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Ecco perché candidare Cappato nel seggio di Berlusconi è un’occasione da non perdere

Se Cappato vince, e conquista il seggio di Berlusconi, dà una scossa alla politica. Se perde… dà una scossa alla politica.

Politica - di Piero Sansonetti - 4 Agosto 2023

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Ecco perché candidare Cappato nel seggio di Berlusconi è un’occasione da non perdere

La candidatura di Marco Cappato a Monza è una grande occasione per la sinistra. Per almeno tre motivi. Il più importante è il terzo.

Motivo numero uno: può rappresentare il primo serio esperimento di unità. Sul nome di Cappato, vecchio e indomito pannelliano, può convergere senza snaturarsi il Pd, specialmente se vuole rendere effettiva e palese la sua intenzione di rinnovarsi, aprirsi e diventare più moderno, senza perdere le vecchie capacità e propensioni di lotta che erano del Pci.

Possono convergere le varie componenti del terzo polo, dal momento che la linea politica laica e liberale del terzo polo, se ho capito bene, non è molto lontana dal pensiero dei vecchi radicali e dalle battaglie di Cappato. Possono convergere le formazioni di estrema sinistra, nonostante la distanza che sicuramente esiste sul terreno dell’economia, ma in virtù della non distanza sul terreno della politica. E infine possono convergere anche i 5 Stelle, visto che la gran parte dei pensieri di Beppe Grillo (che ad occhio è l’unico esponente di quel movimento dotato di un pensiero politico forte, autonomo e radicato) almeno sulle grandi battaglie civili, coincide col pensiero di Marco Cappato. Naturalmente c’è anche Più Europa.

Sono andato a vedere i risultati delle ultime elezioni politiche a Monza, vinte da Berlusconi (è, appunto, il seggio di Berlusconi che ora è in lizza). Il centrodestra raccolse il 42 per cento dei voti e vinse grazie alla divisione della sinistra. Le opposizioni raccolsero il 23 e sei per cento dei voti con il Pd, il 13 e otto per cento con il Terzo Polo, il 6 e nove per cento con i 5 Stelle, il 4 e cinque per cento con Più-Europa , il 4 e uno per cento con sinistra-verdi, e un altro 1 e uno per cento con Potere al Popolo. In tutto il 54 per cento. Diciamo che ai nastri di partenza ci sono 12 punti di scarto a favore di Cappato. Ma poi il risultato può migliorare, perché Cappato potrebbe raccogliere qualche preferenza anche nell’elettorato centrista che a settembre votò per la destra.

Motivo numero due. Simbolico. Il passaggio di un seggio in Senato dal centrodestra al centrosinistra non cambierebbe in modo significativo i rapporti di forza, ma sarebbe sul piano psicologico un colpo molto duro per la maggioranza.

Terzo motivo, politico. Ho letto che Matteo Renzi si è pronunciato (al momento) contro la candidatura di Cappato, pur apprezzando la persona, perché sostiene che una cosa è se l’obiettivo è vincere e una cosa diversa è se l’obiettivo è fare testimonianza. Lui dice che vuole vincere. Io penso che l’obiettivo della politica sia fare politica. E produrre idee, sentimenti, valori, comunità. Poi si può vincere o perdere, talvolta si vince e talvolta si perde, ma se si vince solo sulla base di una tattica del consenso (e della legge elettorale) come, ad esempio, ha vinto la destra nel settembre del ‘22, non si fa un buon servizio al paese. La politica, secondo me, non è una cosa che si conclude in sé stessa. L’autonomia della politica sta proprio nella sua capacità di uscire da se stessa e dai giochi interni.

Se invece si producono idee, allora la politica è comunque politica utile, anche in caso di sconfitta. Sono vecchio e ricordo come faceva politica il Pci. Raramente aveva la possibilità di vincere, ma sulle idee che produsse, anche nelle campagne elettorali, si è costruito gran parte del miracolo politico ed economico della Prima Repubblica (spazzato via poi da Mani Pulite). E un’altra parte consistente di quel miracolo, specialmente sul piano dei valori e della modernizzazione e liberalizzazione del paese, la produsse il minuscolo partito radicale di Marco Pannella, che certo non andava alle elezioni per vincerle.

Marco Cappato è un erede di Pannella. Credo che ne sappia poco di tattiche e di giochi di potere. Non è un mago neanche nella cattura del consenso. Ha sempre e solo fatto politica sulla base delle idee. avanti i vecchi valori liberali e radicali, avvicinandoli, in parte, ai valori della sinistra e a quelli cristiani. Come aveva già fatto Pannella negli ultimi anni. Se Cappato vince, e conquista il seggio di Berlusconi, dà una scossa alla politica. Se perde… Se perde dà una scossa alla politica. I partiti di opposizione possono fare due cose, di fronte alla sua offerta di unirsi: accettarla, oppure tagliarsi da soli la gola.

4 Agosto 2023

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