L'ok al ddl Nordio
Abuso d’ufficio, Meloni messa in difficoltà dal blitz della sua stessa maggioranza
Arriva l’ok al ddl Nordio da Mattarella, rassicurato da Meloni sulle modifiche in parlamento, ma la maggioranza boccia la direttiva Ue sulla lotta alla corruzione
Politica - di Angela Stella
Il Centrodestra ha bocciato ieri in Commissione per le Politiche Ue della Camera la Direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue sulla lotta alla corruzione perché essa «risulterebbe palesemente in contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità», per quanto riguarda, tra l’altro, l’abuso di ufficio. È quanto si legge nel parere motivato redatto dal relatore Antonio Giordano, di Fratelli d’Italia.
Dunque l’abuso d’ufficio viene considerato come un reato non fondamentale nella lotta alla corruzione. Per questo motivo può essere cancellato senza problemi. Così facendo ieri la maggioranza ha blindato il Ministro Nordio convinto dell’abrogazione dell’articolo 323 cp, contenuto nel suo disegno di legge, che proprio ieri ha ricevuto finalmente la firma del Presidente della Repubblica. Quella di ieri è una mossa che mette in difficoltà la stessa premier che proprio una settimana fa aveva rassicurato Sergio Mattarella su possibili modifiche al testo in sede di discussione parlamentare.
Il passaggio finale del parere della Commissione che boccia completamente la direttiva europea è il seguente: «La proposta esorbita dalla base giuridica richiamata a suo fondamento nella misura in cui disciplina reati ulteriori rispetto a quello di corruzione in senso stretto, privi peraltro del requisito della transnazionalità, relativamente ai quali la Ue non ha la competenza ad adottare norme di armonizzazione». Insomma una affermazione di autonomia legislativa rispetto ai dettati dell’Unione. Proteste sono arrivate dal Pd e dal M5S che hanno votato contro il parere proposto da Giordano. Con la maggioranza si è schierato invece il Terzo Polo.
Così ha commentato il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa: «la proposta di direttiva europea arriva al punto di prevedere sanzioni penali non solo per l’abuso d’ufficio nel settore pubblico, ma anche per il settore privato in caso di “esecuzione” o “omissione di un atto, in violazione di un dovere, da parte di una persona che svolge a qualsiasi titolo funzioni direttive o lavorative per un’entità del settore privato nell’ambito di attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o commerciali al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per un terzo”. Una follia allo stato puro».
Sempre ieri il Ministro della Giustizia ha risposto alla Camera ad una interrogazione del M5S che gli chiedeva di chiarire la sua posizione e quella del Governo in ordine agli istituti imprescindibili nella lotta alle mafie. Nordio, nel giorno della commemorazione della strage di Via D’Amelio, ha dovuto tenere la barra dritta per ribadire che il Governo non arretra sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. In particolare sulle polemiche nate dalle sue dichiarazioni in merito alla revisione del concorso esterno ha detto: «nel programma di riforme a suo tempo enunciato davanti a voi non vi è traccia di modifiche su questa disciplina. Né avrebbe potuto esservi, perché non ha fatto né fa parte del programma governativo. E questo, finalmente dovrebbe bastare».
Ha condiviso anche un ricordo personale: quando “conducevo, come giudice istruttore, le indagini sulla colonna veneta delle Brigate Rosse fui oggetto di un disegno di attentato sventato dai carabinieri del generale Dalla Chiesa. Comprenderete quindi il mio sconcerto e il mio sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa”. Il Ministro poi è tornato anche sulla sentenza 34895/2022 della Cassazione che ha stabilito che non è sufficiente l’aggravante di mafia per parlare di criminalità organizzata e che la Meloni e una parte della magistratura, a partire dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, vogliono utilizzare per scrivere una norma contraria a quella decisione: «la Corte ha ridefinito il concetto di criminalità organizzata in senso assai restrittivo, con il rischio di compromettere molti processi in corso per reati gravissimi. Ed è per questo che nell’ultimo Consiglio dei ministri, di concerto con la Presidenza abbiamo annunciato un decreto legge proprio per definire, con i doverosi criteri di tassatività e specificità, i reati di criminalità organizzata». In conclusione ha ribadito Nordio « non vi è alcun affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata, né potrebbe essere altrimenti, principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato, la parte più importante della propria funzione di magistrato».