Anche l’Italia si doterà di una legge per l’oblio oncologico, il diritto per chi ha avuto un tumore da più dieci anni a non svelare informazioni sul suo passato sanitario o a finire “indagato” dall’altra parte su questi aspetti della propria sfera privata: così gli ex pazienti oncologici non si vedranno più respinta la possibilità di accendere un mutuo, di avere un prestito, di stipulare una assicurazione e persino adottare un bambino.
Con l’unanimità dei voti, 281, la Camera ha dato il via libera alla proposta di legge per impedire le discriminazioni nei confronti di chi ha sofferto di tumore: un provvedimento fortemente voluto da Maria Elena Boschi, l’ex ministra e deputata di Italia Viva che vede la sua firma sulla proposta di legge, di cui è stata relatrice. Il testo, che prevede che per i minori il diritto all’oblio sia di cinque anni, e che rimette al governo la possibilità di abbassare il periodo ulteriormente, dovrà ora passare al Senato per l’approvazione definitiva, che appare scontata.
Ovvia la soddisfazione della stessa Boschi, che ha ricordato dopo il voto positivo della Camera come nel nostro Paese “ci sono oltre un milione di persone che per la scienza sono guarite da una malattia oncologica, eppure hanno un trattamento diverso quando devono chiedere un mutuo per comprare casa, un prestito per acquistare un’auto o addirittura se vogliono essere padre e madre chiedendo l’adozione di un bambino”. “Questa è una vera e propria ingiustizia che la nostra legislazione ha tollerato. Ora abbiamo la possibilità di fare un passo in avanti. Questa legge per ciascuno di noi ha un nome e un volto, perché ogni famiglia ha fatto esperienza di una malattia oncologica. Una legge che è una speranza, che conferma che dalle malattie oncologiche si guarisce e che si può ricominciare una vita senza il peso di uno stato che sembra porre ostacoli. È stato il primo atto che ho presentato in questa legislatura, con le firme dei colleghi di maggioranza e opposizione”, spiega Boschi.
L’Italia si adegua così ad uno standard sempre più diffuso in Europa: l’oblio oncologico esista già in Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Portogallo, dove viene impedito a operatori bancari e assicurativi di considerare la storia clinica del consumatore. Anche in Spagna, entro la fine di giugno, verrà introdotta una norma simile.
La legge italiana arriva dopo la base giuridica offerta ai Paesi membri dall’Unione Europa, come ricorda il Corriere della Sera. Il 16 febbraio 2022 il Parlamento di Strasburgo votò una risoluzione per tracciare linee comuni sulla lotta contro il cancro, stabilendo quando un paziente può dirsi guarito. Il paragrafo 125 di quella risoluzione chiedeva che “entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all’oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età”.