Le difficoltà di Kiev
Guerra in Ucraina, il ministro della Difesa ammette: “Controffensiva in ritardo, rallentati dalle mine russe”
Lo deve ammettere anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, in un’intervista alla Cnn: la controffensiva di Kiev è in ritardo rispetto al previsto, anche se si sta svolgendo secondo i piani. Nel colloquio con la rete tv statunitense Reznikov ha comunque assicurato di “non essere preoccupato“, definendo allo stesso tempo errata l’opinione secondo cui “ogni controffensiva dovrebbe essere rapida“.
Il ministro di Volodymyr Zelensky ha elencato diversi motivi per cui la controffensiva potrebbe essere più lenta del previsto. “Si tratta di una questione di difesa aerea. È una questione di fatto che abbiamo una linea del fronte molto lunga. E abbiamo un gran numero di nemici contro di noi. Questa è una guerra, non un videogioco. I nostri generali e comandanti vedono la situazione reale sul campo di battaglia. Il valore principale per noi sono le vite dei soldati“, ha aggiunto Reznikov.
Reznikov ha aggiunto che l’avanzata sul fronte meridionale ucraino, occupato da mesi dalle truppe del Cremlino, è in gran parte rallentata dalle mine disseminate dall’esercito di Vladimir Putin, sottolineando che molto spesso i soldati ucraini devono bonificare manualmente i percorsi attraverso questi campi. “Dobbiamo usare molto lentamente i nostri soldati, genieri e preparare molto lentamente i corridoi per un vero movimento offensivo“, ha spiegato il ministro.
Gli obiettivi però restano quelli emersi con evidenza nelle ultime settimane di conflitto, giunto ormai al 517esimo giorno: la riconquista dei territori occupati da Mosca, a partire dalla Crimea annessa con un referendum illegale nel 2014. Per farlo le forze armate di Kiev continueranno a colpire anche il ponte di Kerch, che collega la penisola annessa da Mosca alla Russia continentale. “Tutti questi sono obiettivi ufficiali perché ridurranno la loro (dei russi ndr) capacità di combattere contro di noi e aiuteranno a salvare la vita degli ucraini“, ha spiegato. Alla domanda se l’obiettivo dell’Ucraina sia danneggiare in modo permanente il ponte di Kerch, Reznikov ha risposto: “Fa parte di una normale tattica rovinare le linee logistiche del nemico per ridurre le possibilità di ricevere più munizioni, più carburante, più cibo, eccetera. Ecco perché useremo queste tattiche contro di loro“.
Droni e mine
Conflitto che prosegue sul terreno con scontri tra le opposte ‘artiglierie’ ma soprattutto tramite l’uso di droni. Dieci di questi sono stati lanciati la scorsa notte sull’Ucraina dalle forze russe ma cinque di essi sono stati abbattuti dalle forze di difesa di Kiev. A dirlo al canale United News il portavoce del comando dell’Aeronautica militare ucraina, Yuriy Ignat, come riporta Unian.
“Nella notte (i russi, ndr) hanno lanciato droni d’attacco Shahed di fabbricazione iraniana. La difesa aerea è stata attiva in tre regioni nel nord del Paese. Sono stati registrati circa 10 droni“, ha detto Ignat. “Circa la metà è stata distrutta con vari mezzi“, ha aggiunto.
Anche dal Cremlino si evidenzia che la marina russa ha sventato un attacco ucraino a una nave che navigava nel Mar Nero. A farlo sapere il ministero della Difesa di Mosca, precisando che i colpi che hanno distrutto due droni marini ucraini sono stati sparati dalla nave Serghei Kotov.
L’altro punto chiave è la presenza di mine russe, già denunciate nell’intervista alla Cnn dal ministro della Difesa ucraino Reznikov. Presenza confermata anche dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che ne ha segnalato la presenza anche in una zona estremamente delicata: il perimetro della centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto occupazione russa nel sud dell’Ucraina.
Le mine sono state rilevate da esperti delle Nazioni Unite durante un’ispezione effettuata ieri si trovano in un’area ristretta tra le barriere perimetrali interne ed esterne del complesso e fuori dalla portata del personale dell’impianto.
“L’Aiea ha appreso del posizionamento di mine al di fuori del perimetro delle strutture e anche in luoghi specifici all’interno. Il nostro team ha sollevato questa scoperta specifica con l’impianto e hanno risposto che si tratta di una decisione militare e in un’area controllata dai militari“, ha dichiarato il direttore generale dell’Agenzia Rafael Grossi in una nota.