penso ci siano rischi in un sistema come il nostro, perché dove esiste la separazione delle carriere è modulata diversamente l’obbligatorietà dell’azione penale, principio cardine dell’uguaglianza”.
L’orizzonte che attende Schlein è quello delle Europee del 2024. Resta altissima la tensione all’interno del partito per le divisioni, le correnti, la nuova area che Stefano Bonaccini inaugurerà a Cesena, le posizioni tra cattolici e riformisti, le uscite e i cambiamenti. A Napoli, all’iniziativa di due giorni contro l’autonomia differenziata, si era fatta notare l’assenza del governatore della Campania Vincenzo e del figlio deputato Piero De Luca. “A me sembra invece che il Pd, dalla Direzione nazionale, stia dando una bella dimostrazione di unità. Sulle campagne dell’estate militante, sanità, casa, lavoro, politiche industriali, clima, Pnrr e autonomia differenziata, il partito è unito e compatto. Rispetto le legittime scelte di riposizionamento di persone che fanno parte della classe dirigente, ma mi interessa soprattutto chi nel Pd sta arrivando”.
E anche se alle Europee dell’anno prossimo si voterà con il sistema proporzionale la possibile e futuribile alleanza con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte resta all’ordine del giorno: “A me ora interessa rilanciare il Pd. Dopo il congresso siamo impegnati a ricostruire una identità chiara, coerente e a ricostruire una credibilità della nostra proposta. Poi continuiamo a essere molto unitari e a cercare convergenze con le altre forze che sono interessate a costruire l’ alternativa alla destra”.