Il blitz della destra
Perché è stato commissariato il Centro Sperimentale di Cinematografia
Nonostante le proteste degli studenti e di personalità del mondo del cinema, passa in commissione l’emendamento della Lega che pone il Csc sotto il controllo del governo
Cultura - di Graziella Balestrieri
Fino a due giorni fa, sembrava che le proteste degli studenti del Centro sperimentale di Roma avessero avuto la meglio sull’emendamento presentato dalla Lega riguardo alla scelta del comitato scientifico del centro e non solo. A quanto pare, però la protesta degli studenti fallisce amaramente sotto il colpo di mano avvenuto ieri da parte della maggioranza, che nella riunione congiunta della commissione Affari costituzionali e lavoro della Camera ha approvato (con 28 voti favorevoli e 19 contrari) la riformulazione, non sostanziale, dell’emendamento presentato dalla Lega, il quale pone il centro sotto il controllo diretto dell’esecutivo.
L’emendamento era stato inserito nel decreto Giubileo ed aveva scatenato non poche proteste da parte dell’opposizione tutta e aveva creato malcontento tra personaggi di spicco del cinema italiano come i registi Mario Martone e Marco Tullio Giordana, che avevano definito il ministro Sangiuliano peggio di Mussolini. Una protesta iniziata il 18 luglio: “La cultura non si lottizza. Il Csc non si lega”, questo lo striscione che era stato affisso al centro sperimentale di cinematografia di Via Tuscolana di Roma, occupato per protestare contro quella che veniva definita come un tentativo da parte della destra di avere il dominio anche nel mondo del cinema e di cambiare le carte in tavole e le regole così come era avvenuto in Rai. La giustificazione da parte della destra su questo colpo di mano è più una sorta di ripicca, giustificata con il voler “adeguare la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia alla modernità”.
E ovviamente lanciando battute al veleno contro chi in passato non alzava le proteste quando era il Ministro Franceschini a nominare vertici o a escludere tutti coloro che non erano targati Pd. La destra al governo sembra voler riprendersi a tutti i costi la cultura anche in campi dove non è mai stata o arrivata. Riprendersi la cultura con colpi di mano e non, pur di portare avanti la strada che il presidente Meloni aveva indicato come “un’egemonia culturale di sinistra “che doveva finire.
E a quanto pare questo emendamento pone il centro sperimentale di cinematografia su una strada sempre più politicizzata che sarà costretto a seguire le direttive del governo, quindi fine della libertà. Nell’emendamento si legge che: Il Comitato scientifico è nominato con decreto del Ministro della cultura ed è composto dal presidente, indicato dal medesimo Ministro, e da sei componenti, designati, rispettivamente, tre dal Ministro della cultura, uno dal Ministro dell’università e della ricerca, uno dal Ministro dell’istruzione e del merito ed uno dal Ministro dell’economia e delle finanze.
I componenti sono scelti tra soggetti con particolare esperienza nel settore cinematografico e delle produzioni audiovisive; “esprime parere in merito alla nomina del preside della Scuola nazionale di cinema, del Conservatore della Cineteca Nazionale nonché dei docenti della Scuola Nazionale di cinema. Alla costituzione del consiglio di amministrazione della fondazione e del Comitato scientifico si provvede entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione; fino a tale costituzione restano in carica il precedente consiglio di amministrazione e il precedente Comitato scientifico. Il consiglio di amministrazione provvede all’adeguamento dello Statuto entro sessanta giorni dalla data di insediamento”.
Insomma tutto bene da parte di un ministro che non legge i libri dello Strega e magari non conosce nemmeno la storia del cinema italiano e di quanto il centro sperimentale sia testimonianza diretta. Le opposizioni hanno reagito in maniera compatta come non mai, a partire dagli esponenti M5S e del Pd che hanno fatto sapere che continueranno a lottare accanto agli studenti affinché il centro sperimentale possa lavorare in completa libertà e che quello che sta avvenendo è totalmente vergognoso. Sarebbe un’ottima occasione per l’opposizione mostrare finalmente coraggio e unione su un tema, quello culturale, estremamente importante per il nostro paese. Se la destra avanza in maniera decisa e mette gli artigli anche cultura, la speranza ora è che la sinistra non vada in vacanza…in ogni senso.