Uscire dalla porta, in questo caso la bolletta elettrica, per rientrare dalla finestra, ovvero l’utenza telefonica. Potrebbe essere questo il destino del canone Rai, almeno secondo quanto rivelato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione mercoledì in commissione di Vigilanza Rai.
Il ministro leghista ha sottolineato nel suo intervento che al momento vi sono “una pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio” e che per questo ha “convocato uno specifico tavolo presso il Mef”.
“In un’ottica di breve periodo – ha spiegato Giorgetti – l’ipotesi potrebbe essere scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva“: attualmente si tratta di “circa 300 milioni annui che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone di abbonamento”, come auspicato dal segretario della Lega Matteo Salvini, che spinge da tempo per l’abolizione tout court del canone.
Ma la questione più importante è quella legata “al medio periodo”, la riflessione che Giorgetti in commissione di Vigilanza sulle modalità di pagamento del canone, attualmente legate al presunto possesso di un apparecchio televisivo.
Il titolare del Mef ricorda infatti che “le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra RaiPlay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device”. Dunque se il presupposto diventasse il possesso di un’utenza telefonica mobile “si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone”. Giorgetti butta già due numeri chiari: oggi sono 21 milioni i cittadini che pagano il canone, mentre le utenze telefoniche “sono 107 milioni”.
Ci sono però, evidenzia ancora il numero uno del Ministero di via XX Settembre, “problemi di applicazione relativi al calcolo di utenze per nucleo familiare: andrebbe individuato un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata“.
Le reazioni
Non si sono fatte attendere le prese di posizioni, politiche e non solo, sulla proposta di Giorgetti.
Per Dolores Bevilacqua, esponente dei 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai, “l’affermazione Giorgetti oggi in vigilanza secondo cui nel breve periodo verranno spostati 300 mln dal canone alla fiscalità generale rappresentano una pietra tombale – almeno nel breve periodo – sulle reiterate esternazioni di Salvini in merito all’inutilità del canone e del ‘dovere’ di eliminarlo entro questa legislatura. In generale possiamo dare per acquisito che il finanziamento al servizio pubblico non può essere messo in dubbio e non si può pensare di prevedere l’autosostentamento della Rai con la pubblicità come fa Mediaset che è gratis (come ha detto sempre Salvini)”.
Si scaglia invece contro l’idea di far traslocare il canone dalla bolletta all’utenza telefonica mobile Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che annuncia “barricate contro l’abuso di far pagare il canone Rai a chi ha un telefonino”, definendo l’ipotesi allo studio del ministro “una prevaricazione mettere le mani nelle tasche degli italiani solo perché hanno uno smartphone”.