Gli studiosi
“Non parlate di maltempo: è cambiamento climatico”: l’appello di 100 scienziati italiani a giornalisti e media
A firmare il testo anche il Premio Nobel Giorgio Parisi: "Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore"
Ambiente - di Redazione Web
“Giornalisti, parlate del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”. Attacca così l’appello di 100 scienziati e studiosi italiani ai media, ai giornalisti, al settore dell’informazione che nei giorni scorsi ha raccontato, riportato, descritto, ricostruito i fenomeni atmosferici che hanno spaccato l’Italia in due: al nord nubifragi, al sud caldo estremo e incendi. Un Paese che fa i conti con gli effetti del cambiamento climatico, troppo spesso definito come maltempo, una definizione quantomeno imprecisa, come fa notare il testo, se non deleteria ai fini della stessa informazione e della società.
“I media italiani parlano ancora troppo spesso di ‘maltempo’ invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus SARS-CoV-2, o della soluzione, i vaccini”. L’appello su Climate media center è stato sottoscritto tra gli altri dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, Antonello Pasini, Nicola Armaroli, Stefano Caserini, Enrico Giovannini, Luca Mercalli, Telmo Pievani.
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I firmatari spiegano anche come “nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili”.
“Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate. Per queste ragioni – conclude il documento -, invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro“.