X

Perché per Carles Puigdemont è stato chiesto l’arresto il giorno dopo le elezioni

Perché per Carles Puigdemont è stato chiesto l’arresto il giorno dopo le elezioni

«Santi» di qua, «Santi» di là. E ora che Santiago Abascal ha preso una sportellata in faccia dal voto alle elezioni politiche in Spagna – voti dimezzati, 19 deputati in meno di quattro anni fa, base in rivolta – la sua alleata e nostra presidente del Consiglio che giusto l’altro giorno lo chiamava «Santi» come fosse suo fratello cosa fa?

Riflette sulla sciocchezza di incatenarsi al braccio (teso) di un leaderino estremista di destra di un Paese che dal franchismo è uscito da poco e che, se chiamato a fare fronte democratico contro la possibilità di veder entrare i fascisti al governo, corre a votare in piena estate (affluenza del 70,4%) e rispedisce Vox su Marte. Per ora succede a Madrid. Ma per i sogni di gloria di Giorgia Meloni in Europa si mette male. Con tanti saluti ai piani di ribaltamento della maggioranza a Bruxelles. E ai timori di chi si preparava al testacoda. Vedrà quanto meno calorosi saranno i sorrisi già tiepidini di Ursula von der Leyen.

Ha vinto la politica a Madrid. Ha vinto la mossa d’azzardo del premier uscente, il socialista Pedro Sánchez, di sciogliere subito le Camere dopo la sconfitta alle amministrative di maggio per andare subito a vedere se davvero la Spagna era disposta a veder entrare in Consiglio dei ministri quell’ultradestra di Vox con cui il Partito popolare ha fatto accordi per diversi governi regionali cominciando da quello della cruciale e ricca Valencia. Il Pp ha vinto, ma non può governare.

I suoi voti più quelli di Vox non gli bastano per avere la maggioranza. E per i popolari flirtare con gli indipendentisti per raccattare appoggi non è facile. Sono antifranchisti per lo più gli indipendentisti di Spagna. Il Partito popolare spera di poter contare su un’astensione socialista che però il Psoe non gli darà, non gratis perlomeno. Sánchez se la può giocare. Ora dovrà vedersela con gli indipendentisti catalani e baschi. Facile con i secondi, difficile con i primi. Gli servono i sette voti degli indipendentisti catalani di Puigdemont che ieri, appena diventato ago della bilancia per una possibile nuova maggioranza progressista, si è trovato prossimo all’arresto.

È stato chiesto un ordine d’arresto per Carles Puigdemont, capo politico degli indipendentisti catalani i cui 7 voti sono necessari a formare un governo a guida socialista. L’ex presidente catalano è senza immunità parlamentare. La procura spagnola ha chiesto un mandato d’arresto internazionale nei confronti dell’eurodeputato ed ex presidente catalano protagonista di un tentativo di forzatura secessionista nel 2017 e da allora ricercato dalla giustizia spagnola. Molto probabilmente il giudice Pablo Llarena acconsentirà. La richiesta del pm arriva dopo che, a inizio luglio, il Tribunale dell’Unione Europea ha confermato il ritiro dell’immunità parlamentare di cui il leader indipendentista godeva, assecondando una richiesta del giudice responsabile della causa per cui Puigdemont è imputato.

I reati contestatigli in Spagna per la proclamazione unilaterale di indipendenza del 2017, dopo referendum illegale, sono disubbidienza e malversazione aggravata. Quella mossa che alcuni lessero come un tentativo di golpe, altri come un delirio di onnipotenza, altri ancora come un maldestro tentativo di fuga in avanti per capitalizzare politicamente una rivendicazione di indipendenza che mai sarebbe potuta andare in porto, fu fatta mentre governava il Pp di Mariano Rajoy che rispose col bastone. ll Psoe si oppose nettamente all’alzata di ingegno degli indipendentisti.

Poi, dopo aver vinto le elezioni, dialogò con gli indipendentisti mantenendo fermo il punto della impossibilità di tollerare una secessione. Ora gli indipendentisti catalani chiedono un nuovo referendum e l’amnistia per tutti gli attivisti incriminati per quei fatti del 2017. Fino ad ora, Puigdemont per evitare un nuovo arresto è rimasto sempre all’estero, quasi sempre in Belgio. Una delle incognite del suo caso è se il Belgio sarà disponibile o no ad estradarlo.

Ieri mattina la polizia catalana ha arrestato Clara Ponsati, eurodeputata nella stessa situazione giudiziaria di Puigdemont. Lei ha scritto in un tweet che stava in catalogna e in risposta s’è vista arrivare gli agenti con mandato d’arresto. Quelle richieste di arresto complicano la trattativa già difficile tra il Psoe e gli indipendentisti catalani per far restare Sánchez alla Moncloa.