Attacchi e blocchi navali
Perché la Russia sta attaccando Odessa: la fine dell’accordo sul grano e l’offensiva di Mosca
Esteri - di Rossella Grasso
Sono bastati pochi giorni per capire l’entità delle ripercussioni dopo la decisione della Russia di non rinnovare l’accordo sul grano. Decisione che arriva nello stesso giorno in cui gli ucraini hanno bombardato il ponte di Crimea. E così sono iniziati gli attacchi della Russia contro i porti ucraini e negli ultimi giorni anche dei blocchi navali per impedire alle navi di attraccare o partire per altre destinazioni. Una volta stracciato l’accordo che consentiva alle navi ucraine cariche di grano di lasciare i propri territori e navigare nel Mar Nero in sicurezza, sono ripartiti gli attacchi russi ai porti. Non è chiaro ancora quanto conseguente siano i fatti (il governo russo ha ribadito più volte che il motivo non è da cercare nell’attacco al ponte di Crimea ma nelle sanzioni all’export) certo è che da allora la Russia ha ricominciato ad attaccare i porti e a bloccare di fatto il traffico marittimo da e per l’Ucraina.
E solo per quanto riguarda stanotte è di almeno due morti a Odessa il bilancio dei raid russi. Lo ha riferito il governatore di Odessa, Oleh Kiper, precisando che le vittime sono una guardia di sicurezza di 21 anni e un’altra persona che è stata trovata morta sotto le macerie durante un’operazione di ricerca e salvataggio. Kiper ha dichiarato che le difese aeree ucraine hanno distrutto tutti i 12 droni Shahed di fabbricazione iraniana e i due missili Kalibr che hanno preso di mira Odessa, ma ha aggiunto che i sistemi di difesa aerea non sono stati in grado di abbattere alcuni missili in arrivo, senza però precisare quanti missili siano riusciti a passare.
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A questo si aggiunge che sono almeno 26 le persone ferite negli attacchi a Odessa e Mykolaiv, come hanno reso noto le autorità locali, come riporta Unian. Tra loro, ha reso noto l’Amministrazione militare regionale, c’è anche un membro delle squadre di soccorso. Rimane invariato invece a 18, inclusi cinque bambini, il numero dei feriti a Mykolaiv. Durante la notte Zelensky ha tuonato contro la Russia: “Odessa. Mykolaiv. I terroristi russi continuano i loro tentativi di distruggere la vita del nostro Paese. Purtroppo ci sono feriti e morti…Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici! Ma lo Stato malvagio non ha missili più potenti della nostra volontà di salvare vite umane, di sostenerci a vicenda e di vincere”.
“Ringrazio tutti coloro che difendono le nostre città, la nostra gente, il nostro cielo! Sono grato a tutti i nostri guerrieri, soccorritori, medici, autorità locali, volontari… a tutti coloro che sono coinvolti nell’eliminazione delle conseguenze del terrore russo! Sono grato ai lavoratori portuali che fanno del loro meglio per preservare le nostre infrastrutture! Ai costruttori e alle squadre di riparazione che aiutano le persone a ripristinare condizioni di vita normali! Insieme riusciremo a superare questo momento terribile. E resisteremo agli attacchi del male russo”, ha concluso. E intanto, in giornata, è arrivata la dichiarazione del ministero della Difesa russo secondo cui Mosca considererà potenziali vettori di carichi militari le navi che solcano il Mar Nero dirette verso i porti ucraini “è collegata alla risoluzione dell’accordo” sul grano decisa dalla Russia e non all’attacco al ponte di Crimea: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ripreso dall’agenzia Interfax. Il ministero della Difesa russo ha aggiunto che “di conseguenza i paesi di bandiera delle navi in transito saranno considerati coinvolti nel conflitto ucraino” al fianco dell’Ucraina. La Russia ha inoltre dichiarato “temporaneamente pericolose” le acque internazionali all’interno del mar Nero, e ha infine fatto sapere di aver già revocato le garanzie di sicurezza relative alle imbarcazioni in transito in tutte queste aree. Tra martedì e mercoledì gli attacchi ai porti ucraini si sono intensificati danneggiando importanti infrastrutture del grano. Il ministro dell’Agricoltura ucraino, Mykola Solskyi, ha detto che a Chornomorsk ci vorrà almeno un anno per riparare i danni provocati dai bombardamenti, e che nei bombardamenti sono state distrutte circa 60mila tonnellate di cereali che erano in attesa di essere spedite all’estero.
L’accordo del grano è in effetti fondamentale non solo per Russia e Ucraina, ma anche per molti altri paesi che ne fanno beneficio in Europa e anche in Africa. Nei primi mesi dell’invasione russa le esportazioni erano state bloccate, provocando una crisi alimentare molto grave in vari paesi del mondo, soprattutto in Medio Oriente e Africa. L’accordo aveva poi risolto solo momentaneamente il dramma. E in effetti si sta già osservando un aumento dei prezzi: secondo dati citati da BBC e relativi a borse europee, mercoledì i prezzi del grano sono mediamente cresciuti dell’8,2 per cento rispetto al giorno precedente, raggiungendo i 253,75 euro a tonnellata, mentre quelli del mais sono cresciuti mediamente del 5,4 per cento.